23. L' attesa è finita.

53 0 0
                                    

Qualche mese dopo.

Il ticchettio dell'orologio appeso in salotto mi stava ormai innervosendo. Passavano i secondi, e con esso i minuti e le ore, e ciò mi ricordava che Logan era ormai a Kilometri di distanza da me.

Logan Dawson, il mio acerrimo nemico da una vita e anche l'unica persona che era stata capace di tirarmi fuori dalla mia stanza.
Ma purtroppo era dovuto tornare al college, proprio quella mattina di gennaio, ed i miei mostri erano tornarti subito a farmi visita, come se avessi una calamita addosso. Quel giorno, la fame era passata, il sonno scomparso e l'ansia riapparsa insistentemente, ma dovevo andare avanti perché avevo solo un obbiettivo: il diploma.

Mentre torturavo le mie povere mani mi decisi ad uscire di casa per prendere un po' d'aria.
Ormai a New York regnava il sole caldo e gli alberi erano fioriti, stavamo con le maniche corte e la neve era scomparsa da mesi. Tutto ciò mi creava una nostalgia enorme e malsana. Il distaccamento dalle ultime vacanze a Toronto di quell'ultimo natale mi mangiava dentro. Pensavo che ciò che succedeva a Saint-Sauveur rimaneva tra le montagne innevate e l'arietta fresca di Toronto, ma Logan mi aveva dimostrato che non era così, e se lui era riuscito a portarmi la magia a New York nel momento più buio della mia vita, allora c'era ancora una speranza.

Suonai il campanello del mio migliore amico e in men di pochi secondi mi ritrovai tra le braccia di Cameron. Negli ultimi mesi non si era distaccato un attimo da me, assicurandosi che non mi mancasse mai niente e che mangiassi e dormissi quanto dovevo, avevamo studiato insieme in vista del diploma quasi ogni giorno, mentre nel week-end, lui e la sua famiglia mi invitavano a passare la giornata con loro da qualche parte per farmi staccare la spina e non pensare che non avevo più la mia mamma che preparava con la sua migliore amica il pranzo della domenica. Chissà dov'era la mia mamma, chissà se ogni tanto pensava ai suoi figli. Avrei voluto parlargli, e capire perché ci aveva lasciati soli proprio in quel momento, comportandosi da codarda. Passai il resto della serata in casa Dawson, giocando con Asya, Cameron e Matihas a Just Dance, per poi risvegliarmi la mattina dopo nel letto di Cameron, con la sua tuta e sua madre che urlava per farci svegliare.

"Avete un diploma da prendere fra due ore, voi due. Volete alzarvi o no?" Gridò mentre spalancava le finestre e le tapparelle della camera del figlio. "Lasciaci in pace Mà" mugolò il mio migliore amico come suo solito, beccandosi un cuscino in faccia da me.

Aspettai che si alzasse e dopo averlo guardato ingurgitare due cornetti e il suo adorato cappuccino egregiamente, diversamente da me, con lo stomaco chiuso per via dell'ansia pre esame, uscì dalla sua casa diretta nella mia per prepararmi a quella giornata.

I pantaloni neri eleganti si accostavano perfettamente alla camicetta bianca e alla giacca nera che avevo scelto per quel giorno importante. Spazzolai i capelli raccogliendoli in una mezza coda e facendo scivolare davanti al volto alcuni ciuffetti biondi, poi misi una leggera passata di mascara e appena recuperata la mia borsa uscii di casa, dove i genitori del mio migliore amico stavano aspettando sia me che lui per salire in auto e dirigerci nel nostro liceo.

Le ore successive, che anticipavano la consegna dei diplomi, furono devastanti e infernali. Ripassai a mente il discorso che il preside in persona mi aveva chiesto di tenere mesi prima, ormai lo sapevo a memoria, lo avevo dedicato al nonno, quel discorso era mio quanto suo e tutto ciò che avevo fatto e conquistato lo dovevo a lui, soprattutto il mio percorso scolastico.

"Allora Lila, sei pronta?" Mi chiese Cameron mentre mi infilavo la toga e subito dopo il tocco, sistemandomi anche i capelli. Mi voltai con la mia solita faccia esasperata verso di lui e scandii un grande 'NO'. "Dai Lilia, sono sicuro che dopo aver preso il diploma andrà tutto per il meglio, promesso", allungò il braccio e tese il mignolino verso di me, proprio come da piccolo. Gli sorrisi e, alzando il braccio verso di lui, intrecciai il mio mignolo al suo.

Un bel respiro, un piede dopo l'altro e la mano sempre stretta a quella di Cameron, così camminavo inqueta verso il palco che era stato costruito nel campo da calcio della scuola. Ci sedemmo nelle sedie posizionate sotto al palco, mentre mano a mano anche lo spazio riservato ai familiari si riempiva sempre di più. Il preside fece il suo discorso rivolto a noi studenti e poi mi chiamò al suo posto per fare il mio. Ci misi qualche secondo per decidermi a lasciare la mano del mio migliore amico, ma poi finalmente mi decisi a salire sul palco e fare ciò per cui mi preparavo da mesi.

Ero lì, in piedi davanti al microfono con in mano il foglio su cui avevo messo il mio cuore nero su bianco, ma le corde vocali proprio non si volevano azionare e andare dietro al mio cervello, che al contrario era pronto a partire. "Da che cosa partire per fare un bel discorso alla consegna dei diplomi?", iniziai a parlare, cercando di calmarmi. "Questo mi sono chiesta non appena ho saputo che avrei dovute tenere questo discorso.", continuai sempre più propensa a fare bella figura. "Nella vita mi sono state insegnate molte cose, dalle più basilari a quelle più importanti e complesse..." Mi bloccai non appena il discorso iniziò, come da programma, a farsi più intimo e personale. Il respiro si faceva sempre più affannoso, le mani iniziarono a formicolare e sentivo l'ansia salire sempre di più, non ce l'avrei fatta, lo sentivo.

Ma poi vidi dei ricci neri farsi spazio tra la folla, fino ad arrivare vicino al padre di Asya e Cam. Spalancai gli occhi e due occhioni dello stesso color e del lago ghiacciato in Canada, mi sorrisero. A quel punto tutto dentro di me iniziò a collaborare. Cervello, cuore, corde vocali e bocca, tutto si fuse in una collaborazione unica per mostrare a Logan che grazie alla sua dimostrazione che ero forte, ero arrivata fino a lì, che nonostante tutto ce l'avevo fatta.

Finii egregiamente il mio discorso, facendo applaudire tutta la folla per dei lunghi, lunghissimi minuti. Infatti, al contrario di me che ero rimasta inchiodata sul palco, Logan ci mise un' eternità a raggiungermi. "Sei qui..." sussurrai non appena lo vidi salire le scalette in acciaio. "Sono qui stellina." Disse sorridendomi e bloccandosi in cima alle scalette, incredulo della mia felicità. Gli corsi incontro, non volevo più aspettare. Eravamo entrambi li, a meno di un metro di distanza, con i sorrisi splendenti in volto e la nostre calamite si stano attirando sempre di più, non c'era bisogno di far aspettare ancora quei bambini che si facevano i dispetti nella casa in Canada. Logan mi accolse nelle sue braccia possenti in un batter d'occhio, alzandomi di poco da terra e facendo una giravolta, poi mi rimise delicatamente a terra.

Ci guardavamo avvicenda negli occhi desiderosi e pieni di scintille, con i fiati mozzati e le farfalle nello stomaco. "Sono fiero di te Stellina." Mi sussurrò all'orecchio. "Grazie per avermi mostrato quanto volgo." Gli risposi facendo scivolare le mie mani nei suoi ricci neri e morbidi. Continuavamo a guardarci come se avessimo vinto alla lotteria, come una mamma guarda il suo bambino appena nato, come uno sportivo guarda la coppa che ha appena vinto. "Aspetta Lila... Che non mi ricordo una cosa..." Disse tutto a un tratto, poggiando le labbra carnose sulle mie e mandandomi in escandescenza tutto il corpo.

Ci baciammo lì, davanti a tutti, davanti ai suoi zii e ai suoi cugini, davanti a mio padre... ed io non potei fare a meno che sentirmi sollevata, perché ciò che avevo nascosto per anni a me stessa ora era reale, e lo era per tutti. "Ho un regalo per te." Mi disse dopo essersi staccato da quel bacio dolce e infinito. Mise una mano nella tasca posteriore dei pantaloni e mi mise davanti due biglietti aerei. "Il tuo sogno stellina, partiamo domani... se vuoi."

Lo guardai esterrefatta con le lacrime agli occhi. Due biglietti per Roma, per l'Italia. Era semplicemente un sogno. "Ma certo che voglio, Logan."

Ed è così che mi innamorai di lui.

Riscalderó il tuo cuore di ghiaccio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora