Mani bianche

328 15 10
                                    

Le lezioni si svolsero al meglio.

Avevo saltato la prima metà della prima ora, ma nessuno si arrabbiò con me.
Quando era suonata l'ultima campanella, temetti di venir buttata a terra dalle ragazze che si fiondavano fuori dalla porta.

Erano state tutte gentili con me.
Dopo che dissi che vivevo a casa Brightwood, ogni singola ragazza che mi passava davanti, mi chiedeva di Tristan.

Un ragazza un paio d'anni più giovane di me, mi diede pure una rosa da dargli da parte sua.

Per tutti, io e lui, eravamo cugini di secondo grado.

Io risposi con noncuranza che non lo conoscevo bene, e rifiutavo di riferirgli qualsiasi tipo di messaggio.

Stava diventando snervante.

Quando uscii da scuola aspettai sul piazzale che uscisse anche Shannon.

Alcuni ragazzi che uscivano dalla Jones, mi lanciavano occhiate e sguardi canzonatori.
A quanto pare, la mia speranza di passare inosservata, fu presto smentita.
Anche le cose più assurde e impensabili mi si palesarono davanti.

Un tipo piuttosto basso, con un gruppo di ragazzi alle calcagna, mi passò di fianco ridendo.

"Alle campagnole è permesso venire qui?" disse sghignazzando ai tre tirapiedi che si portava dietro.

Gli lanciai uno sguardo di fuoco e gli risposi a tono.

"E gli idioti chi hanno pagato per entrare qui?"

I suoi amici risero ma lui per poco non li picchiò.
Se ne andarono via, e dietro di me sentii degli applausi.

Mi voltai, e vidi Shannon che che veniva verso di me.

"Non so se sei stata fantastica o stupida!"

Mi diede una pacca sulla spalla, e io la guardai confusa.

"Stupida?"

"Oddio è vero! Tu non sai chi è quello! Beh, solo per  informarti, ma hai appena parlato al figlio del dirigente della Jones. Lui è Marc Jones, e la sua famiglia dirige l'istituto da più di quattro generazioni!"

Aggrottai le sopracciglia.

"E quindi?"

Lei scoppiò a ridere.

"Sei fantastica!"

Cominciai a camminare verso casa, ma lei si bloccò.

Alzò un braccio e lo agitò in aria.
Guardai nella direzione di chi stava salutando, e il mio cuore sussultò.
Tristan guardava dalla nostra parte, e ci osservava con la bocca corrucciata.

Shannon lo stava... chiamando?

Poi un ragazzo accanto a lui ricambiò il saluto e venne verso di noi.

Tristan, dietro di lui, fece per andare via, ma il ragazzo lo tirò per il braccio. Arrivarono davanti a noi e abbassai la testa.

"Ehi, ragazzi! Ho conosciuto tua cugina, sai?"

"Non siamo parenti."
"Non è mio cugino"

Le nostre voci si sovrapposero.
Per un momento io e lui ci guardammo negli occhi, e nei suoi c'era uno strano luccichio.

"Come dite? Ok, ok, va bene. Eileen! Lui è Jacob."

Dal modo in cui i due si guardavano, presupposi fossero più che amici.
Infatti, quando tesi la mano verso Jacob, Shannon divenne improvvisamente rossa.

"Piacere Eileen"

Tristan stava in silenzio.
Anche lui stava fissando le nostre mani stringersi, e giurai di vedere i suoi pugni contrarsi un po'.

Pensai che fosse una strana reazione.

La ragazza cominciò a camminare.
Io ero di fianco a lei, poi c'era Jacob, e poi Tristan.
Io e Shannon camminavano leggermente più avanti di loro.
Lei continuava a parlarmi, e io capivo la metà di quello che diceva.
Alla fine finii per acconsentire quando mi rivolgeva qualche domanda e a guardare la strada sotto i miei piedi.

Poi cominciò a parlare con Jacob, e io rimasi in silenzio.
Quasi non mi accorsi, quando il foulard mi cadde dalla borsa.
Me ne resi conto solo pochi passi dopo, allora mi fermai per raccoglierlo.

Ma qualcuno mi precedette.
Una mano bianca aveva afferrato il tessuto e me lo stava porgendo delicatamente.

"Tieni, ti è caduto."

Proseguii con lo sguardo il braccio fino ad arrivare al suo viso.

Tristan era davanti a me mi guardava.

Allungai la mano e afferrai timidamente il foulard.

"Grazie" sussurrai appena.

Lui era sul punto di dire qualcosa, ma Shannon ci chiamò a gran voce.

"Ehi, ragazzi! Venite o no?"

Scoccai un'ultima occhiata agli occhi chiari di Tristan, prima di raggiungere a passi lenti gli altri due ragazzi.

Quando fummo davanti a casa Brightwood, Shannon mi diede l'indirizzo di casa sua, e mi disse di andare a trovarla quando volevo.
Salutai lei e Jacob e entrai dall'alto cancello di ferro.

Quando arrivai davanti all'entrata, Tristan era lì in piedi appoggiato al muro.
Era di spalle, e teneva la testa china sul braccio che teneva appoggiato allo stipite della porta.

In quel momento più che mai, lo trovai attraente e altissimo.

Messo così, mi impediva di entrare in casa, e cercai di chiamarlo.

"Tristan? Puoi..."

Non finii in tempo che mi ritrovai con le spalle al muro e il suo viso tra i capelli.
Ero bloccata dal suo corpo.
Mi era impossibile muovermi.

"Ti hanno mai detto... che hai dei bei capelli...?"  mormorò suadente al mio orecchio.

No, non me lo avevano mai detto.

Prese una ciocca bionda, e la strinse nel palmo.
Un piccolo raggio di sole illuminò i fili di seta e lui li guardó affascinato.

"Sotto la luce... sembrano quasi rossi"

Portò la mano al viso, e annusò i miei capelli.

I nostri visi erano vicinissimi.
Potevo sentire il suo fiato caldo premere sulla mia guancia.

Si scostò veloce, prima che la porta si aprì e la voce di Mariam mi entrò nelle orecchie.

"Dove saranno...? Oh, siete arrivati."

Entrai nascondendo il fiatone, e prima di scomparire su per le scale, Tristan mi scoccò un'occhiata che mi fece tremare le gambe.

Siamo Sotto la Stessa PioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora