Discorsi poco graditi
"Non posso credere che sia qui anche quel poco di buono! Quanto è vero Iddio, se si avvicina ancora a Lisette con quel suo fare da bavoso... potrei perdere la pazienza molto facilmente!" Logan sbatté la porta con un diavolo per capello, era sicuro che in tutti quegli anni Cole si fosse tolto di mezzo, più o meno dal giorno in cui lui e Idaho avevano preso con sé Lisette per offrirle una vita migliore. Certo non poteva pretendere che fosse andato oltremare, le probabilità per un bracciante precario come Gerard potesse permettersi un viaggio all'estero erano più basse di quelle che avrebbero permesso di avvistare qualche creatura delle favole, ma riuscire a formarsi nella stessa città deve alloggiare pareva uno scherzo del destino.
Idaho e Lisette riaprirono la porta che gli era stata sbattuta la faccia, il primo osservando il grande uomo muscoloso con un'espressione torva. Poteva comprendere il malumore del suo braccio destro, del resto una presenza tanto negativa come la sua avrebbe irritato chiunque, ma la scenata che aveva riservato al poco pubblico in strada avrebbe anche potuto risparmiare la. Avevano già avuto problemi in passato a causa del suo caratteraccio al momento dell'innesco d'ira, e francamente di dover fare da paciere un'altra volta rischiando l'ospedale non ne aveva affatto voglia.
"Quanto é vero Iddio" ripeté con un tono di rimprovero, "Tu ti dimostrerai superiore ignorando le sue provocazioni infantili. Non ci serve un altro ammonimento dalla polizia, Logan".
Logan si morse il labbro inferiore assumendo un'pressione colpevole, non voleva ricordare quel momento, dove per poco non venivano arrestati: A sua discolpa poteva dire solamente che avevo cominciato quell'ubriaco marcio dentro al locale; dopo essersi scolato oltre sei boccali di alcool aveva ben pensato di mettersi a molestare le povere ragazze che incrociava per strada. Lo faceva senza un criterio e senza preavviso, talvolta anche in modo violento. Avevano cercato di ignorarlo per un po', sostenendo che non ne voleva la pena e comunque non aveva ancora provocato gravi danni a nessuno tranne che a sé stesso, con tutti gli schiaffi che si era preso. Per Logan era stato parecchio difficile resistere, ad ogni tocco di troppo aveva sempre sentito l'impulso di restituirglielo in malo modo, venendo poi bloccato dal ragazzo dai ricci dorati con sguardo ammonitore.
Ma quando era venuto il turno di Lisette, Logan aveva abbandonato ogni tipo di riguardo. Si era alzato di scatto sovrastando l'uomo ubriaco con la sua stazza possente, sollevandolo da terra con una sola mano, prendendolo saldamente per i vestiti. Il resto preferì non ricordarlo, la ramanzina minacciosa della polizia e i tentativi disperati di Idaho di lasciar cadere la situazione erano già troppo deprimenti.
"Quello se lo era meritato" bofonchiò alla fine, con voce sommessa, "Se non fossi stato io, ci avrebbe pensato qualcun altro".
"Forse" sentenziò il ragazzo biondo incrociando le braccia al petto, "Ma resta il fatto che i tuoi modi di risolvere certe situazioni ti fanno solo finire nei guai. Vedi di essere più pacato nei modi. Non ho intenzione di corrompere ancora degli agenti per poter andare via tranquilli".
Lisette si avvicinò ai due ponendosi in mezzo: "É tutto a posto, non vi preoccupate" disse rivolgendo loro un sorriso rassicurante. In realtà, non era affatto vero: rivedere Cole dopo cinque anni dell'abbandono era stato un colpo difficile da metabolizzare, ancor peggio sapendo che aveva riconosciuto subito Colin. Il suo sguardo l'aveva raggelata, la sua voce era stata una lancia al cuore quello sguardo così sicuro per poco non l'aveva fatta capitolare per terra.
Eppure era sicura che, dopo tutto quel tempo, fosse riuscita a togliersi di dosso tutto il peso che Cole aveva esercitato su di lei, tutta l'oppressione del farla sentire sbagliata, tutte quelle parole che l'avevano fatta sentire inadeguata. Ma un solo sguardo era bastato a risvegliarle ricordi che avrebbe voluto cancellare per sempre, dall'impiego ingrato che suo padre le aveva imposto a quella breve storia che le aveva messo in testa false speranze.
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Dancing with my circus
General FictionSTORIA ORIGINALE Charlotte é una ragazza orfana, senza un passato e con un presente triste e miserabile. La sua casa é una gabbia per animali, il suo letto un mucchio di paglia e il suo unico svago e immergersi nelle letture che trova in giro e imm...