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3 svoltò in un corridoio secondario, diretto all'armeria, dove sapeva si trovassero il capitano e 2, non intenti in poco caste effusioni come non molto elegantemente comunicato da Mingi, quanto piuttosto in un check up generale dell'equipaggiamento a loro disposizione.
Erano trascorse appena cinque ore dal rapimento di Kang Yeosang, ma - con la sua scomparsa - le autorità non avrebbero esitato a mettere in funzione le nuove misure di sicurezza nei vari Settori e loro dovevano essere pronti, nonchè procurarsi ciò che di nuovo poteva occorrere.
1 aveva deciso di anticipare l'operazione una volta che - dopo un'approfondita e rischiosa ricerca - erano entrati in possesso della documentazione riportante gli aggiornamenti e cambiamenti da effettuare al sistema di sicurezza della Capitale. Si era così trovato costretto a spostare la missione di una settimana, prima che diventasse pressochè impossibile varcare le barriere senza una minuziosa perquisizione di persone e mezzi.
Infiltrare 4 tra gli agenti preposti ai controlli era già stato abbastanza complesso, attendere un giorno di troppo avrebbe solo significato mettere a rischio l'intero piano.

Quando raggiunse la stanza dov'erano stipate armi, munizioni, fumogeni e qualsiasi altro armamento comunemente utilizzato, trovò la porta aperta. Dall'interno provenivano due voci, intente a discutere, ma 3 non si azzardò ad entrare senza permesso. A differenza di Mingi e Wooyoung, sapeva rispettare la gerarchia e chiunque stesse più in alto di lui.
Bussò con le nocche sullo spesso battente, poi si annunciò, schiarendosi la voce.
Il dialogo si interruppe e una voce bassa, dal timbro un poco nasale e il tono piuttosto autoritario, lo invitò ad entrare.
Il giovane raggiunse la coppia in un paio di lunghe falcate, fermandosi a debita distanza ed inclinando la testa in un abbozzo di inchino, lo sguardo che incontrò poi quello dei due superiori.

<< Allora? >> lo invitò a parlare 1, due dita che giocherellavano distrattamente con una ciocca di capelli, tormentandola al punto da aver quasi sciolto la treccina in cui era serrata.
Tic abitudinario per il capitano, la calma o meno con cui disfaceva o accarezzava la propria capigliatura era molto spesso indice del suo umore giornaliero e chiunque nell'organizzazione aveva ormai imparato ad osservare attentamente quei gesti - che i più avrebbero interpretato come casuali - in modo da sapere come rivolgerglisi e - soprattutto - se farlo davvero o no.
<< Ha ripreso i sensi >> comunicò 3, notando come gli sguardi di entrambi si fossero accesi ora d'interesse.
Il capitano scoccò un'occhiata d'intesa al suo secondo, in piedi accanto a lui, poi gli battè una mano sulla spalla e raccolse il pad su cui stava venendo segnato l'inventario, dirigendosi quindi verso l'uscita.
<< Muovetevi. Abbiamo faccende importanti di cui discutere >> ordinò, senza attendere oltre e sparendo lungo il corridoio che si snodava attraverso tutta la base. 2 e 3 non ci misero molto a raggiungerlo, forti dell'altezza decisamente maggiore rispetto all'altro, i cui piccoli passi producevano un trapestio concitato mano a mano che procedeva per il suo cammino. Nessuno dei due, tuttavia, si permise di superarlo, benchè le loro falcate fossero decisamente più lunghe: scavalcare il capitano poteva significare una moderata punizione, nei giorni buoni, in quelli meno buoni... Quella regola non era ancora stata infranta in un giorno considerato non buono e nessuno dei sei era particolarmente desideroso di scoprire cosa sarebbe potuto accadere in quel caso.
<< Yunho, avverti San e Jongho, dovrebbero trovarsi in palestra. >>

Le parole di 2 vennero udite forti e chiare dall'interpellato e il ragazzo cambiò direzione poco prima di transitare nuovamente davanti alla cella, imboccando un'altra diramazione del corridoio che lo portò presso l'area di allenamento, in quel momento occupata soltanto dai due membri restanti, impegnati in un misurato corpo a corpo.
<< 4, devi alzare di più il braccio sinistro >> potè udire Yunho, individuando finalmente i due colleghi, fermi di fronte l'uno all'altro in una posizione di stallo.
4 emise un lieve sbuffo, le sopracciglia scure aggrottate in un'espressione scontenta, ma non proferì parola quando l'altro gli mosse con ferma delicatezza l'arto fino a fargli raggiungere la posizione corretta. Gli chiuse meglio le piccole dita, formando un pugno decisamente più saldo.
<< Così >> concluse il ragazzo, accorgendosi poi della nuova presenza e voltandosi verso Yunho, i capelli leggermente scomposti e appiccicati alla fronte a causa dello sforzo che stava impiegando nell'allenamento.
E nel fare da insegnante, dato che 4 possedeva sì un certo quantitativo di entusiasmo ed energia, ma non era proprio un asso a seguire delle indicazioni e questo tutto il gruppo lo sapeva perfettamente. Di solito 1 lo minacciava pesantemente prima di una missione, unico metodo che funzionasse davvero per indurlo a non fare di testa propria.

&quot;Sector 1&quot; | ATEEZDove le storie prendono vita. Scoprilo ora