DARYL
Le luci stroboscopiche e la musica che rimbomba nelle orecchie, ci danno il benvenuto all'interno della Cueva, un lounge bar che dalle undici di sera funge da discoteca. Ci vengo spesso, il proprietario è un mio conoscente e abbiamo spesso avuto interessi in comune.
Il posto è pieno di gente, nonostante sia lunedì sera, ma questo è una sorta di ritrovo per Latini che cercano un luogo in cui sentirsi tutti uguali e uniti.
La principessina, comunque, sembra a suo agio. La scorto, poggiando la mano sulla sua schiena, fino al bancone del bar. Troviamo a stento due sgabelli liberi e con fatica riesco a ottenere l'attenzione del cameriere che sembra del tutto preso da una moretta quattro posti più avanti a noi.
«Cosa prendi?» Le chiedo, mentre il barista si avvicina, finalmente pronto a prendere la nostra ordinazione.
«Una piñacolada.»Alzo le sopracciglia e sogghigno.
«Mi prendi in giro.»
«No, te lo giuro, è il mio cocktail preferito. È una coincidenza che sia una creazione portoricana.»Sembra sincera, ma faccio davvero fatica a crederle. Io ordino un bicchiere di Whisky e, mentre aspettiamo che ci vengano serviti i drink, il proprietario esce dallo stanzino sul retro del bar, e mi vede.
Prego che non si avvicini, ma la speranza è vana. Mi riserva un'occhiata d'intesa e mi lascia una pacca sulla spalla, poi si sporge in avanti:
«Ho un lavoretto per te. Cosa da poco, dieci minuti al massimo e sei libero.»
Dieci minuti?
O mi fa combattere contro un anoressico denutrito, o dubito che riesco a concludere un incontro in soli dieci minuti.
«Quando?»
«Settimana prossima.»
«Quanto?»
«È una cosa facile per te Avila, cinquemila dollari?» Chiede con la pretesa, però, che mi stiano bene.A questo punto, reagisco, mi dimentico di essere in compagnia di Chiara e mi alzo dallo sgabello.
«Per meno di dieci neanche me lo dovresti chiedere.»
L'uomo sgrana gli occhi. Se ha chiesto a me di fare l'incontro è perché ha la certezza che chiunque sia l'avversario lo mando ko, evidentemente, gli altri stronzi che ingaggia ci hanno già provato e hanno già perso.
«Avila, vuoi rovinarmi?»
E questa frase conferma i miei sospetti. I suoi "pupilli" hanno fatto schifo e l'ultimo rimasto sono io, peccato che non mi spacco il culo per una miseria.
Lancio uno sguardo alla principessa: è nervosa, si stringe nelle spalle e osserva la scena con troppa preoccupazione. Complice la musica alta che non penso le permetta di capire tutta la conversazione e la mia reazione fulminea, è in evidente disagio. Le rivolgo un sorriso per tranquillizzarla, per poi riportare l'attenzione sull'uomo davanti a me.
«Ti rovino se mi fai fare a botte e non mi dai un adeguato compenso, quello sì. Forse preferisci essere tu a salire sul ring contro di me?»
Lo schernisco, conoscendo già la risposta.«Aj, hombre de mierda, vale, entonces: diez mil.»
Proprio in quell'istante, arriva il mio drink, lo prendo e lo alzo verso l'uomo, come a suggellare il patto. Lui alza gli occhi al cielo, poi saluta con una sorta di inchino Chiara, che rimane del tutto interdetta, e finalmente si leva dalle palle.
«Va tutto bene?» Domanda, posandomi una mano sul ginocchio. Gli occhi grandi e scuri, attraversati dalle luci cangianti, le donano un'aura magica. Il potere di leggermi nell'anima. Resto immobile a fissarla incantato ed è solo quando la sua espressione diventa più apprensiva che mi risveglio. Scrollo le spalle e butto giù tutto il contenuto del bicchiere.
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Una Bruja per il truffatore
Romantizm[IN RISCRITTURA] Energica, piena di vita e a tratti un pò fuori dalle righe, Chiara è una ragazza che si è trasferita a New York da meno di un anno. Nella grande metropoli ha fatto la conoscenza di Blake e Ava e con loro ha stretto un forte legame...