CHIARA
Dividersi è doloroso. Un vero e proprio male fisico simile a una tenaglia che scatta intorno allo stomaco nel momento in cui le bocche abbandonano il contatto.
Restiamo in silenzio, come prima di cominciare, entrambi stupiti da ciò che è successo. Respiriamo a fatica cercando l'aria che ci siamo tolti a vicenda. Ho le labbra gonfie e il volto arrossato dai sentimenti crescenti verso quest'uomo.
Imbambolata, mi perdo i quegli occhi le cui iridi scurite mi inghiottiscono. In esse si riflette il mio desiderio che m'incendia l'anima, alimentato dal suo.
Quando le sue dita mi accarezzano le labbra, che solo poco fa erano in balia delle sue, il velo della timidezza scende su di me e d'istinto abbasso gli occhi.
«Bruja... sei...» Blocca la frase a metà, sul viso una sorta di stupore.
Sono?
Alzo lo sguardo speranzosa che dica qualcosa di dolce, la fantasia galoppa al ritmo del mio cuore su una strada segnata dal rosso della passione e... di una forte infatuazione.
Ma m'illudo. La sua espressione muta in un lampo che squarcia l'anello che ci univa, diventa maliziosa e non vi è più traccia di quello sgomento che sembrava averlo lasciato senza parole.
«Sempre più interessante.» Si morde il labbro, il desiderio che prova lo potrei toccare da tanto è palese, e per il momento mi faccio bastare questo. Non posso pretendere niente solo per un bacio, perciò, sedo la fantasia e m'impongo di celare la delusione che l'anima sognatrice che in me prova.
Assumo anche io un atteggiamento accattivante, cercando di sembrare più sicura possibile.
«Direi che anche tu hai acquistato qualche punto a tuo favore, Portorico.»
Si lascia andare a una smorfia di finta modestia, ma nell'alzare le spalle viene colto dal dolore che non riesce a mascherare, e un mugolio gli sfugge dalle labbra.
Mi alzo dalle sue gambe e lo lascio riprendere, non tento più di convincerlo a farsi portare da un medico perché conosco già la risposta.
Testardo!
Passata l'ondata di dolore, Daryl mi intima di aprire i borsoni. Non pongo domande, faccio ciò che chiede. Dentro ci sono banconote arrotolate e teneute strette da elastici a formare una mazzetta.
«Beh, i soldi ci sono.» Constato a voce alta in modo che mi senta.
«Ottimo, da quanto sono?»
«Sono banconote da cento e... » ne prendo una per contarli «duemila dollari ciascuna.»
«Prendine una e mettitela in borsa. Quelli sono tuoi.»
«Cosa? Perché?» Chiedo incredula e confusa.
«Le collaborazioni vanno pagate.» Dice secco, poi distoglie lo sguardo e sospira «Prendili e basta, comprati qualcosa, spendili per qualcosa che ti piace.»
«Daryl... »
«Hai rischiato grosso. Sei stata a tutti gli effetti un braccio destro e io pago chi lavora per me.»
Non discuto, sarebbe inutile. Da una parte mi fa piacere che mi consideri parte della sua squadra, dall'altra una brutta sensazione, seguita da un pensiero intruvo alquanto sinistro, si insinua dentro di me. Non ho il tempo di elaborarlo, né di soffermarmici troppo perché il portoricano è intenzionato ad alzarsi dalla sedia.
Lo aiuto a mettersi in piedi e si posiziona più dritto che può.
«È venuto il momento di andare, accompagnami alla macchina, poi torna qui e recupera i borsoni.»
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Una Bruja per il truffatore
Romansa[IN RISCRITTURA] Energica, piena di vita e a tratti un pò fuori dalle righe, Chiara è una ragazza che si è trasferita a New York da meno di un anno. Nella grande metropoli ha fatto la conoscenza di Blake e Ava e con loro ha stretto un forte legame...