Lezioni di ballo

Il ruolo pensato da Idaho si strutturava in un passo di danza con l'aggiunta del canto. Il tutto avveniva in un passo a due: il partner aiutava la ballerina a seguire la coreografia, mentre la sua voce scardina le note e raccontava la fiaba, in modo che gli spettatori protessero sentirsi catapultati dentro la storia pur osservando e basta. E questo complesso in sé non sarebbe nemmeno risultato troppo difficile, se non fosse stato per un problema, almeno a detta della ragazza: Charlotte non aveva nemmeno la capacità di stare in piedi da sola, come poteva anche solo pensare di essere in grado di danzare?

Il quesito le si era formato in testa appena la fiera si fosse conclusa, e per tutta la notte dovette valutare se in quel momento Idaho fosse stato effettivamente lucido. Era impensabile che uno come lei, ancora fasciate con i tutori, potesse spingersi fino a quella capacità, ma anche parlandone con il resto che gruppo, le parve essere l'unica a pensarla in modo negativo. E a nulla era servito provare a sfogarsi con Jessie durante o sparecchiamento della tavola o con Lisette mentre stendevano i panni. A detta loro, lei si stava solo facendo dei pensieri innaturali per niente. Non provò nemmeno a parlare con Belle, che tra le due era quella sempre più euforica.

Non sapeva se fosse solo una sera suggestione e se fosse un dato di fatto, ma Charlotte era del tutto convinta che nello stato in cui versava non sarebbe stata in grado di muovere un passo in autonomia.

Ma Belle, a dispetto della decisione che Charlotte aveva preso, appena seppe per insegnarle qualche passo. La ragazza infatti aveva deciso di provare da sola, in modo che le eventuali cadute non sembrassero troppo imbarazzanti; ma la francesina non fu della stessa opinione: "Nessuno ci riesce al primo tentativo e tu non sei né la prima né l'ultima a cadere se inciampi. Sapessi quanti hanno fallito prima di trionfare".

"Ma io fallirò e basta. Altro che trionfare..."

La francesina scosse la testa, emettendo un verso di disappunto. Secondo lei, le convinzioni dell'amica erano mosse dal fatto che fino a un mese prima non era nemmeno in grado di guardarsi dietro girando la testa, ed era normale non sentirsi perfettamente a proprio agio da subito: "Charlotte, vous ne pouvez pas vous attendre à exceller tout de suite. Regardez, nous avons tous dû faire beaucoup d'exercice!" lo disse con una tale velocità e una pronuncia dura che la ragazza davanti a lei assunse un'espressione stranita. Belle si era dimenticata di fatti che nessuno tranne lei, Idaho e Lisette sapesse il francese.

"... Come scusa?"

"Eh... ho detto che tutti noi abbiamo fatto molto allenamento per arrivare qui. Nessuno nato imparato. Exercice cher, exercice! Vedrai che imparerai anche in fretta".

Charlotte non fu molto convinta dell'affermazione, si guardò le gambe ancora bloccate dai tutori che Idaho le aveva legato intorno. Se avesse provato a toglierli di sicuro sarebbe capitolata per terra. Belle lì osservò a sua volta, e l'altra ragazza temette di aver intuito i suoi pensieri: "Belle... no".

"Oh oui invece. Via quei cosi che ti impediscono solo di muoverti".

Fece per avvicinarsi, ma Charlotte indietreggiò impaurita: "Ti prego, senza questi non riuscirò nemmeno ad alzarmi!"

"Charlotte andiamo! Non è possibile che senza quelli tu non abbia equilibrio, guarda che sei dritta per volontà tua!"

"Non mi interessa! Non voglio farlo! Per favore, oppure non mi ci metto nemmeno!" protestò lei impuntandosi, sperando che con una buona spiegazione sarebbe riuscita a convincere anche la francesina. Lei ovviamente non poteva capire il disagio di essere inferma, gobba e sporca fino ad un mese fa, con l'unica speranza di non essere guardata. Voleva anche esporle i pro e i contro dell'assenza dei tutori: ogni mattina lei barcollava per raddrizzarsi, quindi senza non sarebbe mai riuscita ad alzarsi dal materasso; poi per lavare i piatti, per pulire con la scopa si serviva del tutore del busto. Senza sarebbe caduta.

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