[Il quadro in foto: "Uomo che scrive una lettera" di Gabriel Metsu, National Gallery of Ireland, Dublino]
Trafelato il principe entrò nella stanza, finalmente si concedeva un momento per rilassarsi. Negli ultimi giorni aveva dovuto rimanere costantemente con la guardia alzata, specialmente dopo che Reiss l'aveva portato a conoscere quel ragazzino. Però aveva finalmente deciso di inviare una lettera al suo vecchio orfanotrofio, sommerso nuovamente dai ricordi giovanili, il giorno stesso in cui gli era stato "letto il futuro". Un ometto rasato gli aveva portato la risposta proprio quella mattina, mentre lui stava uscendo per tornare alla torre. Si chiamava Connie, o così credeva almeno; ricordava bene il suo sorriso gentile e gli occhi furbi con cui l'aveva squadrato prima di passargli la busta, dovrà essere uno in gamba per lavorare qui come maggiordomo aveva pensato. Ad ogni modo, era arrivato il momento di affrontare il passato.
Non riusciva a crederci, dopo tutti gli anni passati ad interrogarsi su dove potessero essere finiti i suoi amici, era bastato così poco per ottenere quell'agognata informazione. Eppure aveva come il sospetto che il suo essere diventato principe ereditario avesse in qualche modo influito sull'efficacia della sua richiesta.
Ma ormai non importava, aveva ottenuto quello che voleva: l'indirizzo di Farlan e Isabel (che a quanto pare ora vivevano insieme, cosa che non lo aveva minimamente sorpreso). Preparò subito l'occorrente, la mano che gli tremava appena mentre intingeva la penna nell'inchiostro nerissimo. La sua mano esitò, e una lacrima nera bagnò il foglio; ma poi si fece forza e cominciò a scrivere.
Caro Farlan, cara Isabel,
Non so con quale coraggio mi rifaccio vivo dopo tutto questo tempo, non ne avrei il diritto, lo so, ma non posso farne a meno. Non posso non covare nel profondo del mio cuore almeno un po' di speranza che voi non mi odiate ancora del tutto.
Non intendo scusarmi né cercare di arrampicarmi sugli specchi nel tentativo di giustificare le mie mancanze. Ma penso che meritiate una spiegazione di quello che successe all'orfanotrofio, ve la devo; e io invece penso di meritare almeno di sapere se state bene. Il sigillo reale sulla busta vi avrà già fatto immaginare molte cose, ma voglio che almeno fino a che non avrò esaurito le mie parole voi mi ascoltiate, senza pregiudizi, perché c'è così tanto di non detto che sento le mani tremare e il cuore scoppiarmi nel petto.
Il re e la regina di Mitras mi hanno adottato ed ora sono a tutti gli effetti il principe ereditario, adesso vivo a Mitras, anche se ci ho messo del tempo ad ambientarmi e ancora non mi sento del tutto a casa, i miei genitori hanno... ma forse questo lo avrete già sentito... forse non voglio sprecare tempo e fogli in informazioni che potreste ricavare facilmente di vostra iniziativa. Ho deciso, vi racconterò davvero la mia vita, per quanto vi possa interessare, nella speranza che, se mai deciderete di rispondermi, attraverso il vostro racconto potrò sentirvi almeno un poco più vicini. Ho paura. Oh Isabel vorrei che fossi qui, vorrei che potessi confortarmi come facevi quando eravamo bambini. Vorrei che tu Farlan potessi darmi una di quelle tue pacche insensatamente forti e dirmi che andrà tutto bene. Quanto vorrei che tutto andasse davvero bene...
Re Reiss di Trost mi ha invitato a passare un po' di tempo come ospite alla sua residenza; non voglio dire troppo, non so effettivamente in che mani potrebbe finire questa lettera, ma non è il mio genere di persona. Qualche giorno fa mi ha proposto di mostrarmi una cosa e mi ha portato in un luogo piuttosto eccentrico e malmesso dove ho conosciuto un ragazzino. Dovrebbe essere, da quanto ho capito, il suo mago consigliere, ma probabilmente ne ha anche un altro, perché non lo
La punta indugiò nella mano del principe, sospesa ad un soffio dalla carta che stava segnando. Stava per scrivere "usa", come se Eren fosse un oggetto... eppure, per quanto stringesse le tempie e strizzasse gli occhi, non gli veniva in mente un termine più gentile per esprimere i crimini del suo tracotante ospite.

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Narcisi
FanfictionEstratto: Teneva in mano un narciso, e con le dita ne staccava lento i petali, uno ad uno, lasciandoli poi cadere a terra, dove si abbandonavano unendosi ai fratelli. Poi, una volta che gli restava solo il gambo, con un soffio ne ristorava la coroll...