13-UNA SUITE .... E BASTA CHE VI ASPETTAVATE?

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Robin annuí velovemente:" Io andrei dove dice Asterope, chi ci sta?" Noi tutti compresa io rispondemmo in coro:" Io! " e corremmo fuori dall'aereoporto. Ci guardammo da una parte e dall'altra: i negozi avevano delle insegne luminose e taxi e gente varia inondavano le strade. Un venditore ambulante di hot dog cercava di rifilarne tre a due studenti ventenni con due grosse borse con il nome di un'università (probabilmente la loro) inciso. Robin disse in tono terrorizzato:" E ora dove andiamo? " era una domanda che ci stavamo ponendo tutti, ma fu lui a dirla. Ci scambiammo sguardi confusi, i miei occhi vagavano affamati di un rifugio: non saremmo stati uccisi da tre tipi random senza averci almeno provato. Mi girai verso i miei compagni :"Ok, dobbiamo trovare un hotel!" Aaron a quelle parole corrugó la fronte, e sembró scrutare il marciapiede corrucciato. Lo fissammo tutti :"Lo sai Aaron, se hai un'idea. QUESTO È UN BUON MOMENTO PER DIRCELO" esclamai io vedendo i tre tipi di prima che ci indicavano e correvano verso di noi. Aaron alzó il volto di scatto:"Allora, dovremmo richiamare il taxi delle Sorelle Grigie e-" Robin, Catrina e Paride lo interruppero in coro:"NOOO" volevo ribattere, ma loro erano troppo sconvolti :" E va bene, allora andremo a piedi" Catrina, Robin, Paride e io ci scambiammo uno sguardo:" Dove?" chiesi confusa. Aaron si mise le mani sui fianchi e guardó il cielo in modo eroico e disse:" Al The Ritz-Carlton! Nelle 25 West ventottesima Strada!" Evidentemente si aspettava che saltassimo di gioia, ma eravamo più confusi di prima, abbassó le spalle :"Si, ma andiamoci subito!" Lui annuí e corse in una direzione e noi lo seguimmo a ruota. Sono sempre stata una frana in geografia e nel memorizzare le strade in generale, quindi non saprei tornarci, ma Aaron sembrava esserci fatto per girare nelle strade. Correvo accanto a Robin mi girai verso di lui e gli dissi:" Sai, invece di LED-boy dovremmo passare a 'GPS'" lui ridacchió, ma poi delle grida e dei rumori ci fecero accelerare:" Aaron, dobbiamo fare un giro lungo. Se ci seguono siamo perduti" gli feci notare io. Lui allora si fermò un'attimo, poi ci infilammo dentro una casa di una vecchietta :" Sono abbastanza sicuro, che sia violazione di proprietà!" commentò Robin quando si infiló nell'appartamento dalla finestra. Io aiutai Paride ad entrare e gli risposi:"Abbiamo hacherato un sistema di un importante aereoporto internazionale e ti preoccupi di questo?" Il ragazzo scosse le spalle:"Fino a prova contraria, è stata Catrina, io avevo appena avuto un attacco di cuore" Alzai gli occhi al cielo mentre scendevano dalle scale anti incendio dopo essere passati dal salotto e Catrina esclamó :"Ehi!" Di rimando a ció che aveva detto Robin. Una volta scesi di nuovo con i piedi per terra passammo per un paio di vicoli, nei quali Catrina e Robin con il loro battibecco avevano svegliato un gatto randagio e si erano beccati un bel graffio. Finalmente arrivammo davanti ad un enorme e apparentemente costoso hotel. Entrammo pieni di roba, sudati e con dei vestiti sporchi. Mi presentai alla reception con l'aria più dignitosa che riuscii a racinolare:" Buongiorno! Vorrei una stan- una suite. Una suite, la migliore che avete, perfavore" Il tipo bassetto e grassottello con pochi capelli e palese tinti di un nero oleoso e due odiosi occhietti infossati era il receptionist, e decisamente non gli sembrava il caso di darmi una camera, figurarsi una suite. Mi squadrava come se volesse madarmi via a calci in chiappe, anche se, conoscendo le mie nuove capacità lo avrei messo K.O. Ma sorpassando, il tipo continuava a non parlare :" Mi scusi, vorrei prenotare una suite per questa notte" ripetei pensando di aver fatto qualche errore grammaticale prima :" Signorina, una suite costa. Come qualsiasi altra camera" disse il tipo con la voce da topo, che da allora rinominai 'tizio con la voce da topo', io sgranai gli occhi scettica e con un'aria scocciata :" Lo so, signore (calcai questa parola con più ironia possibile). Come in ogni altro hotel, ora: mi darebbe le chiavi della suite? " dissi con l'ultima goccia di pazienza che avevo. Lui incroció le braccia:" Signorina, le devo chiedere di andarsene, non credo lei possa affrontare le spese che le nostre suite richiedono" a quel punto, dopo aver supportato a mio parere abbastanza quel l'odiosissima voce, sbattei le mani sul banco con violenza, sollevai una mano e muovevo l'indice a mo di minaccia contro il tizio con la vice da topo dicendo:" Mi stia bene a sentire, ora lei mi da una suite. ORA. Io posso permettermela, quindi me la dia!" L'uomo-ratto si rimpicciolí sotto il bancone e due grossi uomini in giacca nera si avvicinarono. Aaron mi si mise accanto e disse in tono calmo:"Va bene, Asterope. Andremo in un altro hotel" Anche Catrina, Paride e Robin fecero un passo avanti per frapporsi tra me e le guardie di sicurezza del hotel. Mentre cercavo di fulminare l'uomo-ratto (nuovo nickname) con uno sguardo (cosa che avrei benissimo potuto fare, ma non so quanto la polizia avrebbe apprezzato) tirai fuori la mia carta di credito e, una volta appoggiata sul bancone, la sospinsi leggermente perché si avvicinasse al receptionist. Lui la prese e se la rigiró tra le mani, poi schiacció qualche tasto sul computer e fece per far passare la mia carta sul lettore apposito. Alzai un sopracciglio:" Solitamente si paga alla fine del soggiorno" notai, ma vista la sua brutta faccia da topo, non sembrava voler demordere. Così pagai un prezzo esagerato e ci fecero salire all'ultimo piano, interamente dedicato a due mega suite. Una prenotata da noi, l'altra da due ricchi tedeschi in vacanza. Mentre eravamo in ascensore, sentii lo sguardo di tutti su di me, sbuffi:"Ok, dovevo stare più attenta con l'uomo ratto per non attirare troppo l'attenzione, ma-" dissi con un tono di voce in mezzo tra lo scocciato e il senso di colpa, ma Catrina mi interruppe:"Mica è per quello " Robin scosse la testa :"Quella piccola merdaeritava di peggio " Paride anni:"Già, dovremmo distruggere la suite" Robin e Catrina assentirono, ma Aaron li riprese:"Ma così danneggeremo l'hotel, mica il receptionist " Mentre Robin, Catrina, Paride e Aaron discutevano su come distruggere l'uomo-ratto e il suo sporco sedere, eravamo entrati nella suite, al che loro ccontinuavano a discutere allora mi schiarii la gola:"Ragazzi, guardatevi attorno! " Loro mi ignorarono, allora presi una bottiglia di champagne la scossi per bene e la aprii verso di loro, e loro vennero inondati da il liquido dorato frizzante. Si votarono verso di me con uno sguardo assassino, erano bagnati fradici, ma io non prestai attenzione alle loro occhiate e indicai tutta la suite con un ampio gesto del braccio. Avevo ottenuto il loro perdono per ora. La suite era enorme :un attico con vista su New York. Una salotto con un rialzo con la zona bar e due lunghi divani. Era tutto molto moderno con le luci LED ( e le battute su Aaron non mancarono:"Aaron, guarda: una stanza piena di tue foto! Si vede che non hai Tinder, per la foto profilo ci vorrebbe una luce migliore " commentai battendo il cinque a Robin, il figlio di Artemide alzò gli occhi al cielo:" Non ero GPS ora?") sul pavimento tipo faretti e da lì si scorgevano altre quattro stanze più il terrazzo. C'era un'enome bagno con una vasca da bagno enorme, una sala spa e due camere da letto con lettoni matrimoniali enormi. Le coperte erano di seta e avevamo tutti una voglia matta di rotoralcisi sopra, ma prima c'era una tappa "doccia" obbligatoria. La vasca era calda e gli shampoo e vari prodotti forniti dall'albergo creavano schiume e mille profumi diversi. Tre orette dopo eravamo tutti in accapatoio e turbante sui divani al centro della suite. Avevamo preso delle limonate fresche dal mini bar e ora le sorseggiavamo ridendo:" Comunque gli asciugamani caldi sono una gioia che da più conforto di quel che sembri " commentó Aaron, assentimmo tutti. Presi un'altra patatina e la sgranocchai, lanciando un'occhiata agli altri dissi:"Ragazzi, non per fare il pozzo, ma a me le patatine e basta non bastano per cena. Testiamo il menù e il servizio in camera? " Tutti esultarono, allora mi alzai e andai a prendere il menù, quando tornai le loro faccie erano completamente cambiate, mi sedei accanto a Catrina:"Qual'è il problema? " Avevano la stessa espressione di quando eravamo usciti dall'ascensore. Robin abbassó lo sguardo:"È che...beh stai spendendo una marea di soldi per noi " Gli altri annuirono con aria mortificata, mi sentii in colpa per non aver spiegato loro prima la storia della carta di credito. Incrociai le gambe e presi un lungo respiro:"Allora, forse non vi ho raccontato di come sono arrivata al 'Camp Half-Blood' o quello che pensavo che fosse il Camp Half-Blood. Iniziò tutto con una capra e una imprenditrice di se stessa un pò serpentesca, ma ancora prima inziò con una borsa nera piena zeppa di soldi, e se dico 'piena' inendo piena, strapiena! E così ho aperto un conto in Banca, con così tanti soldi, ma così tanti soldi, che beh.. Nessuno può rimanere al verde con la mia carta. Inoltre i soldi variano da necessità a necessità. Quindi insomma una miniera di quel cazzo che te serve al momento che te serve. Tanto vale approfittarcene no?" Avevano le faccie più basite che avessi mai visto, tranne Robin e Paride, che gli dei li benedicano, che avevano la faccia più contenta del mondo:"Soldi illimitati? Bastava dirlo prima! Quindi niente sensi di colpa ragazzi" esclamó entusiasta Robin:"Sbizzaritevi con il menu! " aggiunsi io e Paride disse:"E magari anche dello shopping online" Catrina allora alzò gli occhi al cielo:"E a quale indirizzo idiota?" Qualche paio di giorni fa questo commento avrebbe fatto scoppiare a piangere la metà di noi, ma ora il dark humor era probabilmente la cosa migliore che potessi sentire. Era incredibile come fossimo tutti più affiatati, anche se, e ciò valeva per tutti, non ci fidavamo totalmente l'uno dell'altro. Ma speravo che questo si sarebbe aggiustato con il tempo. Comunque Paride sembrò offeso dalla battuta cosí gli promisi che, se ne avessimo avuto l'occasione, lo avrei portato a fare shopping. Nel menu del ristorante però c'era solo novelle cousine che non piaceva a nessuno. E così ordinammo da un sito che posso solo che comparare al just eat versione americana che, tra noi, era conosciuto solo da Aaron in quanto fosse l'unico americano di noi che avesse effettivamente vissuto in America, e non in un collegio. Ovviamente litigammo anche su quello. Ognuno voleva ordinare cibo di nazioni e culture diverse che portó a varie discussioni: Catrina voleva mangiare un hamburger, ma Robin era vegano e voleva mangiare veg, Aaron voleva mangiare messicano e Paride italiano, quanto a me avrei optato per la cucina orientale. Appena diedi un'occhiata al ristorante cosiddetto 'italiano' nel quale voleva mangiare Paride, mi rifiutai di pagare:"Non prenderai una pizza del genere! E che minchia è la pasta al ketchup?" dissi disgustata :"Dai fammi provare, scommetto che non è così diversa dalla vostra pasta al ketchup!" rispose Paride, e io esclamai:" Paride, in Italia non esiste nessuna pasta al ketchup!!" Allora lui aggiunse in tono pacato :"Va bene, niente pasta al ketchup " sorrisi:"Bene, grazie al cielo hai-" ma avevo cantato vittoria troppo presto :" Prenderó una pizza all'ananas!" Mi voltai verso. Di lui di scatto:"Oh davvero? " andammo avanti così per un pó finché Aaron non propose un trattato di pace:" E se ognuno ordinasse ciò che desidera e fine della storia" Ci scambiammo tra noi alcuni sguardi assani poi annuimmo, ma sorse un'altro problema : ci avevamo messo così tanto tempo a discutere su cosa mangiare che molti ristoranti erano ormai chiusi. Tutti tranne quello veg di Robin. Il che fu la cosa migliore che potesse accaderci. Il cibo era delizioso e Catrina si avvicinó addirittura alla possibilità di diventare vegana anche lei. Ebbi un ricordo di Robin che mangiava un hamburger :" Ehi, Robin. Ma tu al Camp Half-Blood 'temporaneo' diciamo, non avevi mangiato dell'hamburger?" lui non sembró offeso dalla domanda, ci pensó su e disse :"Quello era un burger di tofu e ceci" Annuii e deglutii un cucchiaio di zuppa di miso. Mangiammo felicemente fino a farci scoppiare, rubavano forchettate l'uno dal piatto dell'altro e condividevamo il nostro ordine con gli altri, ridemmo quando Robin ingerí un pezzo di piadina piccante di Catrina e anche quando Robin per vendetta le tiró in faccia una fetta di torta al cocco. Che peró non andò sprecata perché lei se la leccó tutta. Devo dire che ci ubriacammo un pò con del costosissimo champagne, Aaron era molto riluttante all'inizio e balbettó un:" Ma non abbiamo 21 anni" alla fine però cedette. Forse ho esagerato, non fu proprio una sbronza, bevemmo solo uno massimo due bicchieri a testa, ma Robin già dopo il primo era steso. Ed era solo champagne, con un tasso alcolico estremamente basso! Ma lui proprio non lo reggeva proprio. Ci infilammo un morbido pigiama di seta che avevo richiesto alla reception (grazie al cielo l'uomo-ratto non era di turno) e ci mettemmo sdraiati sul lettone matrimoniale chiaccherando:" Ok ragazzi, ripassiamo il piano di Annabeth" dissi sedendomi a gambe incrociate, gli altri sbuffarono, ma si sedettero come me e formammo un cerchio, Aaron prese la parola:" Allora arriveremo al Camp Half-Blood e ci accamperemo nella foresta, per farlo dovremmo fare un sacrificio al dio dei geyser e a Grover il padrone delle selve." Catrina proseguì, avevamo un tono robotico come se stessimo recitando una poesia a memoria, e in effetti ci si avvicinava:" Ci stabiliremo ad una distanza che si ci permetta di osservare il campo, ma non di essere visti: un punto strategico potrebbe essere 20 passi nord dal Pugno di Zeus. Asterope, tu sei l'unica che sa di che territorio stiamo parlando: sai com'è fatto questo 'Pugno di Ze-' emh... Del re degli dei? " Annuii poi mi rivolsi ad Aaron:"Si, ma non sono l'unica" il figlio di Ermes si spostò un ricciolo dalla faccia:" Ci sono stato, quand'ero molto giovane, non ero però mai ancora uscito. Ma ecco, non me la cavo male con i sentieri" Toccó a Robin continuare:" Una volta la uno di noi entrerà al campo sotto copertura. Ognuno di noi dovrebbe sapere a memoria le mappe del campo che ci hanno dato. Infine una volta là" il ragazzo si voltó verso di me :" Una volta là, la persona in questione dovrà capire cosa ha impedito i precedenti attacchi e distruggerla. Manderemo poi un segnale a quelli che sono rimasti vicino al Campo Giove per darci man forte e riconquistare il campo" conclusi. Ci scambiammo sguardi preoccupati, ma Paride spezzó la tensione :" Hey, io non la so la mappa a memoria" Ridacchiammo e facemmo ripetere il piano a Paride correggendolo se sbagliava. Poi sorse un'ulteriore problema :"Ma, emh... Chi di noi andrà?" chiese Catrina. Il silenzio nuovamente piombò nella stanza :"Beh mi sembra ovvio: io" dissi procurando varie proteste :"Perché?" chiese Aaron. Mi strinsi le spalle :"È la mia impresa e-" ma Robin mi interruppe:"Frena i cavalli tesoro. Innanzitutto questa è la nostra missione" "Impresa" lo coressi, ma lui fece un cenno della mano come per dire 'è lo stesso' :" Già, e in più a meno che io non mi ricordi male la profezia Rachel l'ha data a tutti noi, non a te sola" Aggiunse Catrina, ma io tentai di ribattere:" Eh, ma ho giurato sullo Sti- sul fiume che noi sappiamo" Aaron  alzó gli occhi al cielo :" È un fiume, mica Voldemort. Puoi dire il suo nome" commentò :"Allora ho giurato sul fiume Stige" ma lui non sembrava soddisfatto:"AaRon, Ho GiUraTo SuL fIuMe sTigE' oh, dai che scusa ridicola" Aggiunse lui, e Catrina gli diede man forte:" Abbiamo tutti pari doveri per farlo" Certo che erano testardi :"Onestamente, io sarei felice di guardare" disse Paride timidamente. E da lì iniziò a discutere con sua sorella. Ma face ridacchiare il resto di noi. Tornammo a chiacchierare :" Allora mi sembra un buon momento per raccontare ognuno un pò di se. Da ora in poi dovremmo essere una squadra e dovremmo condividere di più l'uno con l'altro" Sperai  che fosse stato un discorso discreto, che avesse creato un momento serio e speciale, poi Robin mi guardó negli occhi, io guardai nei suoi e io feci una pernacchia facendolo scoppiare a ridere. Così il momento serio passó, ma parlammo comunque delle nostre origini:" Io vivevo a Genova, in Italia. Con mia madre, mio padre e mia sprella minore. Avevo una nonna, due nonni e molti zii e cugini. Andavo a scuola e nulla. Non ero malaccio. Sempre voti alti. Giocavo a pallavolo tre volte a settimana e uscivo spesso con la mia migliore amica e-" il resto mi morí in gola, non pensavo che quelle parole mi potessero fare così male, ma andando avanti si imparano sempre più cose di se stessi, e io capii che quella ferita era ancora aperta:" E basta" deglutii e mi feci forza e sorrisi. Catrina mi strinse la mano :" Io e Paride vivevamo in Georgia, Savannah. Stavamo per la maggior parte del tempo in un college, ma a casa avevamo due mamme e tre fratelli e sorelle" inizió la ragazze seguita dal gemello:" Io facevo danza e Catrina basket, anche se non c'era molto supporto.. " Robin corrugó la fronte :"Perché eravate maschio e femmina? " Paride lo guardò con un'espressione interrogativa:"Cosa? No, perché lei è troppo bassa e io troppo alto! " In realtà i gemelli erano di altezza media lei e leggermente sopra la media lui, ma il fatto che in sport del genere facessero ancora pressione sul fisico era degradante per tutta la razza umana.
Avevo sentito casi del genere in Italia, ma non ci avevo mai dato troppo peso. Dopo qualche attimo Paride aggiunse:"Avevo degli amici, lí.. " Gli misi una mano sulla spalla, tutti avevamo lasciato qualcuno alle spalle. Catrina abbassó lo sguardo e Robin prese la parola:"Si insomma, io vivevo in Russia, in un paesino, potrei anche citarvelo, ma non lo conoscereste. Io vivevo ecco, si con, beh lei, in Russia poi.. " balbettava deglutendo e sudando, i suoi occhi sembravano stanchi e penso che quella fu la prima volta in cui vidi Robin senza filtri. Si sfregava freneticamente l'avambraccio sinistro e  a ogni suono sembrava farsi più piccolo. Mi sedetti vicino a lui, gli presi la mano, sapevo che tutti gli sguardi puntati su di lui non aiutavano, ma non potevo vederlo così. Gli presi con una mano il mento e gli feci alzare il viso, in modo che potesse guardare verso di noi:" Ehi, Robin, guardaci, guardami. Stai tranquillo, prendi un bel respiro " e iniziai a respirare piano con lui, calmandolo, poi gli parlai in modo dolce :" Ehi, è ok. Non devi se non ti senti, era solo un'idea. Ok? Aaron ci racconterai la tua storia un'altra volta ok? " avevo alzato un pò la voce in quest'ultima frase per farmi sentire dal figlio del dio del sole, senza però usare un tono scortese. Aaron annuí poco interessato, tutta la sua attenzione era su Robin, forse era il suo istinto da medico o quel che è o, più probabilmente era il fatto che Aaron fosse la persona più altruista che avessi mai conosciuto, metteva sempre gli altri in primo piano. Robin si calmó e tutti gli demmo un grande abbraccio di gruppo. Dormimmo tutti sul mega lettone stravaccati nelle posizioni più impensabili. Ma anche stavolta i miei sogni non furono sereni: i tre semidei che avevo visto nel filmato erano lí legati davanti a me su sedie di plastica. Avevano sangue e tagli sul viso, ma gli sguardi feroci e combattivi erano forti e rivolti a qualcuno o qualcosa dietro di me. Il semidio centrale disse qualcosa, poi delle fiamme divamparono e arsero vivi i semidei, io gridavo, anch'io circondata dalle fiamme. La semidea di destra, notai, non bruciava, piangeva sola in un angolo, singhiozzando. Mi accorsi in quel momento di non riuscire a sentire nulla chiaramente solo suoni ovattati, ma percepivo la paura. Mi avvicinai alla ragazza saltando tra le fiamme, mi scaldavano, ma non mi bruciavano. Appena pensato ciò una voce bassa e roca sussurró direttamente dentro la mia testa :"Per ora.... " sussultai. Era il primo suono distinto che udivo, ma scossi la testa ignorandolo, mi chinai vicino alla ragazza. Aveva folti capelli ricci e ramati, non riuscii a capire bene il colore dei suoi occhi, in quel momento sembravano specchi scuri pronti a trascinarti in fondo ad un abisso. La ragazza sembrava aver 20 anni, e si teneva qualcosa stretto tra le braccia. Ad un certo punto si tirò su con i gomiti appoggiati a terra come base di appoggio. Alzò la testa, il suo viso era un ritratto di disperazione e sofferenza, ma anche di rabbia e un'incredibile voglia di vivere. Il suo sguardo di indurí di colpo, mi voltai ai vedere cosa stesse guardando e vidi due figure a terra mezze carbonizzate, e mezze ricoperte di carne viva. Ero paralizzata dall'orrore. Una lacrima scese piano sulla guancia della ragazza. Si avvicinó per cercare di toccare la mano del ragazzo che avevo visto prima, ma un rumire di voci ci fece voltare di scatto entrambe, una grossa figura si stagliava sulla porta:"Una non è ancora morta" ghignó con una voce quasi divertita 'Stronzo' pensai, ma non era il momento di pensare a  quello. La ragazza si alzò faticosamente in piedi, spalancó le braccia e il fuoco le entró dentro. Esatto lettori, non è un errore di scrittura, le e-n-t-r-ó dentro. Con un gesto della mano spostó il fuoco che aprì un enorme buco nel muro. Fuori si vedeva la città, notai che ci trovavamo in un palazzo e non a piano terra. La ragazza prese due cose che non riuscii a definire e saltó giù dal palazzo liberando le fiamme. Era scomparsa nelle vie di New York, ebbi il tempo di sussurrare :" Ti troveró" poi il sogno svanì e io mi svegliai nella suite.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 23, 2023 ⏰

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