Ottavo Capitolo

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Ottavo capitolo.

Era successo tutto in un minimo attimo, i ricordi erano sbiaditi nella mia mente e non capivo granchè di ciò che stava succedendo.
La situazione era la seguente;
Michael era seduto nel divano a piangere, Ashton singhiozzava mentre mi accarezzava i capelli, Sam urlava facendo avanti e indietro per il salone, Luke cercava di farla ragionare invano, Calum e Alaska erano seduti su una poltrona mentre fissavano la scena basiti, infine Scar preparava un tea per tutti.
-Che succede?- Chiesi con voce flebile, ma mai l'avessi fatto, tutti corsero verso di me osservandomi e facendo domende ed esclamazioni tipo "È viva allora" "Stai bene? Vuoi dell'acqua? Un panino?"
Risi con poca voglia e cercai di alzarmi dal divano, pensando di pesare stando sopra le gambe di Ash, che mi aiutò a mettermi comoda.
-Sorellina, mi dispiace così tanto- Michael continuava a scusarsi, ma io non capivo di cosa stesse parlando.
-Vi prego, qualcuno mi spieghi cosa è successo dopo che è entrato Ash in camera- Dissi nervosa con la voce bassa e irritata.
-Quel pazzo nel tentativo di dare un pugno ad Ashton ha colpito a te e sei svenuta- Disse Sam, ma la cosa non mi stupì, visto che era successo altre volte. -Adesso lui dov'è?- Si sentii Michael sospirare e poi iniziare a piangere per l'ennesima volta -Lui è a casa vostra, non abbiamo chiamato la polizia perché sennò ti avrebbero preso gli assistenti sociali- Disse Ash, e poi riprese -Abbiamo preso i vostri vestiti, per un pò starai qui, poi vedremo come fare- Mi guardai intorno, stavano tutti con un'espressione spaventata e confusa, come se avessere un morto davanti.
-Ragazzi, sto bene, non voglio vedervi così!- Dissi sentendomi in colpa, Cal Sorrise e disse -Facciamo qualcosa stasera? Per distrarci un pò- Luke sorrise e rispose esaltato -Sì dai, andiamo alle giostre vicino alla spiaggia- Sam gli diede uno scalpellotto in testa -Pensi solo a divertieti, stupido pinguino in calore- Scoppiammo tutti a ridere mentre Luke faceva il finto offeso massaggiandosi la parte dove aveva ricevuto il colpo, si alzò e andò ad abbracciare Sam che si sciolse di poco.
Erano andati via tutti quanti, erano le 6.00 del pomeriggio, io e Ashton eravamo uno difronte all'altro seduti nel soggiorno a non far nulla.
-Mi hai fatto prendere un bel spavento oggi, signorina- Disse Ashton avvicinandosi a me e sedendosi nel posto affianco al mio e poggiando la sua faccia sull'incavo del mio collo, risi provando solletico per il contatto dei suoi ricci sulla mia pelle. Prese una mia mano e la mise sulla sua -Hai le manine più strane che io abbia mai visto- Puntualizzò Ashton ridendo -Che hanno di strano?- Chiesi offesa per il suo commento, -Sembrano quelle di una bambina, sono piccole e paffute- Rise giocando con il mio minuscolo mignolo. Guardai le nostre mani, per quanto diverse potevano essere, la mia mano combaciava sulla sua come se fosse stata creata per lui.
-Ash, posso andare a farmi una doccia? Non posso uscire così stasera...- Lui sorrise -Certo, i tuoi vestiti sono in camera mia- Ringraziai e andai su.
Entrai in camera sua e guardai tra i miei vestiti, non volevo indossare neanche una singola cosa di tutta quella roba. Presi un paio di Skinny neri e guardai nel suo armadio se aveva qualcosa di carino, trovai una maglietta nera con su disegnato un lupo/cane, in realtà non ne ho idea di cosa fosse, ma mi piaceva, quindi decisi di prenderla.
Presi l'intimo e andai a lavarmi.

Mi stavo legando le scarpe, ero in camera di Ash, avevo indossato tutti i vestiti e avevo piastrato a metà i capelli lasciando i miei boccoli alle punte.
Scesi giù, Ashton era già pronto, indossava un paio di jeans neri, una maglietta blu scuro con una giacca in pelle e ai piedi gli anfibi che indossava di continuo.
Mi vide scendere le scale e inarcò di poco un sopracciglio sorridendo -Ev, le tue magliette erano sopra la poltrona- Rise e cercai di essere il più dolce possibile nel spiegargli che le mie facevano a dir poco schifo -Ti informo del fatto che è una delle mie magliette preferite, ragazzina, se la rovini sarò costretto a punirti- Risi -Va bene papà- Lui fece una strana espressione
-Suona pervertito- Disse
-Ashton, sei tu il pervertito- Diventai abbastanza rossa e rimasi a riflettere su ciò che avevo detto ma non trovavo nulla di pervertito nella mia frase... Maschi...
Uscimmo di casa -Andiamo a piedi?- Mi chiese Ashton guardandomi negli occhi, tolsi lo sguardo e sussurrai un "sì".
-Allora Ev, ti piace questa idea di andare al parco giochi?-
-Sì, amo i parco giochi, ma non mi piacciono i giochi-
-Questo non ha ufficialmente senso- Rise.
-Sta zitto e cammina Ashton- Feci finta di essere seria ma scoppiai a ridere.
-Dovresti star zitta tu, spari cose senza senso ogni due per tre!- Era uccifiale, la sua voce mi ricordava una ragazzina in piena fertilità ormonale.
-Io non sto zitta, nessuno mi può mettere il silenzio, cazzo, io sono punk rock!- Lui rise con la sua solita risata da cricieto isterico -Mi sembra la solita frase di tuo fratello o di Luke, quindi, è ufficiale adesso, stai zitta- Rise.
-Ashton non mi farai mai stare zitta- Dissi sicura delle mie parole.
-Sicura Evelyn?- Disse spingendomi al muro affianco al marciapiede dove stavamo camminando.
Sentii per mezzo secondo il mio respiro cessare e il suo sul mio collo, dovuto alla vicinanza mai avuta con lui in questo contesto.
Fissava in imperterrito le mie labbra e i miei occhi, e io più fissavo i suoi, più mi sentivo mancare.
Più si avvicinava e più il mio cuore voleva andarsene via dal mio petto per ballare in tutto il mio corpo insieme ai mille elefanti che avevo nello stomaco.
-Non parli più, Ev?- Sussurrò al mio orecchio, mi vennero i brividi.
Distolsi lo sguardo e guardai dall'altra parte della strada.
C'era lui.
Nascosi il mio volto nel collo di Ashton e sussurrai -Ashton, non girarti per nessuna ragione e non spostarti da me- Rise -Ev, la devo prendere come una sorta di avance? Io non ho nessun problema ma, ci stanno aspettando, e se vuoi che io ti baci basta chie...- Gli pestai il piede per farlo stare zitto - Ashton c'è Ben dall'altra parte della strada, se ci vede sono cazzi-.
Restammo in quella posizione per pochi minuti e non facevo altro che stringere la giacca di Ashton nelle mie mani finquando lui non prese le mie mani e le strinse nelle sue. Continuavo a tremare, sia per il fatto che mi stavo congelando, sia per la paura, sia, e soprattutto, per la mia posizione poco conveniente con Ashton.
Riprendemmo a camminare quando Ben andò via verso casa, e Ashton teneva ancora la mia mano.
-Ti senti bene?- Mi chiese fissandomi mentre rimprendemmo a camminare.
-Una favola...- Risposi sarcastica.
-Hei, stai tranquilla, ci sono io, quel tipo non ti toccherà più.-
Feci un mezzo sorriso, era stato carino a dire quella frase, mi faceva bene sapere che non ero sola.
Dopo pochi minuti eravamo al parco, trovammo tutti quanti li, ci salutammo e Sam continuava a fissare le mani mie e di Ash incrociate.

#Sam's Pov
-Che si fa?- dissi io staccandomi da Luke.
-Andiamo sulla ruota?- Chiese Scar stringendosi a Mike che le sorrise.
Fissavo i ragazzi, si amavano tutti davvero tanto, e trovato un futuro anche per Ashton ed Ev, ma io mi sentivo fuori posto stando accanto a Luke. Alcune volte mi sentivo veramente poco in confronto a lui, lo amavo, certo, più della mia stessa vita, ma certe volte pensavo di essere troppo poco per un ragazzo così meraviglioso.
-Andiamo- Mi sussurrò Luke prendendo la mia mano e sorridendomi mostrando quelle fossette che amavo alla follia.
-Noi restiamo qui ragazzi, magari facciamo un giro- Disse Ash che continuava a tenere la mano di Evelyn che tremava.
Facemmo la fila per salire sulla ruota, prima salirono Calum e Alaska, seguiti da me e Luke per poi finire con Michael e Scar.
Ci sedemmo e Luke teneva ancora la mia mano e nel suo sguardo c'era quello di un bambino divertito.
Fissavo Ev e Ashton, e mi chiedevo cosa volesse fare lui con lei, essendo fidanzato. Vedevo come la guardava, come la toccava, dai suoi occhi potevo notare che quella ragazza diventava sempre più importante per lui.
-Ti piace?- Mi chiese Luke poggiando il mento sulla mia spalla, mi scostai di poco e feci "sì" -Che hai Sam?- Chiese picchiettando due dita sul mio ginocchio e fissandomi -Niente Luke, niente- Risposi con tono arreso e sarcastico, ero acida, certo, ma qualcosa mi faceva stare male e non potevo farci nulla. Buttai lo sguardo su quei due che erano rimasti giù, erano abbracciati, e mentre gli altri continuavano ad urlare e ridere io mi ritrovavo a fissare due miei amici che stavano per intrapredere una vita insieme, anche se loro non ne erano ancora consapevoli, sarebbe andata così, perché soltanto con uno sguardo riuscivano a completarsi, sembravano creati con lo stesso stampo, e sapevo che Ash aveva bisogno proprio di questo, cioè di una persona uguale a lui, per poterlo capire, supportare e amare.
Invidiavo quei due, perché per quanto amavo Luke, non ero ancora felice del tutto.

#Ev's Pov.
Teneva saldamente la mia mano mentre passeggiavamo per il parco, lui era sicuro di se mentre camminava, io invece, ero talmente insicura che per ogni cosa che facevo cercavo il suo sguardo, per poi ottenere un sorriso che mi rincuorava e mi faceva diventare un pò più forte di prima.
-Vieni con me- Mi disse sorridendo e mostrando quelle adorabili fossette che ritenevo la fine del mondo e l'inizio del paradiso.
Camminammo fino a una delle tante bancarelle che c'erano in quel posto.
Era una sorta di gioco a premio, il classico gioco della pallina e delle bottiglie sovrapposte da far cadere per poi ricevere un grazioso pupazzetto o qualsiasi cosa da innamorati o per bambini.
-Quale ti piace?- Mi chiese Ashton.
Mi guardai intorno e notai un pupazzo che rappresentava due castori che tenevano un cuore.
-Quello lì- Indicai il pupazzo lasciando la sua mano e sentendomi "vuota".
Lui prese in mano la pallina e pagò il tiro.
Tirò verso la prima pila di bottiglie e le buttò giù tutte e sei, passò alla seconda pila, poi alla terza per poi vincere.
-Cosa scegli ragazzo?- Chiese il signore della bancarella.
-Prendo i due castori- Sorrise al signore e si avvicinò a me cercando la mia mano e incastrandola nella sua.
-È per la tua signorina?- Domandò ad Ashton il signore, posando poi lo sguardo su di me. Ashton diventò improvvisamente rosso e si fece scappare una delle sue risatine.
-Sì- Rispose lui prendendo il pupazzo e ringraziando. Salutò e riprendemmo a camminare.
-Questo è per te- Disse fermandosi e porgendomi i due castori.
-Grazie Ash- Sorrise e si avvicinò al mio orecchio sussurrando "Amo quando mi chiami Ash, te l'ho già detto?" Lo sentii sorridere sulla mia guancia e sorrisi anch'io.
Finalmente dopo tanto tempo potevo reputarmi felice, ma tutti sappiamo che la felicità è composta da attimi, va e viene, e come era arrivata da me, stava già cambiando rotta per andare via.
Mi voltai guardando Ashton con lo sguardo rivolto difronte a se e il viso perplesso e spaventato.
'Ancora lei?' pensai.

...

Smells Like Teen Spirits || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora