Dimmi cosa sono 🔴

218 10 4
                                    

-"Sei debole"
"Forse sono solo umano"
"Si, e ti invidio"-

Eileen Harrison's POV

Rimasi un attimo interdetta.

Fissai il vestito steso sul letto: era viola scuro e aderente.
Forse troppo.
Sorrisi e lo indossai e, per la prima volta in vita mia, mi sentii sicura di me stessa.

Erano passati dieci minuti.

Me ne stavo seduta a gambe incrociate su una panchina fuori dalla biblioteca.
Il freddo era pungente e sentivo le gambe intorpidirsi.
Mi guardai in giro. Nulla.

Forse è solo in ritardo mi ripetevo.

Erano passati venti minuti.

Sentivo freddo a tutto il corpo, e la testa mi doleva un po'.

Attorno a me le persone si affrettavano ad entrare negli edifici, tanto era fredda l'aria.
Il cielo si stava scurendo, e spettrali ombre su arrampicavano sotto gli alberi.

Sentivo un vuoto dentro di me.
Non capii se si trattasse di un senso di tradimento o di semplice delusione, ma non mi piaceva.

Erano passati quaranta minuti.

Le mie mani tremavano, il cuore batteva.
Marc non si era ancora fatto vivo, e a quel punto pensai che non lo avrebbe mai fatto.

Una strana rabbia a me sconosciuta mi montò dentro.
Non era logorante e accecante, piuttosto era come un fastidio confuso dopo un tradimento.
Mi sentivo stupida, stretta nel cappotto e sola come un cane.
Ormai si era fatto scuro, e dentro di me un buio inspiegabile mise radici.

Erano passati cinquanta minuti.

Ancora nulla.

Quando sentii qualcuno picchiettarmi la spalla, un barlume di speranza si illuminò nei miei occhi.

"Eileen?"

Mi girai di scatto, con uno stupido sorriso sulle labbra.
Non era Marc, no.
Quel ragazzo non lo conoscevo.

"Tu sei Eileen Harrison, vero?"

Annuii piano, troppo confusa per parlare.
Il ragazzo parve in difficoltà. Si portò una mano dietro la nuca e guardò di lato.

"Beh... Ho una cosa per te..." Mi porse un biglietto. "È da parte di Marc. Si scusa di non esserci potuto essere."

Afferrai il biglietto dopo un momento di indecisione. Il ragazzo mi salutò e se ne andò impacciato.

Aprii il biglietto chiuso in quattro e lo guardai sgranando gli occhi.

Ciao Eileen, scusami se non sono venuto, davvero. Vedi, ho incontrato tuo cugino, e mi ha detto di starti alla langa e ha minacciato me e la mia famiglia.
Mi spiace Eileen, ci vediamo a scuola. Marc.

Mi ritrovai con gli occhi spalancati e un'espressione di pura sorpresa nel viso.
Poi la rabbia prese il posto dello stupore.
Non era come quella di prima, sentivo bruciare ogni parte del mio corpo.

Mio... cugino aveva fatto tutto ciò?

Tristan si era permesso di fare una cosa del genere?

Non ci vidi più, mi alzai e raggiunsi casa in un momento.
Tolsi la giacca e la lanciai sull'attacapanni.
Poi mi fiondai su per le scale e arrivai davanti alla sua camera da letto.

Con una sicurezza presa non so dove, spalancai la porta e lo cercai con lo sguardo.

Avevo ancora le guance arrossate dal freddo, e le gambe pesanti.
Lo vidi lì, perfettamente immobile con un libro tra le mani seduto sulla sedia della scrivania.

Siamo Sotto la Stessa PioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora