Quella sera scesi per la cena un po' in anticipo.Trovai Mariam in cucina, intenta ad informare una torta di mele nel forno.
"Buonasera signorina Harrison." disse quando mi vide entrare. "Stavo per venirle a dire che stasera avrebbe cenato da sola. Sua zia e il signorino Brightwood rimarranno in camera."
"Oh... Allora non si scomodi a prepare solo per me. Mangerò qualcosina e salirò anche io in camera."
Mariam acconsentì e tornò ad occuparsi del dolce.
Mangiai in fretta una fetta di sformato, e salii al piano di sopra.Prima di entrare in camera mia, però, mi fermai a guardare il corridoio.
Allora camminai fino alla porta più in fondo, e bussai lenta."Avanti" sentii, seguito da un colpo di tosse.
La zia stava sdraiata sul letto, e guardava fuori dalla finestra con sguardo malinconico.
"Buonasera, zia. Come sta?"
"Oh, sei tu cara... Temevo fosse Mariam con le sue solite pastiglie da farmi ingerire" Sorrise. "Beh, ti dirò la verità, speravo di non sentirmi mai così. Ma vieni qui, piuttosto."
Mi fece segno con la testa e picchiettó la mano debole sul letto.
Mi sedetti accanto a lei, e la guardai."Sperava?"
"Non siamo immortali, non è vero?" Scosse la testa e sbuffò. "Speravo fosse così almeno per me, ma la vecchiaia è venuta a bussare anche alla mia porta parecchi anni fa. Volevo aspettare più tempo possibile prima di sentirla pesare sulle mie spalle" Guardò lontano, fuori dalla finestra. "Ma è arrivata. E starò bene, cara. Non vi libererete di me così facilmente."
Le sorrisi, e pensai che anche allo stremo delle forze, la zia Beryl sapeva come farmi ridere.
"Ma dimmi, come ti sembra la scuola?"
Feci un profondo sospiro. "È tutto molto interessante, e ho conosciuto parecchie persone."
Lei annuì, interessata. "E Tristan? Ti ha aiutato ad ambientarti?"
Inclinai la testa di lato. "Si, ma non sembra che io gli vada a genio".
"Beh, ha un passato difficile" abbassò la voce come se temesse che le sue parole potessero arrivare fino a lui. "I suoi genitori me l'hanno lasciato qui diversi anni fa. Erano molto impegnati all'epoca, andavano in giro per tutta l'Inghilterra a fare quel che facevano, e ora vengono qui di tanto in tanto. Povero ragazzo. Ma è tanto buono e intelligente dietro quegli occhi di ghiaccio, mia cara. Spero davvero possiate diventare amici, un giorno."
Non avevo mai avuto tanti amici durante la mia vita. Mi circondavo di poche persone fidate e raramente conoscevo gente nuova.
Amici. Io e Tristan non lo saremo diventati.
Qualcuno bussò forte alla porta e pa zia sussultò tra le coperte.
Dalla porta fece capolino la testa di Mariam e quando entrò le vidi tra le mani delle piccole pastiglie colorate.Mi alzai in piedi. "Vado zia" le sorrisi. "Riposi, mi raccomando."
Passai un attimo in camera, presi dal fondo della valigia il libro che avevo portato da casa e scesi le scale fino ad arrivare in biblioteca.
Mi sedetti sulla poltrona di pelle portando i le ginocchia al petto e mi misi a rileggere per la centesima volta il romanzo.
Pian piano fuori la luce scomparve e quando fu tardi, appoggiai il libro sulla scrivania e senza rendermene conto sprofondai nel sonno.
Il sogno che feci fu molto reale.
C'erano dei movimenti lontani, che piano piano venivano verso di me.
Strisce di colore, sbavature di blu, rosso, nero. Colpi di luce, ombre scure, immagini lucide e altre appannate.Una mano si avvicinò a me e mi sfiorò lenta il braccio.
Su e giù, tormentando la mia pelle in strazianti carezze fredde.Qualcosa mi spinse i capelli dietro l'orecchio, trattenendosi delicato vicino al viso.
Poi un velo mi ricoprì il corpo e un caldo tepore mi avvolse.
Mi ricoprì di ombre, di luce, di sogni.Quella presenza rimase immobile davanti a me per parecchio tempo.
Mi osservava silenziosa, senza malizia o derisione.Con quell'innocenza che solo i bambini possiedono, che solo loro conservano.
E poi, quando il sogno diventava più sfocato e scuro, se ne andò lasciando nell'aria un profumo che riconobbi.
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Siamo Sotto la Stessa Pioggia
RomanceEileen è una ragazza come tante. Dopo aver ricevuto la lettera d'ammissione per un istituto femminile a Birmingham, viene ospitata dalla prozia in un'elegante casa di centro città. Anche se pensava vivesse da sola, è costretta a ricredersi, perché...