Woods.

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Unearthly. –Capitolo 18.

"Woods "

Juliet's pov.

La parola "esausta" era davvero poco per descrivere la mia stanchezza ed il mio stato mentale, in quel momento.

Sentivo tutto il mio corpo tremare, un po' per il freddo, un po' per il trauma subito, il colorito chiaro della mia pelle quasi scompariva, a causa del colore violaceo dei lividi che mi ero procurata cadendo di tanto in tanto, in mezzo a quelle strade ripide e piene di buche, o in quel bosco fitto dove mi trovavo.

Ebbene sì, avevo corso e camminato fino alle prime ore dell'alba, la stanchezza ormai mi aveva avvilita e non riuscivo più a connettere, non distinguevo il sogno dalla realtà, e Justin, lo vedevo ovunque, ormai neanche ci facevo più caso, la mia mente mi giocava brutti scherzi ed io non potevo fare nulla.

Ore ed ore a camminare e non avevo trovato nulla, neanche un passante o un'auto, niente, la fortuna non volva proprio considerarmi.

Ma ero sicura di essere abbastanza lontana da quella casa, molto lontana, e forse, forse solo una piccola pausa poteva essermi concessa, un solo momento di tranquillità, solamente un po' di riposo per la mia mente ed il mio corpo, almeno da permettermi di continuare la mia corsa.

Ma io lo sapevo, sapevo che contro Justin, nessuna corsa era vinta, stavo solo temporeggiando per arrivare il più tardi possibile alla mia morte.

Così, decisi di fermarmi, non importava dove, volevo solo dormire per poco e rimettermi in sesto.

Mi accasciai a terra lentamente, per fortuna sotto di me c'era solo erba, un po' lunga e bagnata a causa della rugiada, intorno invece vi erano solo alberi e cespugli grandi, mi sentivo abbastanza al sicuro.

Mi stesi sul prato e poi mi accovacciai su me stessa, in posizione fetale, intorno a me solo foglie secche e la fresca aria mattutina che attraversava la mia pelle, sentivo i miei occhi sempre più pesanti, ormai sapevo di essere crollata, il sonno aveva preso il sopravvento su di me.

Justin's pov.

Ero sotto la doccia, cercavo di togliere via tutto quel sangue che avevo sulle braccia e sul viso, persino nei capelli.

La mia mente mi faceva pensare ad una sola persona, Juliet.

Mi aveva visto in quello stato ed era scappata via da me.

Quando sono in quelle condizioni non penso, agisco con rabbia e cattiveria, e non riesco a calmarmi, inizio a comportarmi come un pazzo malato, e non riesco a calmarmi almeno che non ci sia un ulteriore pensiero fisso, oltre l'omicidio.

Ero riuscito ad innamorarmi di una persona in così poco tempo, ero finalmente riuscito a dimostrare una parte di me stesso che nessuno conosceva, anche se lo facevo di rado con lei.

Ma lui non mi permetteva di farlo con nessuno, voleva che io amassi solo ed esclusivamente lui, non importava in quali circostanze, doveva essere così.

Ed io sapevo che se non avessi rispettato il patto, se non avessi fatto ciò che lui mi diceva, Juliet avrebbe passato dei guai, le avrebbe fatto del male.

Ero così manipolato ed influenzato dalla persona che avevo amato ed adorato per così tanto tempo, non esisteva via d'uscita.

Se entri in certi giri, non ne esci più, eppure mia madre me lo ripeteva sempre, anche lei e mio padre facevano parte di quel cerchio, anche loro erano adoratori del male,

Mia madre non ha mai voluto trascinarmi in questa merda, lei era solo una vittima, esattamente come me.

Ed è per questo che non volevo farmi portar via l'unica persona che avrebbe potuto rendermi migliore.

Dovevo cercarla.

Velocemente uscii dalla doccia ed indossai i primi indumenti che mi capitarono tra le mani.

Probabilmente era tutta sola nel bosco, e in quel bosco non si è mai soli, mai.

Lo conoscevo meglio delle mie tasche, ci avevo passato un'intera vita, io stesso avevo ucciso tante anime innocenti, solo per semplice divertimento o perché me lo aveva imposto lui.

Iniziai a correre con tutte le mie forze e più veloce che potevo verso il bosco, dovevo trovarla prima che sarebbe stato troppo tardi, dovevo trovarla prima di loro.

Cazzo cazzo cazzo.

"Juliet, Juliet" cercai di chiamarla, ma non ottenni risposta, ero sull'orlo di una crisi isterica, non doveva, non doveva succederle niente.

L'artefice ero solo io, era tutta colpa mia.

Cercai di scavalcare ogni piccolo tronco che si trovava sul terreno, dovevo trovarla, dovevo trovarla.

Mi fermai per un attimo e mi portai le mani alla testa, feci un respiro profondo e chiusi i miei occhi solo per un istante.

Ricreai nella mia testa la scena della scorsa notte, dovevo ricordare che direzione aveva preso, quando stava scappando via da me.

Cazzo, sì, perché non ci avevo pensato prima?

Iniziai subito a correre nuovamente, sapevo dov'era, l'avevo trovata.

Pregai mentalmente che non lo avessero fatto prima loro.

Ma quando finalmente avvistai quel piccolo corpicino a terra, tra le piante di quel malefico bosco, un sorrisino mi spuntò sulle labbra, era un sorriso di sollievo, cazzo, ero felice che stesse bene, non le era successo niente.

In pochissimo tempo mi ritrovai quasi vicino al suo corpo, quando però, andai a sbattere contro qualcosa, non era niente di materiale, nessuna persona, niente di concreto.

E poi mi resi conto...

Una barriera trasparente, potevano innalzarla solo coloro che possedevano poteri ancora più forti, gli anziani della mia congrega.

Non prometteva per niente bene.

Cercai di romperla in qualche modo, tirando dei pugni e dei calci, ma era tutto inutile, non sapevo cosa fare, vedevo Juliet dormiente, ma non sapevo se stesse bene o le avessero fatto qualcosa, cazzo, cazzo, cazzo.

"Juliet, Juliet ti prego svegliati" urlai con tutto me stesso, sperando che mi sentisse, ma quella barriera ostacolava ogni tipo di rapporto, ogni tipo di contatto, persino uditivo.

"Non dovevi uccidere il nostro vescovo, Bieber, ricorda, i boschi guardano ed ascoltano" mi disse, era la voce nella mia testa, non era reale, erano entrati dentro di me e stavano giocando con la mia testa, cazzo, non potevo fare niente per salvarla, ero finito, le era finita, noi eravamo finiti.

No, no, Dio, non potevo arrendermi, dovevo almeno provarci, cazzo, Justin Bieber non si è mai arreso, sono sempre stato il più potente e lo sarò anche adesso.

La mia rabbia aumentò non appena uno di loro si fece avanti, non riuscii a capire chi era, era tutto incappucciato, e la sua faccia era coperta con una maschera completamente nera.

Afferrò il corpo di Juliet e se lo caricò sulle spalle, io urlai ancora sperando che si svegliasse, sperano che potesse salvarsi almeno in quel momento, da sola.

"Juliet, Juliet svegliati" urlai per l'ultima volta.

Ma bastò, bastò a farle aprire gli occhi, ed in quel momento un po' di speranza riaffiorò in me.

Era completamente spaesata, ma non appena si rese conto che la stavano trascinando via, iniziò a prendere a pugni sulla spalla la persona che la teneva stretta.

Non sapevo cosa fare, fin quando quella barriera non si abbassava, non avrei potuto fare niente, assolutamente niente.

Diedi altri pugni alla barriera, volendo farmi notare da lei, volevo farle capire che non era sola, che l'avrei aiutata, avrei fatto di tutto per salvarla.

Ma mi si spezzò il cuore, quando Juliet alzò gli occhi e incrociò i miei, e con le lacrime ad essi, allungò la mano verso di me, come se avesse voluto afferrarmi, ed urlò, con un'espressione del tutto spaventata:

"Justin"

Dopo di che, sparì tra i boschi insieme all'uomo.

Unearthly. {J.B} (#Wattys2018)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora