5. Leggo le stelle.

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"Ragazzi noi scendiamo in paese" dissi irruendo in soggiorno insieme a Cameron per chiedere ai nostri fratelli se volessero seguirci.

Eravamo lì da due giorni e ancora non eravamo andati per negozi e io sentivo il bisogno di entrare nella mia libreria di fiducia, perciò avevo convinto il mio migliore amico ad accompagnarmi a comprare alcuni regali di natale, visto che comunque mancavano solamente tre giorni e non avevo ancora preso i regali per Rose e Matihas.

"Devi andare in libreria?" mi chiese la riccia voltandosi velocemente verso di me.

Aveva un joystick in mano perciò alzai lo sguardo sulla tv e notai che lei e mio fratello stavano giocando alla play, come sempre

Ma riportai lo sguardo immediatamente su di lei e annui, subito dopo la vidi sorridere al suo amico e prima che quest'ultimo potesse controbattere si alzò dal divano e si andò ad infilare le scarpe poco più in là nel salotto.

Mi misi il giacchetto dopo essermi infilata i guanti, che scaldai velocemente con le mie mani e poi mi chiusi la porta alle spalle.

Ero stata tutta la mattina a leggere sulla poltrona davanti al camino con accanto Cameron, sorseggiando una cioccolata calda che avevo preparato per entrambi.

Il caminetto era la mia parte preferita della casa, amavo un sacco starvi davanti a leggere o riscaldarmi, perchè un libro e il calore delle fiamme mi facevano lo stesso effetto: erano i soli che riuscivano a riscaldarmi anche il cuore.

"Ragazze noi entriamo un attimo qua vogliamo prendere qualcosa per papà. " ci disse Mathias prima di entrare in un negozio di vestiti per uomini ed io capii subito che voleva fare un regalo a nostro padre ma che aveva bisogno dell'aiuto di Cameron.

Io ed Asya ci guardammo per poi dirigerci verso la libreria pronte a portarne mezza a casa.

Due ore più tardi ci fermammo nella nostra pasticceria preferita per fare merenda, ordinammo la solita cioccolata calda insieme a dei brownie.

Eravamo pieni di borse con regali e libri perciò faticammo a trovare posto fove metterli.

"Non ci credo!" esclamó Matihas appena tirai fuori un libro da una busta di carta verde.
Alzai la testa e lo guardai alzando un sopracciglio, sapeva benissimo che io in quella pasticceria leggevo sempre, qualunque cosa accadesse.

Se entravo là dentro prendevo obbligatoriamente una tazza di cioccolata calda, senza panna ne marshmallow, e aprivo subito un libro.

Stava per dirmi qualcosa ma poi sospirò e si arrese, sorseggiando la sua cioccolata.

"Ti va di venire a fare un giro in paese stasera?" mi domandò Cameron dopo cena, entrando in camera mia dopo aver bussato.

La settimana che precedeva il 24 dicembre, ogni anno a i paesi di tornoto mettevano musiche natalizie ogni sera, c'erano bancarelle e chioschetti con dolciumi, i nostri genitori ci portavano sempre quando eravamo piccoli ma crescendo avevano iniziato ad andare soli, così che noi potessimo divertirci girando per conto nostro nel paese.

Dissi di "si" al mio migliore amico e poi mi infilai un pantalone della tuta grigio e una sua felpa blu, mi truccati a pena e infine scesi di sotto dove mi stava aspettando, mi accorsi solo dopo eseere uscita di casa che i miei capelli erano ancora raccolti in una coda di cavallo sfatta, ma poco importava.

Affiancati Cameron e lo segui lungo la discesa che conduceva alla strada principale del paesino.

"Ah dimenticavo, Logan viene con noi" annunció spostando lo sguardo sul telefono.

Stronzo.
Sapeva che non sopportavo la sua presenza.
Nemmeno adesso che, come pensavano tutti, era "cambiato".

Gli tirai uno schiaffo sulla testa e poi camminai più veloce per distanziarmi il più possibile da lui.

Appena arrivammo in centro andammo in un bar con degli amici di Cameron e Logan, dove quest'ultimo passava molte serate in inverno per via del troppo freddo.

"Allora stellina, come vanno le vacanze?" mi chiese improvvisamente il riccio sedendosi vicino a me prima che potesse farlo il suo amico biondo.

Usò quel soprannome, quell'orribile soprannome che usava quando eravamo piccoli per beffeggiarmi.

Avevo nove anni e una sera, dopo una delle serate in cui lui rimaneva a dormure e quindi rimanrvamo svegli fino a tardi, mi trovó rannicchiata in una coperta sul terrazzo che percorreva la mia stanza e quella di Cameron.

Lui non riusciva a dormire mentre sui cugino si era già addormentato da molto, mentre io stavo ammirando le stelle come mio solito; mia madre odiava che stessi fuori dopo cena senza giacchetto perché ovviamente i gradi calavan molto di notte, ma a me piaceva un sacco guardare le stelle, luminose e talvolta incomprese, perché ognuna fi loro aveva un significato che quasi nessuno sapeva o voleva apprendere.

"Che ci fai li a quest'ora?".
Mi chiese con il solito ghigno.

"Leggo le stelle" risposi senza rivolgergli nemmeno uno sguardo.

E fu li che sbagliai, io non dovevo neanche rispondergli, eppure lo avevo fatto, senza preoccuparmene.

Da quella sera Logan, dopo avermi presa in giro, iniziò a chiamarmi Stellina, e ovviamente con il solo fine di deridermi per il mio carattere insolito e romanzato.

"Non ricominciare Logan" sussurrai a denti stretti, "comunque tutto bene, sai che amo stere qui." terminai con un sospiro.

Lui sorrise, sorrise a me.

Poi però portó lo sguardo sul cameriere e non mi rivolse più lo sguardo fino a fine serata, quando Cameron ed io lo salutammo.

Quella sera, mentre adagiavamo con cura i regali sotto l'albero, sentivo lo sguardo di Logan seguire ogni mia minima mossa.

Stavo parlando e scherzando con Cameron mentre mi prendeva in giro per tutti i libri che io e sua sorella avevamo comprato quel pomeriggio, finché il padre non lo chiamó in cucina ed io rimasi improvvisamente sola con il riccio.

Mentre riponevo l'ultimo regalo, ovvero quello per Mathias, mi sentii tirare una chiocca di capelli da dietro, perciò mi volti all'istante incontrando gli occhi di ghiaccio del mio peggior nemico.

Sospirai e con un sopracciglio inarcato gli tosi la mano sinistra dai miei capelli biondi.

"Lasciami in pace Logan." Dissi così sicura di me che la Lila bambina ne sarebbe stata molto fiera.
"Altrimenti?" mi rispose sogghignando.
Mi guardai intorno e poi decisi a rispondergli.
"Logan non siamo più dei bambini. Che gusto ci provi nel torturarmi, eh?" domandai con voce per niente tremolante, e in quel momento mi sentii per la prima volta potente contro di lui.

Il riccio sorrise e guardandomi le labbra si lecco le sue, ma più scosse la testa e tornò a guardarmi negli occhi.

In un batti baleno avevamo il mio naso e io suo erano ad un palmo di distanza, giurpndi aver sentito il battito del mio cuore iniziare ad andare all'impazzata.

 
"Ah stellina, come posso spiegartelo?" sorrise facendo sfiorare di proposito i nostri nasi e riportando velocemente le sue dita tra i miei capelli.

La pelle iniziò a bruciarmi come se stessi toccando il fuoco e un groppo mi si formò in gola all'istante, impedendo quasi di respirare.
Qualcosa dentro di me avrebbe voluto azzerare la distanza che si era creata tra le nostre labbra, mentre ancora respiravo a fatica.
Avrei voluto persino toccare la sua pelle calda ma mi ricomposi alla svelta, ricordandomi che Logan, come suo solito, mi stava dando fastidio.

"Rompi veramente le palle, Logan!" sputai acida spingendolo via da me mentre incrociavo le braccia al petto.

"E tu sei veramente bellissima, Camila!" sorrise lui.

Scossi la testa e uscì velocemente da quella stanza, avevo bisogno d' aria.

Avevo bisogno di stargli alla larga.

Riscalderó il tuo cuore di ghiaccio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora