Unearthly –Capitolo 20.
"Fire"
Juliet's pov.
Non appena la porta si aprì, portai subito lo sguardo sulla figura davanti a me, non riuscivo a vedere bene chi fosse, a causa del buio all'interno del piccolo stanzino dove mi trovavo, ma potei vedere che l'uomo era abbastanza grande, grosso.
Dopo pochi secondi, ne entrò un altro, ma stavolta era molto più minuto e basso, rispetto al primo.
Non potevo descrivere bene cosa stavo provando in quel momento, era un misto tra rabbia e paura, rabbia perché ero stata così ingenua e stupida da addormentarmi in un bosco senza pensare alle conseguenze, e paura, perché non sapevo cosa avevano intenzione di fare quei due.
Portai lo sguardo sul viso del primo uomo, ma non riuscivo a vedere quasi niente.
Egli si abbassò, per poter arrivare alla mia altezza, visto che ero praticamente in ginocchio, a terra.
Abbassai di poco il capo, non volevo avere gli occhi di quella persona addosso, quasi imbarazzata.
Poi la sua mano, che sembrava molto grande, si posò sulla mia guancia, e di scatto mi ritrassi, trasformando la mia espressione in odio puro.
"E così, lei è la ragazza che ha fatto impazzire Bieber" disse, portando nuovamente la sua mano sulla mai guancia, ma stavolta non feci nulla, non volvo farlo arrabbiare ancora di più.
La sua voce era dura e grave, che solo ascoltandola ti faceva rabbrividire.
Afferrò la mia mandibola talmente forte da farmi quasi urlare per il dolore momentaneo, aveva una forza incredibile, sentivo la mia mascella contorcersi, pensavo che se avesse aumentato ancora la sua presa su di essa, me l'avrebbe sicuramente rotta.
Iniziai a respirare con affanno, data la forte presa, sentendo il suo respiro sul mio collo, e il suo insistente sguardo su di me.
"Per colpa tua, stupida ragazzina, non possiamo portare a termine il nostro compito" continuò, aumentando leggermente la presa sulla mia pelle.
La cosa più odiosa era che non potevo fare nulla, non riuscivo a rendermi conto della situazione, ne ad appropriarmene, dato che era tutto così estremamente buio.
"Tu, dovevi essere solo un'altra delle sue numerose vittime"
Sentivo l'odio nelle sue parole, puro ribrezzo.
Cercai in tutti i modi di rimanere calma e non rispondere alla persona che era davanti a me, ma quando egli tirò un forte schiaffo sulla mia guancia, non potei far altro che iniziare ad urlare talmente forte da far quasi tremare le mura intorno a me.
L'uomo fece un passo indietro, preso alla sprovvista.
"Voi siete solo degli sporchi dannati, lasciate vivere a queste persone la vita che vogliono" urlai ancora, ero davvero esausta di essere picchiata in quel modo da persone che neanche conoscevo, nessun uomo poteva permettersi di picchiare una donna, specie se era una ragazzina di soli diciassette anni, come me.
Nessuno, nessuno merita di essere trattato così.
"Oh, tesoro, pensi che comportandoti così risolverai qualcosa? Il tuo Justin è morto, morto! Nessuno potrà salvarti, marcirai qui dentro"
Morto.
A quella parola mi cadde il mondo addosso.
Justin era morto?
Era impossibile, Justin era il più forte della congrega, da quanto avevo visto e sentito, com'era possibile che fosse morto?
Era persino impensabile una cosa simile, non poteva essere vero.
"Cazzate" sputai furiosa, ormai era finito il tempo della brava ragazza, dovevo cacciar fuori le unghie, in situazioni come quelle, piangere non sarebbe servito a niente, solo a peggiorare le cose e a sembrare debole.
"Povera piccola Juliet, chissà che morte, Dio, avrà scelto per lei.. Peccato che in questo caso, Dio, siamo noi, e saremo noi a decidere cosa farne di te, io avevo pensato ad una morte lenta e dolorosa, magari, ti taglieremo un pezzo alla volta, o useremo il tuo corpo vergine per un sacrificio, perché no? Lui ti accetterebbe e perdonerebbe le tue parole, saresti la sua schiava per sempre, diventeresti un'assassina proprio come noi, Satana diventerà la cosa più importante, per te" disse l'uomo, mentre si avvicinava nuovamente a me, ma stavolta, intravidi un luccichio tra le sue mani, e in una frazione di secondo, sentii il dolore più forte della mia vita.
Justin's pov.
Dopo essermi liberato di tutte le corde che avevano intrappolato i miei polsi per dei lunghi minuti, scappai velocemente da quella stanza, che era solo una delle tante, che faceva parte di quell'enorme edificio.
Ora il mio obiettivo era salvare la mia Juliet.
Iniziai a guardarmi nervosamente intorno, cercando di ricordare in quale stanza portassero i prigionieri, o le persone che dovevano torturare, mi ci vollero solo pochi secondi, e subito mi venne in mente tutto.
Iniziai a correre velocemente fino ad arrivare al corridoio giusto, ma dovevo stare molto attento a non farmi vedere da nessuno, o avrebbero rallentato la mia corsa.
Dovetti fermarmi di scatto non appena sentii un forte rumore, era una porta che si era appena chiusa in modo abbastanza brusco, e subito dopo, dei passi e delle voci provenire dallo stesso corridoio dove mi trovavo io.
Mi nascosi rapidamente dietro un vecchio armadietto contenenti alcune armi, lasciando passare quei figli di puttana.
Ma non appena sentii delle forti urla provenire da quella stessa porta, subito le collegai a Juliet, cazzo, le avevano fatto del male.
Solo una parola mi stava ronzando intorno, in quel momento, ed era vendetta, pura e malsana vendetta.
La rabbia iniziò a mangiarmi vivo, dovevo uccidere ognuno di loro, dovevano morire tutti, tutti.
Portai il mio sguardo sulle persone che erano appena passate, sicuramente erano stati loro, dovevano pagarla.
Mi concentrai su entrambi i loro corpi ed iniziai a recitare delle parole latine, le ripetei in modo veloce, senza mai chiudere gli occhi, per minuti e minuti interi, senza staccare lo sguardo da loro, che continuavano a camminare.
"Ignis, victim, mortem, sanguinem"
Era un ciclo, non dovevo mai smettere di pronunciarle o avrei spezzato la maledizione.
Continuai, continuai e continuai, fin quando non vidi le fiamme fare capolino sui loro corpi.
Vidi i loro vestiti neri bruciare in un batter d'occhio, e così la loro pelle e tutto il loro viso, li osservai mentre bruciavano vivi e urlavano il mio nome, per cercare di spegnere quelle dannate fiamme e rivoltarle contro di me.
Non potei far altro che piegare un angolo delle mie labbra, per formare un sorriso sadico, smettendo di pronunciare quelle parole, solo dopo aver visto il sangue ed il fuoco invadere il pavimento di quel vecchio corridoio.
Angolo autrice.
Ehilà, mi dispiace se questo capitolo fa un po' cagare e magari vi starete anche annoiando, in questi ultimi capitoli, ma volevo avvisarvi che il bello arriverà tra poco, questi sono solo dei capitoli di passaggio, scusatemi ancora se ci sono degli orrori di battitura o se la storia vi sta sembrando banale, neanche io sono molto soddisfatta di questi ultimi lavori, e volevo dirvelo, perché non so, non mi sento molto apposto, ho perso quell'orgoglio che avevo, nello scrivere questa storia, negli ultimi capitoli, e sinceramente non so spiegare il perché.
Io scrivo per me stessa, ma soprattutto per voi, adoro quando il mio lavoro viene ricompensato in questo modo, con i vostri commenti e i preferiti, ma specialmente al tempo che dedicate a questa storia, nel leggerla, e la cosa che meno vorrei, è deludervi.
Quindi se ho deluso le vostre aspettative, mi dispiace tantissimo, ecco.. tutto qui, è stato solo un semplice sfogo, se vi va ditemi cosa ne pensate!
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Unearthly. {J.B} (#Wattys2018)
FanfictionEra entrato nella mia testa e ci aveva giocato, mi aveva creato allucinazioni, mi aveva fatto impazzire e si era divertito. Bastava un solo sguardo a far sì che io facessi tutto quello che lui voleva. Non era una normale persona, lui era molto di pi...