8.

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L'aria profumata entrava dal finestrino accarezzandole il viso, la mano sporta all'infuori inseguiva le onde della corrente. Nel momento in cui spostò lo sguardo verso di lui lo stomaco fece una capriola. IL suo profilo scolpito aveva come sfondo i colori rossi e arancio del tramonto. Sembrava assorto nei suoi pensieri, una ruga leggera gli attraversava la fronte mentre teneva lo sguardo fisso avanti. Le dita tamburellavano sul volante. Provò una sensazione di inspiegabile pace e serenità.

Dopo aver atteso Anakin fuori dal portone della sala dei ricevimenti.

"Signorina può entrare" disse facendole strada una delle guardie.

Mentre entrava nella sala Elena cercava di rimanere dritta, con lo sguardo puntato in avanti, nonostante ogni muscolo le stesse gridando di uscire. Quando gli occhi incrociarono quelli dell'uomo seduto sul trono d'argento, tentò di mantenere il controllo. Mascherò il turbamento. Il respiro le si bloccò in gola. Fece un leggero inchino con il capo.

"Finalmente" la sua voce è una carezza di velluto, gelida come il ghiaccio, accensò in lei un fuoco come se fosse della benzina.

"Ti aspettavo" il sorriso che le rivolse la disarmò, affilato come un pugnale.

Sembrava un demone. No, è un demone.

Fece cenno ad Anakin di lasciarli soli.

"Hai accettato l'oscurità, adesso è tua. La devi consumare, o consumerà. Non c'è altro medo"

Elena non aveva idea di cosa stesse parlando. Sentiva la necessita di ucciderlo, poi lasciò perdere questa sensazione.

"Menti"

Non vi era alcuna risposta, sentiva qualcosa di diverso scorrerle dentro, qualcosa che la rendeva più forte che mai.

"Ricordati, non appartieni a questo mondo, ci sei stata catapulta dentro. Sei nata una combattente, un soldato di una guerra infinita"

Elena voleva essere una soldato, voleva solo essere libera dai tormenti.

"Non essere stupida. La guerra è una canzone per te. La morte è la tua melodia. La vendetta è consolatoria. Da dove provieni, le linee tra il giusto e il sbagliato non esiste. Lascianti andare. È la tua rinascita"

Elena corse via. No rivolese un ulteriore sguardo. Qualunque discussione avesse avuto lì dentro, l'avrebbe cancellata, rimossa.

Anakin era seduto sul veicolo che l'aspettava. Era pallido, bianco come le nuvole che danzavano libere nel cielo della repubblica.

Non si dissero una parola, la tensione era possibile tagliarla con un coltello. Arrivarono sulla terrazza del palazzo dei Jedi, e i due rimasero qualche secondo immobili a riflettere.

Aveva iniziato a piovere. Entrambi ringraziavano quel momento, le lacrime infinite del cielo, perchè si sarebbero mischiate alle loro e non sarebbe stato possibile definire se stessero piangendo o meno.

Elena uscì dalla navicella, rimase fuori a sentire lo scrocio d'acqua sulle mattonelle. Lo stesso fece Anakin guardando il cielo, e sentendo le gocce d'acqua colpirgli la pelle.

Presero un profondo respiro, chiusero gli occhi, tentando invanamente di clamassi. Quando Elena lì aprì vide l'imponente corpo di Skywalker davanti a lei. Apri la bocca, cercando di dire qualcosa, provando a fargli percepire quanto fosse frustrata. Ma prima che potesse dire qualcosa, la mano del ragazzo gelida si appoggiò nel retro della testa. Le dita si intrecciavano con i capelli bagnati e la avvicinò a se. Elena prese un respiro profondo, confortevole prima che le sue labbra si scontrassero con lei sue - mostrando in che modo si sentisse.

Quello che avevano appena vissuto non era vero. Lei non poteva essere vera.

La strinse a se, la voleva sentire vicino in modo tale da sapere che non si trattasse di un fantasma. Le voleva sentire dire il suo nome, per richiamarlo da quell'incubo. Aveva voglia di piangere tra le sue braccia, perchè dopo tutto avevano perso. La strinse e e abbracciò per non farla andare mai via, non in questa vita.

Gli occhi azzurri erano allargati, erano diventate grandi le pupille nere infuse di terrore.

"Lo sai?"
Elena annuì preoccupata.

Il silenziò abbracciò i secondi a venire, nel momento prima che la cognizione della situazione si frantumasse al suolo. Era come un vuoto che doveva essere riempito dalle voci, da qualsiasi cosa. Anakin realizzo che avrebbe dovuto compiere una scelta, affrontare il vero io. Non chi pretendeva di essere. Chi sarebbe voluto diventare.

Darkness - Anakin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora