Esistono momenti, immagini, canzoni, profumi, colori... cose che, per qualche motivo, attecchiscono nella nostra mente più di tante altre che, invece, col tempo sbiadiscono o vanno perdute.
Ricordo che all'asilo cantavo una canzone battendo le mani e che mi piaceva far sentire la mia voce. Ricordo di aver rotto per sbaglio un giocattolo di un mio compagno, di essere stato sgridato dalla maestra e di aver pianto fissando il pavimento mentre qualcuno mi stringeva la mano per consolarmi.
Ricordo le scarpe con le luci a intermittenza sotto le suole. Ricordo mia mamma che piange e io che non ho il coraggio di chiederle cosa c'è che non va.
Ma non ricordo Jacopo.
Ora, se potessi scegliere, mi piacerebbe sacrificare tutto il resto e riavere indietro i ricordi con lui, ma non posso. A quanto pare non funziona così, non c'è modo di sapere cosa e perché dimenticherai o ricorderai un determinato momento della tua vita.Tuttavia, la prima volta che gli occhi di Manuel si erano posati su di me, avevo capito immediatamente di star vivendo uno di quei momenti che ti restano dentro per sempre.
Non lo conoscevo neanche. Non sapevo se quello sguardo sarebbe stato solo fine a se stesso o se saremmo andati oltre, con un saluto o una presentazione. Non avevo idea che mi sarei innamorato perdutamente di lui.
Eppure, sapevo per certo che quegli occhi non li avrei dimenticati.
E ne ero ancora convinto. Ero sicuro che, in qualunque maniera fosse andata a finire tra noi, più dei baci, delle carezze, delle parole sussurrate... avrei ricordato quel primo incontro.
Era stato inaspettato. Io mi ero voltato solo per controllare che quei tizi ignobili non mi stessero seguendo e lui era semplicemente fermo sul marciapiede a fumare una sigaretta.
Sarebbe potuto essere un incrocio di sguardi breve e casuale. Solo che avevamo indugiato entrambi, catturati da qualcosa che ancora non saprei spiegare.
E poi c'era stato il click.
L'avevo visto leggere nei miei occhi e io avevo fatto lo stesso con i suoi e all'improvviso avevo capito.
Quel ragazzo aveva sofferto, come me.
Aveva sbagliato, come me.
Aveva paura, come me.
Aveva bisogno d'amore, come me.Mi ero sentito invadere da un calore dolce e un po' triste. Pensavo di essere l'unico ad andarsene in giro incompleto, ma probabilmente sono solo uno spezzato tra tanti.
Dopo lo sguardo c'era stato il sorriso. Anche quello avrei ricordato, possibilmente, perché era stato una conferma di comprensione.
L'avevo ricambiato subito, insieme a un cenno della testa. Lo so. Anche io.
Poi c'era stata una pausa silenziosa e avevo saputo che da un momento all'altro uno dei due avrebbe abbassato lo sguardo, ponendo fine a quel momento indimenticabile.
Perciò domande frenetiche avevano cominciato a vorticarmi nella testa: cosa volevo farmene di questo momento? Lasciarlo terminare? Limitarmi a custodirlo e andare avanti per la mia strada?
Una scelta senza rischi, di sicuro, ma per quanto tempo volevo continuare a lasciarmi scivolare opportunità tra le dita? Non era meglio almeno tentare di farlo, quel passo, per quanto azzardato potesse sembrare?«Fumi?»
Ah, era stato facile a quel punto, con Manuel che mi aveva già spianato la strada.
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L'universo che si svela
FanfictionQuella che sembrava l'annuale vacanza con sua madre diventa l'estate più bella della sua vita, quando Simone incontra un ragazzo che sembra essere capace di fargli affrontare la vita con più coraggio di quanto non abbia mai fatto. Ma l'estate non du...