11.

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Ero ormai davanti al più alto grattacielo di New York, con la speranza che arrivasse Mistersonoidiota Hemmings.

Aspettai, aspettai, aspettai. Sbuffavo sempre di più. Dopo trenta minuti, me ne dovetti andare, o l'aereo partiva senza di me. Presi la valigia tra le mani, la borsa in spalla e mi incamminai chiamando un taxi.

TU: GRAZIE.

Tu: sei davvero un bravo ragazzo.

Tu: non me lo aspettavo da te.

Tu: ti odio.

Tu: maledico il giorno che mi sono innamorata di te.

Tu: vaffanculo.

Tu: addio, Luke.

Arrivai in areoporto e poco dopo chiamò il mio volo. Mi incamminai verso l'imbarco, guardai in dietro e iniziarono a scendere le lacrime.

Il secondo prima che mettessi piede sulla striscia dell'imbarco, Sentii qualcuno urlare il mio nome. Mi girai. Tutti si girarono, facendo passare il ragazzo, correva come non mai con un borsone in spalla e un biglietto in mano. Asciugandomi la guancia bagnata dalle lacrime con una mano, lo guardai incredula.

"Luke."

"Maira."

"Luke." corsi verso di lui lasciando i due bagagli vicino al centro infromazioni, anche lui mollò il borsone, correndo verso di me.

Mi prese in braccio, misi le mie gambe intorno a lui, una mano sulla sua guancia e ci baciammo. Tutti ci stavano guardando in quel momento, ma ce ne fregavamo. Eravamo giovani, innamorati. Cosa ci importava degli altri, quando l'unica felicità era stare insieme? Eravamo diversi, ma due calamite uguali si respingono, mentre due opposte si attraggono.

"Sei venuto. Sei venuto. Pensavo non venissi più,cazzo." gli lasciai un bacio a stampo. A quel punto sentimmo delle urla, dei fischiettii e degli applausi. Ci girammo verso di loro, Luke iniziò a ridere mentre io, imbarazzata, gli dissi di farmi scendere.

Mi prese la mano e salimmo sull'aereo. Gli avevo detto di venire per salutarci, non per venire con me a casa. Mi aveva dimostrato che anche lui ci teneva. E anche tanto.

"non pensavo venissi. "

"Infatti non sono solo venuto, sono anche partito con te."

"Già....e..e i five?"

"Staranno bene. Comunque dormiamo insieme?"

"eh?"

"No, perchè non pensare che io vada in un albergo."

"ma..."

"ma..niente. Mi farai posto, al massimo dormi per terra, a me non darai fastidio. Non ti preoccupare. E non tirare imballo la scusa di tua madre, per te sono Luke ma per lei sono LUKE HEMMINGS DEI FIVE SECOND OF SUMMER" si mise ad urlare le ultime parole, e si alzarono delle ragazzine venendoci incontro, urlando e quasi piangendo.

"LUKE LUKE TI PREGO FOTO, TI PREGO OMG." disse una.

Uhm..si, normali. Ne avevo viste di peggio.

Dopo aver fatto autografi e foto ci sedemmo.

Mi arrivò una chiamata da mia madre.

- Pron..-

-OMG OMG OMG SEI SUI GIORNALI. SEI SUI GIORNALI. ALL'AREOPORTO ORA CON LUKE. STAI ARRIVANDO? O DIO QUANDO LO SAPRANNO I PARENTI, TUO FRATELLO, O DIO, E ..E ..SI E POI DEVO PREPARARE QUALCOSA? UN DOLCE? OH COGLIONA STAI ATTENTA A NON FARE SCEMENZE CHE è PIU GRANDE E A SCUOLA CI VAI COMUNQUE. OH DIO, SIAMO RICCHI. - urlò mia madre, Luke sentii tutto e ci mettemmo a ridere.

- ma sei scema? come sui giornali? Ma mi si vede la faccia ? sarò un mostro.-

- NO SEI PERFECT. -

-smettila di urlare e di parlare come una deficiente! -

- okay io vado a preparare gli striscioni-

- mamma non fare i biscotti che non mi piacc-

- CIAAAAAAO WIII- attaccò la telefonata senza farmi finire la frase.

"ma tua madre è matta"

" oh si e anche tanto!"

rise per poi baciarmi. Mi dovevo abituare. Okay. Non ero pronta psicologicamente, insomma LUKE HEMMINGS era il mio ragazzo, si. Luke Hemmings, non Luke Hemmings dei five second of summer. Andava tutto bene, avevo scoperto l'amore. Ma quando sarei arrivata cosa avrei detto a Clark ancora ignaro di tutto?!

iMessage 2.[L.H]Where stories live. Discover now