Velo nero

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Per tutta la mattinata seguente, rimasi nella mia stanza a leggere.

Quando scesi a colazione, Tristan era già uscito, e quando fu l'ora di pranzo, era ancora fuori.

Il pomeriggio lo passai a scrivere una lettera alla mia famiglia.

Parlai della grande casa elegante, e dell'uomo che mi aveva portata a casa in limousine.

Scrissi che tutti erano molto gentili con me, e accennai distrattamente al fatto che in casa vivesse un altro ragazzo.
Poi misi un francobollo che avevo trovato nel cassetto e andai al piano di sotto. Incontrai Mariam mentre sistemava un vado di fiori.

Appena mi notò, le sue labbra si aprirono in un sorriso. "Buongiorno signorina, ha bisogno di qualcosa?".

"Si" dissi. Le mostrai la busta. "Dovrei spedire queste lettere... Sa dove le posso imbucare?".

Lei mi guardò con espressione sorpresa. "Oh, non ce n'è bisogno" Allungò con fare gentile la mano. "Posso inviarla io per lei."

Scossi la testa e le sorrisi. "È da ieri che non esco di casa, non si disturbi."

Mi disse allora che c'era una buca delle lettere alla fine della strada, proprio prima dell'incrocio.

Uscii all'aperto e sentii l'aria fresca di settembre scompigliarmi i capelli biondi.
Seguii le indicazioni di Mariam e arrivai alla buca tenendo stretta la lettera con l'indirizzo di casa.

Mentre la imbucavo, il mio sguardo fu catturato da una figura dall'altra parte della strada, e i miei occhi si fermarono subito lì, quasi chiamati.

Con due libri nella mano destra e i capelli neri che gli ricoprivano la fronte, Tristan camminava guardando avanti a sé.

Era così elegante e irraggiungibile che mi fece fermare.

Le gambe lunghe e slanciate si muovevano leggiadre e svettava alto tra gli altri passanti.

Sembrava che tutte le persone attorno a lui avessero l'impulso involontario di spostatesi dal suo cammino, lasciandolo continuare a camminare in linea retta.

Passò davanti ad un gruppo di ragazze, e loro si scambiarono sussurri e risatine mentre i loro occhi languidi lo seguivano mentre lui se le lasciava alle spalle.

Stava tornando a casa dalla biblioteca, probabilmente.

Se mi avesse visto, avrebbe potuto pensare che lo stessi seguendo.

Quasi avesse sentito il mio ragionamento, Tristan girò piano la testa e guardò nella mia direzione.

Vidi nascere un sorriso furbo sulle sue labbra e sentii le guance scaldarsi per imbarazzo.

Una folata di vento improvvisa mi fece cadere di mano la lettera di cui mi ero momentaneamente scordata e, quando mi fui rialzata dopo averla recuperata, persi un battito.

Lui non c'era da nessuna parte.

Tornai irrequieta a casa ed entrai silenziosamente.
La zia era in camera sua a risposare, e di Mariam non c'era l'ombra.

Allora andai in biblioteca e lo trovai , appoggiato ad uno scaffale con gli occhi fissi sul libro che aveva in mano.

Tornai subito indietro, timorosa che potesse cogliermi nell'atto di spiarlo.
Lo conoscevo da poco, ma la strana sensazione che mi infondeva la sua presenza sembrava essere lì da sempre.




Starsene seduta in fondo al tavolo era parecchio noioso.

Guardai il piccolo orologio al mio polso e capii che ero lì ad ascoltare le loro chiacchiere da quasi due ore.

La cena delle donne in carriera procedeva bene; zia Beryl stava parlando animatamente con una donna al suo fianco e io me ne stavo in silenzio in disparte.

Dalla parte opposta del tavolo, due posti più in là, Tristan fissava il suo piatto mentre giocava con la forchetta.

Anche se aveva gli occhi persi e freddi, mi incuteva lo stesso timore.
Ogni tanto, se qualcuno gli chiedeva qualcosa, lui sorrideva e rispondeva educatamente.

La zia si alzò e aprì le braccia.

"Bene signori!" disse energicamente. "Vogliamo spostarci in soggiorno, così da decidere le ultime cose?"

Gli altri acconsentirono e capii che da quel momento in poi, la presenza mia e di Tristan, non era più richiesta.

Ci alzammo e salutai tutti con un sorriso educato.
Lui era già fuori dalla stanza e camminava veloce su per le scale.

Non resistetti, la curiosità era troppa.

"Tristan" dissi dietro di lui.

Si fermò di colpo e voltò la testa verso di me. Incontrai i suoi occhi ghiacciati e riuscii a vedermi riflessa.

"Io e te..." Sentii la mia voce farsi sottile sotto il peso del suo sguardo. "Cosa sei tu per me?".

Un sorriso si formò sulla sua bocca rosea. Teneva una mano dentro la tasca dei pantaloni e con l'altra di allentò il colletto della camicia.

Seguii quel movimento con troppa attenzione.

La sua voce si sentì molto più della mia. "Intendi dire" si prese gioco di me sorridendo. "Qual è il nostro grado di parentela?"

Annuii e sentii il cuore battere nel torace.

"Chi è la zia, per te?" chiesi ancora.

Ci pensò su un attimo. "Lei è la moglie del fratello di mio nonno" disse. "Cioè mia prozia. Non ho legami di sangue con lei". Inclinò il mento verso il basso, continuando a guardarmi. "Come non ne ho con te".

Zia Beryl era la sorella di mia nonna. Io ero sua parente.

Ma non sua. Non di Tristan.

Con un passo mi fu vicinissimo, il suo petto quasi toccava il mio.
Portò il viso vicino al mio e con un'espressione derisoria mi sussurrò:

"Tu non sei nulla per me"

La sua mano si era alzata e prese  ad attorcigliare attorno ad un dito una ciocca dei miei capelli biondi.

Potevo sentire il calore del suo corpo, il battito lento del suo cuore, il freddo dei suoi occhi di ghiaccio.

Percepivo il suo velo di mistero sulla pelle, e per poco non volli strapparglielo di dosso.

Poi una porta che sbatteva.

Lo scricchiolio di alcuni passi sul legno, e la luce di una stanza che si accendeva.

In un attimo, Tristan si scostò da me e il suo profumo si perde nell'aria mentre spariva al piano di sopra.

Mi abbandonai in un respiro profondo.

"Signorina Harrison?"

Mi scossi, e vidi davanti a me Mariam.

"Cosa fa qui al buio?" mi chiese. "Le serve qualcosa?".

Scossi la testa, sforzandomi di sorridere. "Nulla, grazie, stavo andando in camera. Buonanotte."

Salendo le scale, dovetti trattenermi per non abbassare la maniglia della stanza accanto alla mia.

I miei occhi riflessi nei suoi mi rimasero nei pensieri fino alla mattina successiva.

Siamo Sotto la Stessa PioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora