«Eleonò t'add sceta susu»
«no Nunzia oggi no voglio dormi.»
Oramai ogni mattina è un colpo al cuore. In estate non mi alzo prima delle dieci.
«Silvia pensa a fa sceta l'amica tua ja»
«Ja Eleonò movt ca ogg fors ved edoardo p chiù temp.»
«Silvia nun m n fott nu cazz e lui, vogl sul dormì»
«Waa mo che t'ho sentito parlare in napoletano alzati su» mi sentì prendere dalle gambe e trascinarmi a terra.
«Oh silvia ti odio.» dissi ancora assonnata guardando fisso avanti a me.
«E jammi su vatt a vesti» dopo questo andai in bagno e mi feci una doccia veloce, mi truccai leggermente e misi un pantaloncino a ciclista è una maglia lunga.Mente andavamo a mensa non c'era nessuno, e aggiungerei per fortuna, visto che ero ancora addormentata.
«Oh silvia ma prima che significava che forse vedremmo di più i maschi?»
«Ha detto Nunzia che la direttrice ci vuole vedere sul tetto e può esse che facciamo qualche attività insieme, sempre se nun c ieta giù .»Arrivate a mensa presi il vassoio e una mela, poi mi andai a sedere vicino a Viola.
Stava sempre da sola. Non era così cattiva come dicevano loro. Lei voleva proteggere gli altri da se stessa.«Buongiorno Viò»
«Giorno cammorrì» non riuscivo a capire perché mi chiamasse così ma non mi importava troppo.
Parlammo per tutto il tempo in mensa fin quando non c'è ne andammo. Mentre noi uscivamo dalla mensa i ragazzi entravano.
Li lo vidi. Credo fosse ancora addormentato essendo che non riusciva a tenere gli occhi ben aperti e aveva la voce assonnata. L'unica cosa che aveva di bello erano gli occhi e stamattina non li potevo nemmeno vedere.Stamattina era arrivata pure una nuova ragazza. Si chiamava Naditza, era amica a Silvia e Serena, era arrivata mentre facevamo colazione e non ho fatto in tempo a conoscerla, a Viola non sta tanto simpatica però mi sembra una brava persona.
Arrivate sul tetto ci mettemmo tutte in riga e poi arrivò la direttrice.
«Allora ragazze non vi ho portato qui perché vi voglio buttare di sotto ma perché vi volevo far vedere un po' di bellezza che magari vi fa bene, vi devo fare una domanda. Vi piacerebbe fare attività con i ragazzi?» subito dopo che la direttrice disse questo si sentirono degli schiamazzi.
«Allora se siete d'accordo e mi sembra di sì, io avrei bisogno di qualche proposta, cosa vi piacerebbe fare?»
«Silvia a te che ti piacerebbe fare?» disse una ragazza con l'accento non italiano facendo il segno dei bocchini.
«Fors a te t piacess»
«Ragazze per cortesia» interruppe la direttrice
«un corso di musica dottorè» era stata Naditza a proporlo. Per me andava bene, anche io sapevo suonare un po' il piano.
«Un corso di musica? È un progetto un po'... ambizioso no?» Nessuno rispose
«Oh nun v piac?» chiese Naditza e tutte dissero di sì.
«Va bene allora ci vediamo domani alle undici in sala comune. Arrivederci»Stiamo facendo le ore di lezione e io come al mio solito non sono attenta.
«Di salvo ma quindi vuole andare?» disse la professoressa.
Andare dove? A fare cosa? Non sapendo cosa dire mi girai cercando Silvia ma visto che non la trovai, guardai Viola che mi fece segno con gli occhi di girarmi e vidi Lino.
«Di salvo devi venire con me dalla direttrice.»
Mi alzai e nel frattempo in mente avevo mille domande. "Per fare cosa dalla direttrice?" "E se ho fatto qualcosa?" "Se sono nei guai?"
Mentre seguii lino vidi che cambiò strada.Entrammo in una stanza e vidi Edoardo.
Lino se ne andò e ora sicuro avrebbe ricominciato a chiedermi di ieri.
«Allora piccrè?»
«te l'ho detto non ho fatto niente.»
«si pure io piango per niente tutti i giorni.»
«io non stavo piangendo. non ho fatto niente come non avevo fatto niente ieri sera .» «non ti credo.»
Basta non ce la facevo più. Tutti si sentivano che dovevano sapere cosa avevo fatto. Lo volete sapere? Bene.
«Ho ucciso un uomo e il motivo è perché mi ha molestato. Mi sento ancora le sue mani addosso,e non chiudo occhio la notte, infatti tra un po' ho delle occhiaie che mi arrivano fino alle ginocchia» dissi tutto ad un fiato.
Mi sentivo più libera. Anche se una lacrima mi scese ma non ci facemmo caso. Lo vidi che si avvicinava, andai più indietro.
«principè devi sta tranquilla co me, nun t facc nient.» poi mi abbracciò. Era un abbraccio onesto.«e stat tranquilla ca' nun teng vogli d chiav»
«e perché credi che scoperei uno brutto come te?» «si piccrè mo non dicim strunzat»
«guarda che è tutta verità» «come se non mi volessi bacia proprio ora» sussurrò a pochissima distanza dalle mie labbra, mi avvicinai ancora di più.
«no» dissi lentamente e sussurrando a pochissima distanza dalle sue labbra, poi mi girai e me ne andai.Edoardo
tu m fa' asci pazz piccrè.
Torno in cella da ciro e bene o male gli racconto tutto.
«Eduà e carmela?» ed ecco che con un nome mi ha tolto tutti i pensieri belli. Era l'unica persona a cui non volevo pensare. È la mamma di mio figlio e bene o male la amo, sarebbe impossibile smettere di provare tutto da un momento all'altro.
«Per ora Carmela è l'ultima persona a cui voglio pensare.»
«e u saj ca' a una delle duj ce l'adde dic ca n'è l'unica? o vulim aspetta a terz? e magar mit incint pur le att?»Cazzo ciro che delicatezza.
spazio "autrice"
e pure il terzo capitolo è finito anche se è un po' più corto degli altri due che ne pensate?
come ogni volta vi chiedo scusa per eventuali errori grammaticali e sicuro errori in napoletano.
vi è piaciuto? se si fatemelo sapere con una ⭐️
ciaoo💕

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𝐃𝐚 𝐭𝐢 𝐨𝐝𝐢𝐨 𝐚 𝐭𝐢 𝐚𝐦𝐨 || 𝐄𝐝𝐨𝐚𝐫𝐝𝐨 𝐂𝐨𝐧𝐭𝐞
Fiksi PenggemarEleonora Di Salvo è una ragazza di napoli che si ritrova al carcere minorile di napoli. Qui farà nuove amicizie e chissà se anche nuovi amori? Però niente è sempre rosa e fiori infatti avrà anche delusioni e crescerà mentalmente. Maturando capirà...