Poco più in là

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Eileen Harrison's POV

Stringevo con la mano destra la penna e con l'altra quella di Shannon.

Eravamo in fila per due davanti all'entrata della sala degli esami e io fremevo d'ansia.

Ogni traccia di sicurezza se n'era andata via circa due giorni prima, quando realizzai che forse non sapevo abbastanza.

Eravamo le ragazze da una parte, i ragazzi dall'altra. Disposti per classi, riuscii a scorgere Marc e la sua cricca ridere imbarazzati e ansiosi.

Poco più in là, Jacob guardava nella direzione di Shannon, e un lieve rossore gli macchiò il viso.
Accanto a lui, Tristan stava serio e composto come sempre, e i suoi occhi guizzavano per la stanza in cerca di qualcosa.

Alla fine si posarono su di me.

Mi ghiacciai.

Cercai di lanciargli un sorriso svelto, ma non feci in tempo che lui già passò oltre. Rimasi un po' delusa.

Ci fecero entrare e io capitai due posti più indietro a Shannon.
Ogni traccia di speranza sul fatto di copiare, se ne andò via. Imprecai tra me.

Stare seduta su un banco singolo in mezzo ad altre centinaia di ragazzi nella mia stessa situazione mi rassicurò appena.

Ci diedero tre ore e ci dissero di partire.

Il mormorio iniziale si spense dopo che i professori cominciarono ad aggirarsi tra i banchi, sgridando chi tentava di copiare.

Dopo appena trenta minuti, mi trovai con un buco di memoria e con la penna quasi scarica.
Finii gli esercizi che ricordavo e mi fermai a pensare su quelli più difficili.

Poi sentii qualcosa battere sulla schiena. Controllando un attimo in giro, voltai piano la testa.

Solo in quel momento realizzai che dietro di me era seduto Marc.

Quando si accorse che lo avevo sentito alzò la testa dalla prova.

"Che c'è?" bisbigliai a bassa voce.

"Sei libera domani?" mi disse a tono decisamente troppo alto.

Un professore che passava nella fila di fianco ci richiamò.
Tornai a guardare avanti.

Dopo qualche secondo sentii ancora un piede sulla schiena.
Questa volta mi girai velocemente.

"Cosa c'è?" domandai spazientita.

"Ti ho chiesto se sei libera domani pomeriggio" bisbigliò sicuro.

"Perché?"

Un professore ci zittì da lontano.

"Ho una cosa da mostrarti..."

"Jones! Harrison! Ora mi avete stancato! Fuori da qui!"

Un docente tirò via da sotto il naso il foglio dell'esame a Marc e fece lo stesso con il mio.

"Questi li prendo io, e ora uscite!"

Poi spostò la sua sedia e mi invitò a fare lo stesso.
Ci osservò finché non uscimmo dalla sala.

Quando dietro di noi si chiuse la porta, io avevo i pugni chiusi dal nervosismo.
Ora ci trovavamo in un corridoio molto ampio, con due scalinate che conducevano ai piani superiori ai lati.

Mi voltai verso Marc e lo guardai male.

"Beh? Che ti è preso? Per colpa tua ora potremo non passare gli esami!"

Sbuffai sonoramente.
Lui non sembrò preoccupato. Invece mi rispose scocciato:

"Dai, Eileen. Lo sai anche tu che hai fatto tutto perfettamente"

Poi si mise le mani in tasca e si avvicinò a me. "Piuttosto, che mi dici?"

Lo guardo confusa.

"Quindi? Sei libera domani?"

"Io... Si, penso di si..."

Il suo sguardo si illuminò.

"Perfetto! Allora... che ne dici di trovarci davanti alla biblioteca domani pomeriggio?"

Scioccata, scoccai un debole cenno con la testa.
Si avvicinò a me e mi prese la mano.

"Mi farebbe molto piacere portarti in un posto... Sai, in questo periodo ci siamo avvicinati molto..."

Era ad un passo da me.

Poi un rumore ruppe l'aria.

Mentre Marc avvicinava il viso al mio, io mi sporsi di lato per vedere chi stesse uscendo dalla porta della sala.

Tristan camminava slanciato verso di noi, mentre un professore dentro la stanza lo guardava serio.

Quando finalmente la porta si richiuse alla sue spalle, anche Marc si girò.

Gli occhi di Tristan si soffermarono su di me per un secondo, poi scesero sul ragazzo che avevi vicino.
Lo guardó con un misto di disgusto e ribrezzo che mi fece rabbrividire.

Marc si scostò imbarazzato da me, ma non prima di aver rivolto un sorriso soddisfatto nella sua direzione.

Tristan su sistemò dall'altra parte del corridoio.
Si appoggiò al muro e incrociò le braccia al petto con fare scocciato.
I capelli neri coprivano i suoi occhi, e non riuscivo a capire dove fossero puntati.

Marc, appoggiato al muro vicino a me, si morse il labbro e mi sussurrò l'orario in cui ci saremo incontrati l'indomani.

Annuii piano, indecisa.

Abbassai la testa, ma alzai gli occhi per guardare il ragazzo dall'altra parte.

Lo avevano mandato fuori perché aveva copiato?

Proprio Tristan?

La cosa mi parve surreale.
Con un gesto lento della testa, incontrò i miei occhi e io vidi i suoi ricchi di una strana emozione.
Non sapevo dire di cosa si trattasse, ma mi provocò uno strano tuffo al petto.
Mi fece quasi paura.

Poco dopo, i professori ci richiamarono dentro, e ci intimarono di stare buoni.
Marc si sedette dietro di me, mentre Tristan mi sistemò poco posti più in là.

Saperlo da sempre così vicino a me mi fece sentire stranamente esposta.

Siamo Sotto la Stessa PioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora