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!! TW: descrizione di sensazioni riconducibili ad abusi fisici !!

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San si voltò appena, sbirciando oltre la propria spalla verso il battente, ed emise uno sbuffo indispettito alla vista del collega fermo sulla soglia.
Reggeva in mano alcuni contenitori e al suo fianco pendeva una sacca grigia dalla forma familiare, volto e corpo mimetizzati in abiti scuri che tuttavia non nascondevano perfettamente la corporatura più massiccia rispetto a quella dello smilzo ragazzo dalle fattezze feline.
Assottigliò gli occhi, spazzando a terra con un piede, innervosito dall'essere stato scoperto ad interagire con l'ostaggio nonostante il categorico divieto di 1 durante la riunione della sera precedente, e osservando l'altro avvicinarsi mentre la pesante porta scorreva nuovamente al proprio posto, dividendo il terzetto dal resto dell'edificio.
<< Oh, vuoi dire con il piccolo topino? >> chiese retorico, stringendo appena la presa sul viso di Yeosang, lo sguardo di quest'ultimo spaventato a morte e confuso oltre il velo di lacrime che gli appannava le iridi. << Nulla, stavamo solo giocando... vero? >> continuò, scoccando al ragazzo sotto di sè un'occhiata tagliente e vagamente maliziosa, alla quale egli non rispose se non con un soffocato e sofferente gemito. San emise una risatina divertita e lo lasciò andare, ritirando le mani nell'ampia tasca della felpa, non prima di avergli allungato uno schiaffetto leggero su una guancia.
Avrebbe fatto meglio ad andarsene, prima di ricevere una strigliata per aver non solo parlato con lui, ma anche per avergli tolto la benda e avergli così permesso di vedere, anche se solo parzialmente, il proprio volto.
<< Ci vediamo, topolino. A presto >> salutò, un ghignetto - nascosto dietro la mascherina - che gli incurvò le sottili mezzelune degli occhi, sparendo poco dopo oltre la porta e tornando alle sue tristi mansioni.
Sfortunamente per lui, c'erano ancora parecchi pavimenti da pulire, prima che tutti si svegliassero.
Prima che 2 si svegliasse.

Yeosang rimase immobile, pietrificato nello stretto abbraccio della corda che premeva sui suoi arti, gli occhi fissi sul pavimento e il cuore che rimbombava sordo nelle orecchie, impedendogli quasi di sentire altri passi - forse appartenenti alla nuova voce che aveva interrotto quei terribili momenti - raggiungere la sedia.
Una mano, stavolta senza nessun guanto dal forte odore di pelle a coprirla, gli toccò una spalla e il ragazzo sobbalzò, serrando le palpebre pronto a ricevere l'ennesimo schiaffo che tuttavia non arrivò. Udì soltanto un tonfo, segno che qualcosa era stato posato non troppo delicatamente a terra, così sbirciò appena e tra le lacrime notò una sagoma accucciata accanto alla sedia, intenta a rovistare in una borsa dalla quale provenivano tintinnii non troppo rassicuranti.
Nonostante ora potesse parlare e vedere, il ragazzino rimase in silenzio, tirando su col naso, troppo impaurito da com'erano andate le visite precedenti anche solo per avanzare le due semplici domande che premevano tra i suoi sconclusionati pensieri da quando si era svegliato in quella piccola stanza fredda.
Perchè si trovava lì?
Cosa volevano da lui?
Ancora non era riuscito a trovare una risposta valida, le supposizioni andavano e venivano, coinvolgendo sempre i suoi genitori, ma senza che Yeosang riuscisse davvero a dare un senso a tutta quella vicenda da incubo in cui si era trovato coinvolto suo malgrado. Quelle domande continuavano ad affastellarglisi in testa, cambiando forma, cercando di farsi spazio tra il groviglio di paura e terrore che pareva aver ottenebrato ogni cosa, arrivando ad un punto morto e ricominciando daccapo, tanto che - nel tempo in cui era rimasto sveglio - il ragazzo aveva creduto sarebbe impazzito, abbandonato a se stesso in un luogo di cui non conosceva né la forma, né la dimensione, nelle mani di quelle persone prive di identità.

&quot;Sector 1&quot; | ATEEZDove le storie prendono vita. Scoprilo ora