I'll find you.

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Unearthly -Capitolo 19.

"I'll find you "

Juliet's pov.

Per un istante, per un istante aprii gli occhi.

Tutto buio intorno a me, il vuoto più assoluto.

La mia mente era solo un vecchio cumulo di ricordi ammuffiti, ognuno di loro era un pezzo di carta strappato, un puzzle che non riuscivo a mettere insieme, e se ci provavo, un dolore lancinante, quasi insopportabile, alla testa.

Non riuscivo a capire dov'ero, sotto di me c'era solo un pavimento sporco e pieno di polvere, non potevo vedere, ma potevo sentire.

Si sentivano solo i miei profondi sospiri, persino le gocce di sudore che scendevano dalla mia fronte, il che mi faceva capire che la stanza era tutta chiusa, senza neanche una finestra, e faceva caldo, tanto caldo, da togliere il respiro.

Provai ad alzarmi, ma niente, era tutto inutile, le mie gambe non riuscivano a restare in piedi e le mie mani erano legate, non sapevo con cosa, forse una corda, ma sembrava cuoio.

Cercai più volte di muovere le mani, di sfregarle contro quello strano tessuto, le dimenavo, magari si sarebbe ammollato, in qualche modo.

Deglutii più volte, cercando di mantenere la calma, se fosse uscito solo un urlo, mi avrebbero uccisa o fatto del male.

Ma, c'era qualcosa che non andava, sentivo che il mio corpo non seguiva i comandi del mio cervello, sembrava che funzionasse solo esso.

Cercai nuovamente di rimettermi in piedi, con un'enorme fatica, facendo più velocemente e silenziosamente possibile, non dovevano sentirmi.

Ma non appena facevo qualche mossa sbagliata, la mia testa sembrava voler scoppiare, ed infatti subito caddi a terra, quasi come una sacca di patate.

Ma, sfortunatamente, mi scappò un piccolo squittio, e mi maledissi mentalmente.

Speravo con tutta me stessa che nessuno mi avesse sentita, dovevo stare calma ed essere coraggiosa, soprattutto coraggiosa.

Mi sedetti a terra e feci la cosa più utile che potessi fare, pensare a come scappare.

Ma per farlo, dovevo prima capire con chi avevo a che fare, se era gente realmente pericolosa, o solo dei ragazzi senza esperienza.

Oh, calma Juliet, riuscirai a scappare.

Justin, non poteva essere lui, da ciò che ricordo, il mio ultimo sguardo lo avevo rivolto a lui, e sembrava spaventato almeno quanto me, ma la cosa più brutta era che avevano portato via anche lui.

Subito dopo aver preso me, ricordo di aver visto che gli avevano messo una specie di busta nera in testa.

Ed in quel momento mi resi conto che Justin era in pericolo almeno quanto me, se non di più.

Mi mancò il respiro per un momento, e se gli avevano fatto del male?

Ridicolo pensarlo, Justin mi stava facendo passare l'inferno, eppure io mi preoccupavo così tanto per lui, odiavo l'idea che potesse succedergli qualcosa di brutto.

Mi portai le mani in viso e chiusi gli occhi per qualche minuto, sembrava tutto un brutto incubo, era incredibile il modo in cui un attimo prima ero una normale studentessa dell''ultimo anno, e l'attimo dopo ero intrappolata nella casa di un pazzo psicopatico, che Dio, quanto mi attraeva, e poi, rapita da delle persone di cui neanche sapevo l'esistenza.

Cos'altro poteva succedere, adesso?

D'improvviso, sentii dei forti passi provenire da una stanza vicina, e poi delle voci, non sembravano poi così tanto forti, segno che non si trovavano vicino alla stanza dov'ero io, ma potevo ben sentire le loro parole.

"Cos'hai intenzione di fare?" sentii, la voce di quella persona sembrava molto grave, come quella di un uomo molto maturo.

"E' l'unica cosa a cui Bieber tiene davvero tanto, ci divertiremo con lei"

E poi, la porta si aprì...

Justin's pov.

Quando mi tolsero la busta che poco prima, mi avevano messo in testa, probabilmente per non farmi vedere nulla, mi resi conto di dov'ero.

L'edificio dove, di solito, io e la mia congrega ci riunivamo, oltre il bosco.

Guardai intorno a me, ero seduto su una sedia tutt'altro che comoda, i polsi legati dietro la mia schiena, ed altrettanto le mie gambe.

Ma non era tutto.

Intorno alla sedia vi era un cerchio, era del sale mischiato ad intrugli vari, lo usavamo quando c'era una vittima molto combattiva, serviva e non farla scappare, il cerchio era insuperabile ed indistruttibile.

E poi, non appena alzai lo sguardo, osservai negli occhi il bastardo che mi aveva intrappolato qui.

Feci la prima cosa che mi venne in mente, gli sputai in piena faccia, cazzo se lo meritava.

Travis, un ottimo amico, una volta.

"Mossa sbagliata, Bieber" disse, pulendo, con scarsi risultati, la mia saliva da parte del suo viso.

"Davvero pensate che con un po' di corda ed un cerchio magico possiate battermi?" dopo aver pronunciato quelle parole, con la maggior ironia possibile, mi uscì inevitabilmente una risata amara.

Quando Travis si fece avanti, mi sferrò un pugno, abbastanza forte, in pieno viso.

Non posso negare che mi fece davvero male, ma andiamo, tutti lì dentro sapevano quanto fossi forte, era davvero ridicolo ciò che stavano cercando di fare.

Sentivo il sangue uscire dal mio naso e presto toccò le mie labbra secche, riuscivo a sentire il suo sapore ferreo.

"Ti conviene star zitto, Bieber"

Dovevo solo tenerlo occupato, mentre lavoravo mentalmente per liberarmi e riuscire a salvare Juliet.

"Una volta neanche avresti osato a parlarmi così"

Mentre parlavo, feci una mossa che mai nella mia vita avevo fatto, usare il fuoco anche nelle mie mani, avevo questo potere ma la maggior parte delle volte usufruivo solo della mia mente, mai delle altre parti del corpo, e nessuno della congrega sapeva di ciò, loro si basavano sui punti deboli di una persona, e non sapendo tutto il potere che io possedevo, potevo liberarmi in poco tempo.

"Ero troppo impegnato a leccarti il culo" disse, con una nota di rabbia, sapevamo entrambi quanto gli piaceva essere mio amico solo per semplice protezione da parte mia.

"Sei solo un coglione, non sei neanche capace di difenderti da solo -risi ancora- sai, scommetto che se fossi libero, in questo momento, non avresti neanche il coraggio di guardarmi negli occhi, perché avresti tanta di quella paura, Travis"

Dissi, mentre finalmente sentivo le corde bruciarsi sotto il rovente fuoco provenire dalle mie mani, tutto merito della mia mente, era tutto un trucco psicologico ed energetico.

"Sta zitto, ho detto, adesso sono io che comando, non puoi fare niente, non dovevi metterti contro di noi, contro di lui, bastardo!" urlò, guardandomi fisso negli occhi.

"Tu non comandi niente, non lo hai mai fatto e mai lo farai" dissi, curvando un solo angolo delle labbra, e successivamente, approfittando del fatto che lui fosse così vicino a me, e in parte, all'interno del cerchio, portai in modo altamente veloce le mie mani sul suo viso, all'altezza delle tempie, esse erano ancora roventi, e così premetti i miei pollici nei suoi occhi, talmente forte da far quasi scomparire i suoi bulbi oculari.

Travis iniziò ad urlare, ed io non potei fare altro che ridere e ridere e ridere ancora.

"Mai mettersi contro di me, prima lezione" dissi, mentre osservavo la sua faccia bruciare pian piano, quelle urla erano musica per le mie orecchie.

Unearthly. {J.B} (#Wattys2018)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora