Big Thing.

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Capitolo 10.

Big thing.

Il suo respiro si fece più calmo, quando la mia mano ancora non cessava di accarezzarlo, e apprezzai quel gesto, perchè significava che si stava calmando sotto il mio tocco, si stava rilassando e godendo quel momento, che forse non si sarebbe mai più ripetuto.


Per un solo attimo vidi un piccolo e quasi impercettibile luccichio nei suoi occhi, forse voleva piangere, magari rivelare il suo vero spirito, la sua vera anima benigna, ma non voleva farlo, io lo sapevo, era troppo orgoglioso per poter mostrarsi per com'era davvero, davanti a me o a qualsiasi altra persona.


Justin alzò nuovamente lo sguardo sui miei occhi, ma qualcosa in esso cambiò, non era quello sguardo freddo ed arrogante di sempre, c'era del dolce, forse del rimorso.

Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata non appena lui avvicinò il suo viso al mio, in modo pericoloso, quasi minaccioso.


E notai che i suoi occhi fissavano le mie labbra umide e rosee, in quel momento secche, a causa della paura o forse troppa emozione che stavo provando, non sapevo cosa pensare fin quando egli non posò, inaspettatamente, le sue soffici labbra sulle mie.


Un vortice di emozioni si fece spazio nella mia pancia, facendomi venire le farfalle allo stomaco e ribaltandolo tutto, tutta la paura e il timore che provavo poco prima erano spariti in un istante, sostituiti dalla gioia e forse dalla felicità di quel momento.


Cosa stava facendo? Perché mi stava baciando? E perché io non mi ero spostata?


Ma io, nonostante tutte le mie paure, i miei blocchi e il mio orgoglio insuperabile, ricambiai quel casto bacio che si era creato, e chiusi gradualmente gli occhi per potermi godere meglio quel gesto.


Dopo poco, Justin iniziò a muovere le sue labbra sulle mie con sicurezza, circondandole e formando un tutt'uno con le mie.


Era tutto così strano, tutto così bello ed inquietante allo stesso tempo.


Le sue labbra erano soffici e gonfie, ma così calde che potevi riscaldarti semplicemente sfiorandole.

E poi feci lo stesso, ma a differenza sua, io muovevo le mie labbra con insicurezza e paura.


La sua grande mano si posò dietro la mia nuca, attirandomi ancora di più al suo corpo caldo, e infatti il mio petto si scontrò contro il suo, facendomi arrossire di colpo, per fortuna non poteva vederlo, visto che entrambi avevamo gli occhi chiusi.


Sentii la sua calda e umida lingua picchiettare sul mio labbro inferiore, e capii che voleva approfondire il bacio, così non esitai a schiudere le labbra e concedergli il passaggio di essa, all'interno della mia bocca.

Io ero ancora immobile sotto il suo tocco, ero incapace di compiere qualsiasi movimento col corpo, e se tutto quello era solo una trappola?


Ma decisi di scacciare via quei brutti pensieri e concentrarmi solo su quelle bellissime labbra che ora baciavano, con estrema passione, le mie.


La sua lingua, intanto, si intrecciava alla mia, facendo dei movimenti circolari intorno ad essa, ed intrecciandola con la sua, in un modo che mai nessuno aveva fatto.


Quel bacio durò qualche secondo, ora entrambi avevamo bisogno di aria e infatti ci staccammo, riprendendo a guardarci nuovamente negli occhi, ma stavolta, lo sguardo di Justin era completamente diverso, non era più dolce e comprensivo, anzi, era ritornato quello di prima, privo di emozioni e alquanto crudele e inquietante, con tutta la freddezza possibile, oh no.


Mi guardò un'ultima volta, prima di proferire delle parole:

"Dimentica questo bacio, dimentica di essere mai stata qui e va a casa" disse, guardandomi dritto negli occhi, mentre le sue pupille si dilatavano, e poi sparì dalla stanza.


Compresi che dovevo andare via, visto che me lo aveva imposto, oltre che con le parole, con la sua magia, che in questo caso veniva chiamata 'soggiogazione', eppure, io, diversamente dalle altre volte, non eseguii subito l'ordine, non mi aveva soggiogata, io ricordavo ancora del bacio e delle emozioni che esso mi aveva provocato, ricordavo anche il suo tentativo di soggiogarmi, e ricordavo ancora di essere stata in quella casa.


Cosa era successo? Perché non aveva funzionato?

Scesi velocemente dal letto, dovevo andare via prima che Justin se ne accorgesse, ma nella fretta, inciampai su qualcosa: un diario.


Abbassai lo sguardo su di esso e lo osservai.

Era nero come la pece, semplice ma lugubre.

Con un veloce movimento delle mani preso il diario e lo misi nella mia tracolla.


Lo feci giusto perché capii che quello era un diario segreto e forse era proprio quello di Justin, avevo tutta la sua vita in pugno, ora.


Se scoprire di più sul passato di Justin, voleva dire rubare il suo diario, allora avevo fatto la cosa giusta, anche se sapevo fosse una cosa sbagliata, voglio dire, io mi sarei arrabbiata e non poco se avessero rubato il mio diario.


Non pensai più a queste cose e mi rialzai, sparendo velocemente da quella casa, e da quella strada.


Mi ero messa di nuovo in un pericolo non indifferente, ma stavolta, me l'ero davvero cercata.


Angolo autrice:

Scusate per la lunga attesa e per il capitolo a dir poco osceno, ma sapete, l'ultimo mese di scuola è il più pesante ed io non ho mai tempo, visto che devo recuperare delle materie, fatemi sapere cosa ne pensate, e scusatemi ancora, alla prossima!

Unearthly. {J.B} (#Wattys2018)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora