Quindicesimo Capitolo.
#Ev's Pov.
Rimasi su quel divano troppo a lungo.
Non avevo il coraggio di chiamarlo, di dirgli cosa provavo, di spiegargli che forse lui non mi amava, e che presto, come tutti quanti, si sarebbe stancato di me.
Ma conoscevo bene i miei sentimenti, il bagaglio di emozioni che mi portavo dietro dal primo giorno in cui mi ha sorriso.
Lo aspettai fino a mezzanotte sveglia, con gli occhi spalancati e stanchi, con il cuore in mano e pronto per parlare al posto mio, e tutto l'amore che avevo in corpo da dargli.
Ma quando non ce la feci più mi arresi: salii in camera e mi coricai, cercando di dormire.Dei rumori mi svegliarono neanche mezz'ora dopo essermi addormentata.
Mi misi seduta sul letto, stando tra le bianche e candide coperte che sapevano solo e unicamente di lui.
Sentii un tonfo, fu la porta dell'ingresso chiudersi, e dei passi farsi troppo pesanti sul pavimento.~Flashback.
Appena sento la porta di casa sbattere rabbrividisco, e facendo il più piano possibile corro in camera di Michael, chiudo a chiave la porta e cerco di svegliarlo.Si sveglia, lo avverto del suo ritorno, e cerca di tranquillizzarmi.
Sento i suoi passi ovunque, è ubriaco, lo capisco da come sbatte i piedi quando cammina e le sue scarpe toccano terra.
~Mi rannicchio accanto al muro quando sento i passi farsi più vicini.
La mia mente era profondamente confusa.
Una parte di me continuava a ripetersi che era Ashton, la persona che mi aveva saltava, chi mi aveva accolta in casa propria e amata.
Dall'altra parte c'era soltanto una persona ubriaca che stava venendo verso di me per distruggermi.
Iniziai a piangere appena sentii la sua presenza dietro la porta, che lentamente si aprì, facendomi intravedere, grazie alla luce dei lampioni fuori dalla finestra, la sagoma di Ashton barcollante che si teneva saldamente alla maniglia.
-Ciao... Amore- Biascicò chiudendo la porta alle sue spalle.
-Ashton, sei ubriaco- Sussurrai cercando di mantenere la calma, ripetendomi che era semplicemente lui.
-Lo so- Rise togliendosi le scarpe, inciampando.
Appena il suo viso si fece più vicino, vidi quello che gli avevo fatto, in cosa si era tramutato per me.
-Mi fai paura Ash...- Sussurrai piagnucolando.
-Non devi avere paura... Paura di me, tesoro- Si tolse la maglietta e io, semplicemente, iniziai a tremare.
-Vai a dormire- Dissi tirando su col naso, asciugandomi le guance colme di lacrime, mentre lui si toglieva i jeans.
-È quello che sto facendo- Disse sedendosi accanto a me.
La sua mano afferrò saldamente il mio polso, trascinandomi giù nel letto, facendomi stendere accanto a lui, che mi avvolse la vita con un braccio.
Cercai di lasciarmi andare, mettendo il mio braccio sul suo stomaco, poggiando il viso sul suo petto, ma appena l'odore dell'alcol si fece sentire mi alzai di scatto.
-Scusami, non ci riesco- Mi liberai dalla sua presa, mettendomi in piedi davanti a lui.
-È perché non mi ami? È questo il problema?-
-Cosa? No- Dissi con convinzione.
-Io ho paura di te, tu non sei... Non sei tu, non sei Ashton- Raccolsi l'ennesima lacrima che solcò il mio viso.
-Cosa stai dicendo?- Si alzò anche lui posizionandosi davanti a me.
-Sei soltanto ubriaco ai miei occhi- Piansi nascondendo il viso tra le mie mani.
-Ssh- Sussurrò al mio orecchio tenendomi stretta con le mani sui miei fianchi.
-Lascia che ti dimostri che sono io- Lo vidi sorridere appena gli rivolsi lo sguardo.
Non dissi nulla; mi feci trasportare da lui che mi fece nuovamente sdraiare sul letto.
Mi fece posizionare tra le sue braccia, come ogni notte, con le gambe incrociate tra le sue.
Smisi di piangere quando sull'incavo del suo collo potevo ancora percepire un minimo del suo profumo, anche se mischiato al sudore.
La sua mano vagava sulla mia schiena, quando finalmente, dopo tutto quel tempo si chinò verso di me per baciarmi.
Mi tirai indietro per via del sapore sulle sue labbra, ma lui non disse nulla, semplicemente si mise sopra di me, tenendosi con le mani ai lati della mia testa.
-Io non sono lui- Sussurrò al mio orecchio, e per un momento la sua voce era tornata limpida e chiara come sempre.
Strofinò il viso sulla mia guancia, lasciandomi un bacio al lato del mio zigomo.
Le mie mani andarono istintivamente verso la sua schiena, stringendola appena scese sul mio collo, baciandolo delicatamente.
-Non è giusto- Sussurrai serrando gli occhi appena iniziò a mordere un lembo di pelle.
-Cosa?- Continuò a torturarmi dopo aver parlato, e io cercai di mettere insieme tutte le parole che avevo bisogno di esternare.
-Io.. Cioè, tu stai male, per colpa mia, eppure... Sei qui a consolarmi- Cercai di spiegargli il mio concetto senza farmi distrarre dalle sue labbra sulla mia spalla, anche se fu fottutamente difficile.
-Ma io ti ho spaventata- Disse con tono sempre più serio, iniziai a pensare che la sbronza se ne stesse andando.
-Io sto bene Evelyn, ormai ci sono più che abituato- Mentre parlava prese a guardarmi negli occhi, anche se pochi secondi dopo il mio sguardo vagò altrove.
-Non posso farci nulla se alle persone non importa di me- Sussurrò sdraiandosi completamente sopra di me, posando il viso sul cuscino, accanto al mio collo.
-A me importa di te- Presi coraggio, spostai il suo corpo di lato, mettendomi accanto a lui.
La mia mano si posò sulla sua guancia completamente priva di barba.
Sorrisi appena lui fece lo stesso.
Il mio dito giocò sulla fossetta nella sua guancia, e appena tornò con sguardo serio accarezzai il suo viso.
-Ho sbagliato Ash- Dissi sfidando me stessa per non arrendermi sotto il suo sguardo.
-Lo so, non avresti dovuto stare con me- Replicò con tono triste.
-Non per questo-
-E per cosa?-
-Perché non sono riuscita a dirti quanto ti amo- Sorrise alle mie parole, e per un attimo tutto riacquistò un senso nel mondo, che per me aveva smesso di girare appena aveva messo piede fuori di casa.
Questa volta mi avvicinai io a lui, circondandolo tra le mie braccia per baciarlo.
Lui non accettò quel bacio, si staccò sorridendo.
-Dove vai?- Domandai appena si alzò, uscendo fuori dalla porta.
-Torno subito- Rispose.
Sorrisi quando sentii scendere l'acqua del lavandino accanto alla nostra camera.
Tornò pochissimi minuti dopo, tornando a sdraiarsi accanto a me.
Non disse nulla, fece scontrare le nostre labbra facendomi sorridere, si era lavato i denti, ridacchiai nel bacio.
-È tutta la notte che cerco di baciarti e ridi quando ci riesco?- Mi rimproverò a un millimetro dalle mie labbra.
Non risposi e ripresi a baciarlo.
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Smells Like Teen Spirits || Ashton Irwin
FanfictionSmells like teen spirits. [IN REVISIONE] La testa degli adolescenti è sempre confusa, fuori da ogni discussione, fuori dagli ambienti comuni, fuori dalla vita noiosa e monotona di ogni giorno. Viviamo nel nostro mondo fatto di incertezze, sbagli, di...