19. A smile under the stars

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La sera seguente, dopo aver cenato sotto la supervisione di mia madre, incazzata come sempre per il ritardo di mio padre, e dopo la mia solita tappa di routine in bagno, entrai in camera mia con un forte giramento di testa, il quale mi costrinse a stendermi un po' sul letto, ma appena mi ripresi mi diressi subito sulla poltrona ad osservare il cielo polveroso di New York.

Mentre guardavo le stelle accovacciata sulla poltrona bianca, un movimento strano attirò la mia attenzione.

Dalla porta enorme a vetri del salotto del mio migliore amico, che era posizionata esattamente davanti alla finestra della mia stanza, spiccava un foglio bianco, con una scritta.

Misi a fuoco gli occhi e lessi delle semplicissime otto lettere, che cambiarono tutto.

"Ci manchi."

La testa di Logan spuntava proprio di lato al foglio un po' spiegazzato, insieme ad un sorrisetto impacciato.

Spalancai gli occhi e rimasi senza fiato alla sua vista. Che ci faceva lui a New York?

Mi arrivò un messaggio e lo vidi grattarsi la nuca.

Perfavore Lila, parlami.

Turai un sospiro di sollievo, ci pensai un attimo e poi digitati velocemente le tre parole più fredde che sisarebbe mai aspettato.

Che cosa vuoi?

Riportai immediatamente lo sguardo sul moro e lo guardai spenta finché non accese di nuovo il cellulare e il suo viso si illuminò.
Mise giù il foglio e prima di tornare a guardarmi scrisse qualcosa che mi inviò immediatamente.

Vederti sorridere.

Spalancai la bocca sbigottita, nessuno aveva pensato a me in quella lunghissima settimana, poi mi morsi un labbro e sospirai di nuovo. Mentre guardavo il cellulare in cerca di qualcosa da dire, per sembrare il più distaccata possibile e, per fargli credere che ciò che aveva appena detto non mi toccava affatto, sentii un colpetto nel vetro della finestra.

Lui era li, e mi stava facendo cenno di uscire.

Aprii immediatamente la finestra, senza pensarci due volte, e lo guardai impietrita scuotendo il capo.

Lui che ci faceva li?
Perché era a New York?
Ma soprattutto: che cosa voleva?

"Le guardiamo le stelle insieme, stellina?"
Domandò improvvisamente rompendo il silenzio, un silenzio per me durato più di sette giorni.

"Si...".
La mia risposta era flebile e sussurrata, ma almeno constatai di avere ancora la voce e le corde vocali funzionanti.

Riscalderó il tuo cuore di ghiaccio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora