12. L'istinto non sbaglia mai.

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L'ultimo giorno.
L'ultimo giorno, solamente uno e poi sarei tornata a New York, sarebbe ricominciata la scuola e con quest'ultima l'ansia per il diploma.

Non ero pronta quell'anno a lasciarmi alle spalle le vacanze natalizie e tornare alla realtà.

Fosse stato per me sarei rimasta in Canada, lontano da tutto e tutti, per sempre.

New York era una delle città più famose al mondo, una delle più belle, ma avaeva una cosa che proprio non sopportavo per viverci: il caos.

Essendo una persona estremamente pacata e ansiosa, le grandi città non hanno mai fatto al caso mio, infatti non mi è mai piaciuto uscire per la città, ma ho sempre preferito fare un giro al Central Park o leggere nella mia caffetteria preferita, dove regnava sempre una quiete rilassante.

"Lila, pronta ad uscire?" urlò Cameron dall'altra parete della porta.

L'aprii lentamente e lo guardai storto.

Il vestito che avevo messo non mi piaceva.

Il posto dove stavamo andando lo detestavo.

Non so, infatti, come mi aveva convinta ad andare ad una festa a casa di uno amico suo e di Logan, io odiavo le feste, eppure era riuscito a convincermi.

Era l'ultima sera e volevo divertirmi pure io, ma non avrei mai pensato di potermi ritrovare ad una festa, con un vestitino blu rubato ad Asya, a bere birra da un bicchiere rosso mentre il muo migliore amico giocava a Beer Pong.

"Andiamoci piano stellina, umm?" disse ridendo il moro, strappandomi il bicchiere dalle mani mentre mi passava accanto con una mora alquanto alta.

Aveva i tacchi, io odiavo i tacchi.

Alzai le braccia e lo guardai malissimo, lui rise e si allontanó raggiungendo i suoi amici.

Già, Logan. Non lo avrei mai capito.

Prima faceva il dolce calmandomi un attacco di panico e restava a dormire con me e adesso aveva ricominciato a prendermi in giro.

Cameron mi mise immediatamente un altro bicchiere in mano.

"Tieni e lascialo perdere. Andiamo a ballare piuttosto."

Il mio migliore amico mi prese per mano trascinandomi in pista e cominciando a ballare finché non mi fece scappare un sorriso, a quel punto lo seguii a ruota.

Mi stavo divertendo, stavo ridendo con Cameron, eppure i miei occhi ricadevano infondo al salotto, dove il riccio se la rideva con una birra in mano insieme ai suoi amici ed un'altra ragazza seduta sulle ginocchia.

Non ero gelosa, ma sentii la delusione che saliva dalle vene dritta fino al cuore, se avesse fatto una mossa falsa mi si sarebbe spezzato all'istante, e di nuovo.

Cam mi fece fare una giravolta, e quindi lo persi di vista.

Mi costrinsi a lasciar perdere. Non solo per non rovinarmi la serata, ma per non pensare più lui, per dimenticarmi della sua dolcezza, della sua gentilezza, del suo sorriso sincero, i suoi ricci spettinati la mattina e la voce roca mentre era sopda di me... Ma poi mi voltai ulteriormente e lo vidi mente si limonava una ragazza con i capelli rosso fuoco sui gradini delle scale.

E fu li che incrociai i suoi occhi.

"Cam", lo richiamai, "Ho bisogno di bere." annunciai prima di dirigermi verso la cucina e versarvi un bicchiere di vodka, Gin, e molta altra roba che mi capitava tra le mani.

"Ei, forse è il caso di andarci davvero piano." cerco di togliermi uno shottino il mio migliore amico,ma senza successo.

"Lila perfavore, tu non lo sai reggere l'alcool." disse ancora.

Riscalderó il tuo cuore di ghiaccio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora