La vaschetta era finita e sperai che al pulcino non venisse mal di pancia o non me lo sarei perdonato. Non avevo fatto caso a quante volte avesse affondato il cucchiaio, ma erano state decisamente troppe, dato che io non ne avevo mangiato poi così tanto.
Gli lanciai un'occhiata e restai incanto a guardare il suo profilo. Era totalmente concentrato sulla visione del film, con la fronte aggrottata e le labbra schiuse, che di lato risultavano ancora più carnose. La guancia dalla rotondità perfetta implorava di essere pizzicata e non lo feci soltanto perché sapevo quanto gli desse fastidio. Anche se a volte cedevo proprio per godermi la sua espressione da pulcino imbronciato.
Con la coda dell'occhio notò che lo stavo fissando e mi rimproverò, dicendo di fare attenzione al film arrivato agli sgoccioli, perché il vero spettacolo era quello. Come glielo spiegavo che di quell'ora e mezza avevo visto sì e no venti minuti? Il vero spettacolo erano le sue espressioni, o il modo in cui si gustava il gelato e provava piacere nel cambiare posizione in favore di una migliore.
Lo accontentai... o almeno finsi di farlo, perché mi avvicinai di più e gli passai un braccio intorno alle spalle per tirarlo a me; posò in automatico la testa sul mio petto e portai l'altra mano sulla pancia. Intrecciò le nostre dita e rise per una battuta del film, eppure il cambiamento nel suo odore e il battito improvvisamente accelerato del suo cuore rivelarono quanta attenzione mi stesse in realtà dedicando.
Il film terminò poco dopo e Jiminie spense la tv, facendo calare il buio nella stanza. Il suo respiro leggero, il frusciare nervoso dei piedi accanto ai miei e il calore del corpo contro il mio mi stavano rendendo conscio della situazione.
E della voglia che avevo di spezzare il suo respiro con un bacio o di rendere fuoco la pelle sotto al mio tocco.Il pulcino si alzò a sedere all'improvviso e sollevò le braccia per sgranchirle; mi venne istintivo massaggiargli le spalle, ma me ne pentii quando mugolò di piacere e reclinò la testa all'indietro. Lo lasciai di scatto e mi allungai verso il comodino per accendere la lampada.
Bussarono lievemente alla porta e la madre si affacciò dopo aver ricevuto il via libera del figlio. «Tesoro, resti a cena?»
«Jimin mi ha invitato, ma se disturbo...»
«Non dirlo neanche per scherzo!» esclamò bloccandomi. Entrò per prendere la vaschetta sulla scrivania e ci guardò con rimprovero. «Preparerò il tuo piatto preferito. È ancora il jeyuk bokkum?»
«Sì, zietta, ma non devi perdere tanto tempo per me.»
Mi liquidò con un cenno della mano. «Raggiungeteci in cucina per le otto.»
E restare ancora chiuso lì dentro da solo con Jiminie?
«Vengo ad aiutarti» mi proposi, scendendo dal letto.
Jimin fece lo stesso, senza darmi il tempo di dargli una mano, e fece il giro del letto per uscire insieme a noi. Sembrava un po' deluso da quella svolta, ma non potevo rischiare di cedere a istinti che non avrei dovuto avere nei suoi confronti.
In cucina l'atmosfera cambiò totalmente e riuscii a rilassarmi perché mi piaceva destreggiarmi ai fornelli, soprattutto per preparare i miei piatti preferiti.
La zia si lasciò aiutare senza imporre il proprio modo di cucinare e furono pochi gli accorgimenti che mi suggerì per migliorare. Li accettai con educazione, sempre pronto a imparare da chi ne sapeva più di me.Quando mi voltai con la ciotola piena delle spezie per marinare la carne, mi ritrovai a fissare il viso sorridente di Jimin. Si era seduto al tavolo, con il mento posato sulle mani a osservare me e la madre.
Gli posai la ciotola davanti e inarcai un sopracciglio. «Dovresti metterti comodo sul divano.»
«Questo è il mio spettacolo e dal salone me lo perderei» dichiarò, sfidandomi a contraddirlo.
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Fuoco e Stelle [Yoonmin]
FanfictionCARTACEO DISPONIBILE SU AMAZON, CON UN CAPITOLO INEDITO *** [COMPLETA] Attenzione: Omegaverse, Mpreg! *** Min Yoongi è un alpha discendente da una famiglia di alpha puri. Ha tutto nella vita: una carriera promettente come produttore musicale nell'e...