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Il giovane biondo non smetteva di domandarsi chi fosse, cosa le fosse accaduto, quali erano i suoi poteri. Aveva sentito dire che al colloquio con i Jedi era stata in grado di confonderli.

Era stata definita troppo misteriosa, ma forse era più un dato di fatto.

"Maestro, cosa ne sarà di lei?"

"Adesso decideremo cosa fare. Per il momento rimarrà al palazzo"

"Intende addestrarla?"
"Non ne ho idea"

"Ho sentito dire che è in grado di fare cose formidabili"

"Anakin sono cose che non ti riguardano. Al prescelto è stato proibito di parlarle fino a quando non ci capiremo qualcosa. Adesso è meglio che tu ti vada ad allenare, il lato oscuro è in agguato" rispose distaccato. A testa china il ragazzo guardò la porta dell'infermeria e si diresse verso le camere.

Elena era stata lasciata riposare, aveva bisogno di cure. La sua provenienza non era stata identificata, il sangue sembrava essere comune se non per il colore. Rimaneva un punto interrogativo.

Erano passati quattro giorni da quando era entrata in quel complesso, le voci sembravano essersi placate, pensavano fosse sparita. Elena non si era ancora svegliata, dormiva pacata nella sua nuova camera. Il terzo giorno era stata trasferita, per non si sa quale intruglio ogni livido e cicatrice era scomparso, anche se era ancora non poco dolorante.

I raggi del sole entrare dallo spiraglio della finestra erano l'unica cosa visibile ai suoi occhi e in quel momento non poco la infastidivano.

Ormai era pomeriggio, il sole era diventato più freddo e piano piano stava raggiungendo l'orizzonte.

La ragazza si era guardata introno interrogativa, si era sistemata lavandosi, pettinando i lunghi capelli dai riflessi dorati. Aveva indossato un bellissimo, lungo abito nero, semplice ma che permetteva di risaltarla. Gli occhi erano leggermente truccati e i capelli erano lasciati sciolti e liberi.

Fuori dalla finestra il sole stava per tramontare, aveva deciso quindi di dirigersi in cerca di qualcuno.

Camminava sicura tra i corridoi vuoti, fin quando trovandosi in un salone intravide un enorme terrazza che dava sulla città, permetteva di vedere il grande sole sparire.

"Credo che sia splendido" disse una voce fredda e metallica.

Alla sua destra era posizionato un droide dorato, poco più basso di lei. Poco più in basso un altro droide dall'aspetto meno umano, se così si può definire.

"Lo credo anche io" rispose gentilmente Elena.

"Non l'ho mai vista in giro. Io sono C-3PO, può chiamarmi 3PO se preferisce. Lui invece è R2-D2"
Una serie di beep, rumori incomprensibili uscirono dall'altro droide.

"R2 sostiene di averla già vista" disse traducendo le parole del piccolo robot azzurro e bianco.

"Sono nuova di qui, dubito fortemente" rispose divertita dalla voce melodiosa del piccolo ammasso di latta. Non aveva mai visto un droide, tanto meno uno parlante.

"Scusi se sono molto invadente, ma lei come si chiama?"
"Mi chiamo Elena" sorrise comprensiva.

"Molto bello come nome. Non lo avevo mai sentito"
"Posso chiedervi dove mi trovo?"
"Coruscant, la sede della repubblica. Qui siamo più distaccati dalla città, un luogo riservato solo ai Jedi"

"Cosa sono i Jedi?"

"È un ordine al quale appartengono coloro che sono predestinati ad essere tali. Qui si apprende l'utilizzo della Forza da cui ne traggono vantaggio. Devono sottostare a regole ben precisi. Non ti voglio spaventare" disse divertito.

"Lo trovo assolutamente interessante" rispose continuando ad osservare la città dinamica e viva.

"Mi chiedevo dove foste finiti! Vi ho cercato per tutto il palazzo" interruppe il silenzio una voce annoiata. Elena si trovava ad osservare un bel ragazzo dai mossi capelli biondi che portava leggermente lunghi, occhi azzurro ghiaccio risaltavano nell'insieme. Era alto abbastanza più alto di lei, portava una tunica marrone. Una squadrata mandibola incorniciava labbra rosate, una piccola cicatrice segnava l'occhio sinistro.

"Abbiamo incontrato un nuovo ospite"

"Non volevo trattenerli" sorrise la ragazza intimidita.

"Oh no. A volte il nostro padrone può essere fastidioso" disse indicando l'imponente figura del giovane. 

Anakin osservando meglio la ragazza che aveva difronte, notò dei lineamenti familiari. Portava i lunghi capelli biondi sciolti, la pelle marmorea era toccata dal rosa sulle gote. Occhi azzurri tendevano al grigio sorridevano interessati.

"Eri la prigioniera di Dooku?"

Sicuramente non era uno dei modi più carini per domandare a una persona come si chiamasse e chi fosse, ma la ragazza freddamente annuì con il capo.

"Mi chiamo Elena"

"Io sono Anakin - disse porgendole la mano tentando di essere cortese - Avete già cenato?"
"No, a dirla tutta sto morendo di fame" rispose abbozzando un timido sorriso.

In quel momento nella testa del giovane Jedi balenavano soltanto le parole intimidatorie che gli aveva rivolto Kenobi spaventando dalla situazione.

"Non ti avvicinare a lei. Non sappiamo ancora che cosa è in grado di fare. Questo è il volere del consiglio"

Queste erano le parole severe che aveva pronunciato.

Anankin non era uno che era solito rispettare le regole, anzi più di tutti gli piaceva il brivido di infrangerle. Aveva appena litigato con il maestro per una stupida questione sull'allenamento, ma soprattutto per Padma, Kenobi non voleva che la vedesse. Continuava ad affermare che sarebbe stato pericoloso per entrambi.

"Dovresti venire a cena, ci saranno tutti in mensa"
"Sei sicuro?"

"Non penso tu possa dare fastidio a nessuno, no ?" La guardò con occhi vivaci.

Elena fu un attimo turbata dalla sua presenza, comprendeva una serie di sconforto interiore.

Sentiva la sua paura. La paura di fallire, di perdere, di non eccellere.

Fece cenno di no con la testa, poi aggiunse: "Da quanto tempo sono stata chiusa lì dentro?"
"Un po' di giorni, tanto da farmi pensare che ti avessero fatto fuori - fece una breve pausa, capendo di aver detto una grande cavolata - Sto scherzando, non lo farebbero. Va contro i nostri valori, non possiamo ucciderti salvo casi estremi"
"Direi che è molto incoraggiante"

"Avevi perso molto sangue. Dooku non è stato gentile, ma non lo sono stato altrettanto"

Elena continuava ad osservare la città, seguendo di sottofondo il discorso del giovane ragazzo.

Era stata catturata dagli occhi azzurri, ma non voleva fissarli troppo con accanimento, altrimenti chissà che cosa avrebbe pensato.

"Signore, la cena è pronta. Kenobi le ricorda dell'incontro con i giovani dopo cena"

"Grazie C-3PO, adesso andiamo"
Anakin osservò per qualche secondo il profilo alla greca della ragazza, era delicata da ogni prospettiva. Fece cenno di seguirlo tra i corridoi del palazzo che a primo in patto erano una sorta di terrificante labirinto. 

Darkness - Anakin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora