La caduta

Era una giornata ventosa, le forti correnti fredde li avevano accolti facendo sbattere le tapparelle consumate e rotte dello stabile facendoli sobbalzare dai loro letti. Affacciandosi potevano notare come molte tende da esterno stessero resistendo a fatica pur di tenersi avvinghiate ai balconcini o alle entrate dei negozi; le chiome degli alberi alti e affusolati ondeggiavano come fili d’erba accarezzati dalle coperte di un picnic e gli uccelli a stento mantenevano una rotta

Non era la giornata ideale per allenarsi, ma non avevano scelta: anche senza il loro capo, lo spettacolo doveva continuare, solo rimodellato leggermente: niente presentazioni a cavallo – mancava anche Jared – e Charlotte avrebbe dovuto inventarsi un altro modo per poter apparire. Ma non avendo mai avuto il pensiero di una possibile assenza di Idaho, la ragazza purtroppo non aveva nulla di alternativo che potesse usare come seconda possibilità.

“Potrei restare dietro le quinte per questa volta, in fondo il mi ruolo non è così indispensabile” provò ad azzardare, beccandosi però degli sguardi increduli. Il suo numero era importante esattamente come tutti gli altri e non esisteva che qualcuno le facesse pensare il contrario. Potevano sempre adattare l’intera performance con qualcosa che legasse anche la sua presentazione, oppure inventare una scena dove Peter Pan era del tutto inutile. In fondo quella era una fiaba pressoché famosa e molto conosciuta, trovare dei piccoli buchi di trama non avrebbe rovinato la magia che era stata impressa nelle pagine.

Non potevano negare però che senza il ragazzo, le cose si erano fatte più difficili: il fatto era che da soli non erano in grado di organizzare un allenamento che fosse degno di quel nome, o anche solo vagamente definibile come tale. Di solito si erano sempre limitati a seguire la tabella di marcia che Idaho preparava personalmente per tutti, al limite discutevano su possibili cambiamenti; ma pensare ad un itinerario da zero era totalmente raro.

“Non resterai in disparte” le disse Lisette accarezzandole la schiena, avrebbero trovato una soluzione che potesse vederla protagonista. In effetti avevano i due bambini senza numero personale, l'ultima volta per Colin era stata un'eccezione, mentre Minù non aveva ancora un posto fisso e ufficiale. E poi all'Isola Che Non C'è abitavano tanti bimbi sperduti, come recitava la favola, quindi avrebbero potuto pensare a qualcosa con loro. Charlotte avrebbe guidato molto bene i piccolini. però la ragazza non si sentiva all'altezza di prendere decisioni sugli altri così: anche se si parlava di due bambini, e anche se gli altri sarebbero stati d'accordo, lei sapeva benissimo di essere l'ultima persona ad avere voce in capitolo. Ma se lo avesse detto ad alta voce, le avrebbero dato certamente torto.

“Ma se mettessimo insieme tutti i nostri numeri?” optò Jessie giocherellando con un pezzo di corda, mentre stava cercando di sistemare il suo trapezio. Poteva essere una buona idea: senza il presentatore, non aveva senso complicare o allungare lo spettacolo con i numeri uno dietro l'altro individualmente. Sarebbe anche stato un ottimo modo per dare una infrescata al loro modus operandi, rendendo migliore l'impatto visivo. Guardò gli altri cercando la loro approvazione, o anche solo una qualsiasi reazione in merito. Belle fu la prima a sembrare entusiasta del cambiamento, considerando poi che sia il suo numero che quello dei gemelli si effettuava in aria, combinarli non sarebbe stato affatto un problema.

“E come pensi di mettere insieme i nostri?” chiese Logan con tono incuriosito. Quella fu la prima volta che non lo videro riluttante né convinto che fosse una pessima trovata, per la prima volta il grande uomo muscoloso decise che dare retta alle idee strampalate dei giovani sarebbe stato un ottimo modo per rivoluzionare un po' la loro facciata. Del resto avevano esibito lo stesso schema tante di quelle volte che aveva iniziato a risultare noioso e ripetitivo, gli esercizi li avevano imparati a memoria a furia di rifarli da zero ad ogni occasione, non avevano più nulla di così speciale.

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