Daesang (V)

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Kim Yongsun chiese al tassista di lasciarlo all'ingresso del parcheggio sotterraneo di uno dei condomini più esclusivi di Seul. Con il cappuccio calato sugli occhi e una mascherina nera che gli copriva il resto del volto chiamò in fretta l'ascensore. Troppe finestre illuminate si affacciavano su quella rampa su cui c'era sempre un gran via vai di macchinoni di lusso.

Yongsun sgusciò sul pianerottolo e a testa bassa raggiunse una delle porte che si affacciavano sul lato est dell'edificio. L'uscio si schiuse giusto il necessario per farlo passare. Mentre si toglieva le scarpe pensò per l'ennesima volta che era fortunato a frequentare una ragazza talmente ricca da potersi permettersi un appartamento tutto suo in quel complesso dove la privacy era la priorità di tutti gli inquilini.

Salt indossava una felpa extra large da cui spuntavano un paio di gambe nude. Aveva i capelli sciolti, la frangia fissata da un lato da una mollettina ed era ancora truccata. Non si gettò tra le sue braccia, ma aspettò che fosse lui a raggiungerla e solo allora gli salì sulle punte dei piedi per baciarlo.

«Hai bevuto tanto?» gli chiese sentendo il soju nel suo fiato.

«No, abbiamo fatto un paio di brindisi per festeggiare» rispose lui prendendola per mano e guidandola verso il divano, come se fosse a casa propria.

Salt si sdraiò al suo fianco. «Siete stati bravissimi! E il premio come miglior gruppo non poteva che andare a voi, siete una spanna sopra gli altri! Incluse noi...» scoppiò a ridere.

Yongsun era abituato a sentire Salt scherzare sulle Spicy Mayo, ma ogni tanto si chiedeva come mai avesse deciso di debuttare con loro se le disprezzava tanto. Non si prendeva con le altre ragazze, detestava la loro musica, le pesava avere a che fare con i fan e durante le performance non dava l'impressione di divertirsi. Yongsun aveva deciso di dare una chance a quel rapporto perché lei era la prima persona con cui fosse riuscito ad aprirsi dopo anni; probabilmente dipendeva dal fatto che Salt avesse un passato drammatico tanto quanto il suo e sapeva sempre cosa dire per consolarlo o incoraggiarlo. Ultimamente, però, aveva sempre più l'impressione che la ragazza non si confidasse altrettanto con lui, addirittura che lo tenesse a distanza. Tanto per iniziare gli aveva chiesto la cortesia di continuare a chiamarla con il nome di scena, perché non amava il nome che le avevano dato i suoi genitori. Prima di morire i suoi erano stati in cattivi rapporti con tutti i parenti perché non avevano voluto condividere la ricchezza ottenuta da un giorno a un altro grazie a un investimento finanziario fortunato; e nel testamento avevano lasciato tutto alla figlia, con la clausola che a meno di un contributo mensile per le prime necessità avrebbe ricevuto l'eredità solo una volta maggiorenne. L'avevano fatto per evitare che fosse adottata dai parenti più avidi e così era stato, dato che l'unica persona che aveva accettato di prenderla con sé era stata la nonna materna. Salt non era ancora maggiorenne, ma quando sua nonna era venuta a mancare con l'aiuto di un bravo avvocato era riuscita finalmente a mettere le mani sui suoi miliardi di won. Nessuno all'agenzia sapeva che da un giorno a un altro la ragazza era passata dall'essere un'orfana senza un soldo a essere una delle miliardarie più giovani del paese.

«Mi sembra tutto un sogno» sussurrò la ragazza abbracciandolo.

«Cosa? Vivere qui?»

«No, essere qui con te. Non sai per quanto tempo l'ho desiderato...»

«Per quanto?» chiese lui incuriosito dal tono nella sua voce.

«Ti ho visto uno dei miei primissimi giorni all'agenzia ed è stato un colpo di fulmine, oppa. Ma mai avrei immaginato di avere una possibilità con uno come te...»

Yongsun non la contraddisse. Era corteggiato da talmente tante ragazze - e ragazzi - che non era scontato che si sarebbe invaghito di Salt, se non avesse riconosciuto in lei un'anima simile, altrettanto sola e grintosa.

IDOL: Sasaeng [completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora