Capitolo 8

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Minho, una volta arrivato a casa, sentì il bisogno di ascoltare un parere esterno e l'unico che non conosceva Han, era Changbin. Sperava solo di non pentirsi di quella scelta tanto impulsiva.
« Ehilà, senti sono in palestra non è che...»
« È urgente. »
Lo zittì subito, sperando che sacrificasse almeno dieci minuti per lui e fortunatamente così fu. Infatti, l'amico si spostò in un luogo silenzioso così da sentire Minho e capire cosa fosse successo.
Gli raccontò tutto, da quando si erano incontrati a quel giorno, anche se non ne era del tutto necessario ma aveva bisogno di parlare. Raccontò anche della ‘litigata’ di quella mattina, motivo per cui l'aveva chiamato.
« Beh che cosa aspetti che io ti dica? Metti da parte l'orgoglio e vacci a parlare, no? Che ti frega, al massimo non parlerete mai più »
gli disse sincero, facendo sospirare Minho.
« Al massimo? Il non parlare più con lui non è uno dei miei obiettivi, okay? »
« ripeto, parlaci e vedrai che si sistemerà tutto, ora vado che la palestra non la pago per te, ci sentiamo amico! »
E dopo quello gli attaccò, lasciando il povero Minho da solo e ancora più confuso. Non si era innervosito con Changbin solo perché era suo amico altrimenti gli avrebbe già fatto ingoiare il telefono.

Poggiò la fronte sul tavolo della cucina, visto che si era seduto sperando che la conversazione durava più allungo. Ma infondo l'amico non aveva tutti i torti, certo la discussione era partita da Han ma era in parte anche colpa sua.
Guardò l'orario, cercando di organizzare la mente e darsi coraggio per un eventuale incontro con Han.
Decise che la prima cosa da fare era andare al bar, ci avrebbe scommesso la sua casa che, anche le sue pessime condizioni, Han era comunque andato a lavoro. Il dopo però, era ancora incerto. Non aveva bene in mente cosa dirgli, voleva dirgli tanto quanto poco, chiedere scusa ma nello stesso tempo sentirlo dire dalla sua bocca.
Giocherellò nervosamente con la cover del telefono, levandola e rimettendola senza fermarsi.
Un'altra cosa che lo preoccupava particolarmente era il futuro del loro rapporto. Sarebbero rimasti amici? È proprio quello che voleva?
In realtà no, non voleva ciò.
Quella emozioni forte che provava ogni volta che lo vedeva non riusciva proprio a controllarla come voleva.
Smise di torturare il telefono e sospirò, consapevole del fatto che poteva pensarci anche per ore ma non sarebbe servito a nulla, ora era il momento di agire senza prepararsi niente, cosa che non faceva mai.

Una volta sera, come suo solito ormai, parcheggiò la macchina lì davanti alla caffetteria.
Notò una coppia uscire e sperò che fosse l'ultima, non voleva assolutamente interruzioni e ne tanto meno gente in torno.
Uscì dalla macchina e, dopo essersi assicurato di averla chiusa, entro nella caffetteria, osservando la figura di Han.
Cercò di dire qualcosa prima che si girasse ma ormai era troppo tardi. Non appena il giovane si girò verso di Minho, rimasero a guardarsi per qualche secondo. Han non si aspettava della sua presenza e Minho si era completamente imbambolato.
« sei venuto a controllarmi o cosa? »
borbottò Han, risvegliando l'altro da i suoi pensieri.
« non sono venuto a controllarti ma a parlarti »
rispose secco, chiudendo la porta dietro di se.
« allora dimmi su, che sono stanco »
sospirò, appoggiando le spalle al muro e guardare verso la sua direzione.
« sarà meglio per te piantarla con questo atteggiamento nei miei confronti, okay? sono qui per chiare una cosa che 𝘵𝘶 hai iniziato. »
disse in modo freddo e serio, marcando sulla parola “ tu ” .
Han deglutì, sentendosi quasi giudicato davanti a quei occhi freddi e impassibili che però mascheravano i veri sentimenti di Minho, paura e ansia.
Abbassò lo sguardo, facendo cenno che poteva continuare.

« ... senti Han, non voglio rovinare il nostro rapporto per una tale cazzate, mi si stringe il cuore solo al pensiero, per questo sono qui »
disse tutto d'un fiato, avvicinandosi di più al giovane che stava in disparte quasi nascondendosi.
« non hai rovinato nulla... »
« è quello che voglio sperare Han, soprattutto perché voglio chiarire
con te »
sospirò, abbassandosi un po' per raggiungere lo sguardo di Han ancora abbassato.
Lo guardò negli occhi, sperando che capisse.
« mi dispiace okay? ma non è stata solo colpa mia, la scenata di gelosia non l'ho fatta mica io »
ricambiò lo sguardo, aspettando delle scuse anche da parte sua.
Minho a quelle parole annuì, ferendo quasi il suo orgoglio ma che in quel momento era sceso in secondo piano.
« hai ragione e mi duele ammetterlo... mi dispiace anche a me, mi ero solo preoccupato per te Han, quella sera eri proprio andato e... »
si fermò, ricordandosi di quando gli fece ascoltare il battito del suo cuore. Si morse il labbro, cercando di non pensarci proprio in quel momento.
« e?... »
« e niente, ero preoccupato e basta »
lo guardò, cercando di non soffermarsi troppo su quel dettaglio.
« mh ma cosa c'entrava Felix? insomma è mio amico e non dovresti esserne geloso anche perché... »
« ...non stiamo insieme? è vero ma mi ha dato fastidio lo stesso »
rispose, cercando di non sentire quella dolorosa frase dalla bocca di Han.
« va bene dai, ho capito e si, su una cosa ti devo dare ragione, ora sono molto più sereno dopo aver parlato con te »
gli sorrise, per poi continuare a parlare.
« quando te ne sei andato ci sono rimasto davvero male e pensavo che non ti avrei mai più rivisto per un po' e questa cosa non la posso proprio sopportare Minho... per questo ero sorpreso quando sei venuto qui »
Minho sorrise a quelle parole, avvicinandosi di più a lui.
Han ricambiò il sorriso e decise di abbracciarlo, sentendo il corpo del più grande irrigidirsi subiti al tocco.
« oh... scusa se ti ha dato fastidio io - »
« riabbracciami »
lo interruppe, rivolendo quel dolce contatto di prima al quale non ne era per niente abituato.
Han sorrise e non se lo fece ripetere due volte, stringendo Minho a se.

Quell'abbraccio durò per un paio di minuti, finendo per essere interrotto da Han.
Era rosso un viso, ma era deciso per quello che stava per dire.
« posso baciarti? »
Minho sgranò gli occhi, non aspettandosi tale domanda da parte di Han.
Lo guardò per pochissimi secondi, rispondendo spontaneamente.
« non devi nemmeno chiederlo »
sussurrò per poi baciarlo prima di Han.
Un bacio che subito venne ricambiato dal giovane. Non era un bacio rude, per niente, era dolce e delicato.
Si staccarono dopo poco per riprendere fiato, sorridendosi a vicenda.
Minho accarezzò la guancia di Han, ormai rossa e calda. Aspettava da tanto quel momento ed era felice che fosse stato lui a dirglielo.
Han gli sorrise a quel gesto, felice per quell'attimo di coraggio che aveva avuto.

« ed io che pensavo che avresti rifiutato »
ironizzò, mettendo la mano sulla sua che era ancora sulla guancia.
« come avrei potuto rifiutare, insomma pensavo che i segnali fossero chiari »
« pensavi, ma diciamo che il tuo sguardo freddo mi ha confuso un po', dovresti lavorarci su »
ridacchiò, dando un bacio sulla sua mano.
Minho gli sorrise, continuando ad accarezzargli la guancia.
« lavorarci su eh... vedrò come fare, quanto a noi... credo che i sentimenti siano chiari »
Han annuì, abbassando un po' lo sguardo. Era felice di essersi dichiarato a modo suo ma aveva paura di affrontare tale relazione.
Non era mai stato con un uomo, le sue relazioni precedenti erano state solo con donne o da una notte.
Minho vide Han poco convinto e gli alzò lo sguardo, costringendolo a guardarlo negli occhi .
« Han, devi stare tranquillo okay? se c'è qualcosa che ti preoccupa dimmelo per favore »
« e solo che... è la mia prima relazione seria e...»
« e devi stare sereno con me, i stessi sentimenti che provi tu li provo anch'io e non vedo il perché non possiamo stare insieme, gli altri parleranno? e lasciali parlare, non si può sempre vivere con il giudizio degli altri »
Han sorrise a quelle parole, avvicinando le labbra alle sue per dargli un altro bacio.
Minho sorrise, stringendolo a se, promettendosi che l'avrebbe protetto a ogni costo.

« che ne dici se sta sera dormiamo insieme? »
gli propose Han, mentre chiudeva le luci della caffetteria.
« certo, perché no »
sorrise, aiutandolo a chiudere insieme a lui.
Han prese le chiavi e abbassò la saracinesca, avviandosi alla macchina con Minho.
Non sentiva più quel peso enorme al petto, ora era libero e ciò lo rendeva più che felice, poteva giurare che anche il mal di testa era passato tutto grazie a quel chiarimento e a quel bacio così desiderato.
Minho guardò Han, soddisfatto per come la serata stava finendo e non vedeva l'ora di arrivare a casa e stare insieme a lui.

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✎❛ è stato un parto ma ce l'ho fatta, che ne dite? ci vediamo al prossimo capitolo gente 🌚 ‧᭔

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