Capitolo 11 Il furto

368 57 364
                                    

~Se non fai nulla per cambiare la tua vita, non aspettarti che questa cambi da sola. Ci vuole il coraggio di imbracciare la lotta, a volte anche contro se stessi, primi veri sabotatori della nostra felicità~
Hell♡


DARYL

È l'alba e, come ogni mattina, da anni a questa parte, il mio cervello è già sveglio. Non sono mai stato uno che dorme fino a tardi, tuttavia, negli ultimi cinque anni, ho sviluppato un sonno leggerissimo che mi permette di rimare sempre in allerta. Ma questa mattina c'è un motivo differente che mi spinge ad alzarmi con una certa fretta: ieri sera, infatti, ho spento il telefono e non è affatto una mia abitudine, anzi. È necessario che rimanga sempre acceso, può arrivarmi una notizia, una soffiata, un'emergenza con la gang o il "lavoro" e io devo essere sempre reperibile, voglio esserlo per mantenere tutto sotto controllo.

Una volta acceso, mi appaiono una serie di notifiche poco importanti. Tiro un sospiro di sollievo, poichè non è successo nulla che richiedesse la mia attenzione. Tuttavia, qualcosa di mio interesse c'è eccome: Il motivo per il quale ho spento il telefono, il motivo per il quale ieri ho recuperato dal garage una delle mie auto contraffatte, il motivo per il quale ho fatto il pedinatore, o peggio, stalker tutta la sera.

Chiara...

Quando me ne sono andato da casa sua, ieri, non ero convinto per nulla della scelta che aveva fatto ed ero preoccupato. Non mi sentivo in pace con la coscienza a lasciarla andare da sola a quella cena, senza un minimo di protezione. Avrei potuto inviarle una scorta, o avrei potuto avvisare Blake, ma per qualche motivo, ho ritenuto di dovermene occupare io stesso. Mi sento in qualche modo responsabile e glielo avevo detto fin dall'inizio che non l'avrei fatta ammazzare. 

Promessa alquanto difficile da mantenere se per tutto il mese continuerà a prendere delle decisioni di merda.

Impulsiva y testaruda!

E, poi, mi ha mandato quel messaggio in cui mi comunicava che era andato tutto bene.

Certo! Lo sapevo già. Li ho seguiti passo passo. Ho visto come lui abbia sfoderato la sua Bugatti per fare colpo. Non la usa mai quella macchina, viaggia sempre su altri tipi di auto e con una scorta sempre attaccata al culo.

Fortuna che l'auto che ho usato, anche se ha il telaio di una vecchia pegeut, ha il motore truccato. Giacomo non è in grado di guidare come me, percio è stato facile pedinarli.

Ero pronto a intervenire in qualsiasi momento. In macchina, i miei occhi si spostavano, compulsivi, dall'entrata del ristorante al telefono. Ma lei non ha mai effettuato l'accesso, non ha mai avuto bisogno. Non dico che sia un male, perché significa che Giacomo non le ha torto un capello, tuttavia, quando l'ha riportata a casa e l'ho vista scendere dalla Bugatti sorridente, ho provato fastidio.

E quel fastidio non mi ha abbandonato per tutta la notte, tanto che ho smesso di risponderle e ho addirittura spento il telefono perché non volevo sentire altro. Ci era andata a quella cena ed era finita, punto e basta. Mi disturbava l'idea che potesse raccontarmi dei dettagli. So quanto Giacomo possa essere galante quando spera di avere un tornaconto con una donna e non avevo, e non ho, alcuna intenzione di farmi riempire la testa da lei su quanto l'abbia trattata bene.

Deciso a ignorare quel messaggio, scendo al piano di sotto per fare colazione. Tuttavia, la quiete dura poco, poiché ricevo una telefonata: è il "lavoro".

«Avila... No...  Esta noche? Seguro?... No, no pasa nada...Vale, te veo luego.»

Come ho potuto dimenticarmene?

Una Bruja per il truffatoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora