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(Content warning: violenza fisica)

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La centrale brulicava di agenti, squadre che andavano e venivano, sirene spiegate e pattuglie dirette in ogni angolo della Capitale, fin nel vicolo più stretto del Settore più lontano. Le linee telefoniche erano intasate dalle continue chiamate, segnalazioni, chi pensava di aver visto qualcosa, chi invece si rivelava solamente suggestionato da quanto accaduto.
Nell'ufficio della Direzione Generale, i coniugi Kang sedevano scossi ed in preda allo sconforto sulle poltroncine riservate agli ospiti, pallidi come cenci slavati e null'altro a far loro compagnia che non fosse la muta disperazione aggrappata con feroci artigli ai cuori di entrambi.

< Lo troveremo, signora Kang > ripetè l'uomo in divisa dietro la scrivania, l'espressione non mutata di una virgola dal momento in cui i genitori del ragazzo scomparso avevano messo piede alla centrale.
Quella frase l'aveva formulata almento una decina di volte nel corso della spezzata ed angosciosa conversazione iniziata ormai una quarantina di minuti prima quando era stata denunciata la scomparsa del ragazzo, ma non pareva aver sortito un qualche effetto sulla coppia, specialmente sulla donna, che altro non aveva fatto se non profondersi ancor di più in singhiozzi e piccoli gemiti disperati.
< Vi prego... vi prego, riportateci nostro figlio, vi supplico... per favore... > mormorò ancora lei tra le lacrime, aggrappata ai braccioli della poltroncina così strettamente e come se ne andasse della sua stessa vita da avere le nocche bianche per lo sforzo e le unghie conficcate nella finta pelle blu notte.
Aveva i capelli in disordine, il trucco sbavato a causa del lungo pianto, lo sguardo spento e il volto contratto in una smorfia terrorizzata: non v'era più traccia della donna austera, elegante e composta che attraversava con altera sicurezza i corridoi del Palazzo di Giustizia.
Era l'ombra di se stessa e con lei suo marito, invecchiato improvvisamente di vent'anni, il viso scavato dal timore di aver perso per sempre il figlio, lo sguardo mantenuto vigile solamente dalla flebile speranza che venisse trovato anche solo il più piccolo indizio che potesse condurli da Yeosang e ai responsabili della sua scomparsa.

Il Direttore Generale osservò entrambi, trattenendo un sospiro.
Non era il primo caso di sparizione - certamente sequestro, considerato il soggetto - sotto il suo mandato, ma la sensazione di vertigine e gelo alla bocca dello stomaco era ben dura a morire e ancora fortemente presente anche dopo anni di carriera, annidata come un piccolo parassita pronto a divorare la fermezza di cui invece si faceva scudo.
Lavorare nelle forze dell'ordine, come molti altri impieghi, comportava responsabilità che a volte semplicemente non si sarebbe desiderato avere e il direttore Choi forse lo sapeva meglio di chiunque altro.
Abbassò appena lo sguardo sulla fotografia posata accanto al pc, il faccino del figlio che formava un piccolo broncio e le sue corte braccine incrociate strettamente al petto. Aveva suppergiù otto anni in quello scatto, quanto tempo era passato da allora? Forse già più di dieci anni? Quindici magari? Non lo avrebbe davvero saputo dire, non con quel nodo alla gola che piano piano stava diventando sempre più fastidioso.
Fu un acuto singhiozzo a riportarlo al presente, il cuore che pompava quasi come se fosse appena riemerso da un lungo tempo sott'acqua. Inspirò, rivestendosi immediatamente della solita e perenne sicurezza.
Glielo doveva, anche se non in virtù della loro importanza nelle sfere di potere cittadine, doveva a quei genitori una forza che loro in quel momento non possedevano e probabilmente non avrebbero posseduto per lungo tempo, almeno finchè le indagini non avessero portato alla luce quale concreto indizio.
C'era qualche possibilità di trovare il ragazzo ancora vivo? Avrebbero chiesto un riscatto per la sua liberazione o per la sua vita? Quante persone erano coinvolte nel suo rapimento?

< Signori, faremo tutto ciò che servirà per trovare vostro figlio, è una promessa. Ora vi suggerisco di tornare a casa e avere fiducia nelle indagini. Se doveste avere qualsiasi altro tipo di informazione o ricevere comunicazioni, vi prego di farcelo sapere immediatamente: ogni dettaglio può essere importante, anche il più irrilevante. >
Occorse uno sforzo non indifferente perchè la voce rimanesse stabile, non poteva mentire.
La signora Kang singhiozzò più forte, il volto nascosto tra le mani e la schiena scossa dai sussulti. Il marito si alzò tremante, pallido e smunto, e la abbracciò, accarezzandole i capelli con aria quasi assente, gli occhiali calati sulla punta del naso di cui però non parve curarsi.
Spostò lo sguardo privo di colore sull'uomo alla scrivania, poi mosse appena le labbra.
< Trovatelo. Vi supplico. >
Il direttore Choi annuì, la presa al petto fattasi ancora più pesante nel momento in cui la coppia varcò la soglia e il lucido battente scuro si chiuse dietro di loro. Dallo schermo del pc una foto del ragazzo scomparso lo fissava con gli occhi scuri leggermente sgranati, come se non si aspettasse il flash riflesso nelle sue iridi, le labbra dischiuse in quella che all'uomo ora pareva solamente una silenziosa e disperata richiesta d'aiuto.
"Aiutatemi" urlavano quegli occhi, al tempo di quella foto nemmeno lontanamente spaventati.
L'agente sedette nuovamente e il verbale della nuova indagine venne richiamato sullo schermo principale, i pochi e frammentari dettagli e la foto del ragazzo passati su quello secondario.

&quot;Sector 1&quot; | ATEEZDove le storie prendono vita. Scoprilo ora