Capitolo 5

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Il giorno dopo

Piccoli raggi di sole penetravano dalla finestra, illuminando il volto del giovane.
Strizzò gli occhi infastidito, girandosi dall'altra parte cercando di scappare da quel bagliore accecante.
Si arrese dopo pochi minuti e capì che era il momento di alzarsi.
Tastò sul comodino il suo telefono ma stranamente non c'era.
Aprì gli occhi completamente, alzandosi di scatto per guardare il comodino.
Han perse un battito, accorgendosi che quello non era il suo comodino, quello non era il suo letto e quella non era camera sua.
Uscì dalle coperte, portando una mano sulla testa per cercare di ricordarsi cosa fosse accaduto la scorsa notte.
I suoi pensieri vennero interrotti dal cigolio della porta che si apriva.

« finalmente ti sei svegliato eh »
lo guardò, appoggiandosi al muro.
Era Minho.
« perché sono qui? »
domando scettico, mentre aveva ancora la voce impastata dal sonno.
Si ricordava soltanto di essere andato in macchina da lui e poi il vuoto.
« perché voglio ucciderti »
lo guardò, mentre si avvicinava.
Han deglutì, indietreggiando un pochino per mantenere le giuste distanze dopo quella risposta.
Minho sospirò, sforzando un sorriso per poi sedersi ai piedi del letto
« se ti volevo uccidere l'avrei già fatto non credi? ti eri addormentato nella mia macchina e non avevo voglia né di svegliarti e né di portarti fino al tuo piano e visto che io abito al piano terra, eccoti qui »
spiegò, anche se non era proprio quella la motivazione ma Han non era ritenuto a saperlo.
Il giovane sorrise, avvisandosi di più a lui, spezzando la distanza che lui stesso aveva creato.
« grazie »
« non ringraziarmi »

Minho lo guardò, incantandosi negli occhi di Han.
Era così bello, così perfetto da far paura.
Analizzò per bene il suo volto, spostandosi poi sulle sue labbra. Sembravano così morbide.
Scosse il capo evitando lo sguardo confuso di Han. Non poteva permettersi cazzate, o almeno non adesso.
Voleva prima accertarsi di alcune cose e non poteva permettersi di fare il passo più lungo della gamba, anche se non gli sarebbe dispiaciuto scoprire se quelle labbra erano davvero così soffici.
Si alzò dal letto, prendendo dal cassetto una sua felpa.
« mettiti questa, fuori fa freddo e tu hai ancora la tua divisa del bar »
se ne andò, lasciando Han da solo.

Han annuì, guardando il più grande uscire per poi sospirare.
Prese la felpa e se la mise, arrossendo non appena sentì l'odore di Minho.
Si diede una sistemata e uscì da quella stanza, chiudendo la porta dietro di lui.
« wow... »
mormorò, osservando la casa di Minho.
Era molto più grande rispetto al suo misero appartamento e quasi era invidioso di tutto quel comfort.
Ogni stanza era ordinata e ben arredata e rispecchiava perfettamente la personalità di Minho, un uomo preciso e ordinato, tutto il contrario di Han.
Continuò ad esplorare la casa incuriosito.
La sua esplorazione però, finì non appena arrivò in cucina, ritrovandosi un Minho totalmente diverso.
Aveva un grembiulino da cucina per non sporcarsi dato che stava preparando la colazione.
Han si avvicinò lentamente, non volendo disturbare il più grande, essendo concentrato a preparare un buon pasto per i due.

« finito di farti i fatti miei per casa? »
gli chiese, mentre prendeva due piatti.
« mi spii o cosa? »
Minho non rispose, ridacchiando alla sua risposta.
Era la primissima volta che lo vedeva ridere e ciò riscaldò il cuore di Han.
Aveva scoperto di amare la sua risata, così perfetta e così piacevole per le sue orecchie, voleva risentirla ancora e ancora in loop.
Si mise seduto, ammirando il ragazzo che intanto non si era accorto del rossore di Han.
« ti piacciono le uova? »
si girò verso di lui, mentre teneva due uova in mano.
Han annuì e Minho riprese a cucinare.

« ecco a te »
lo guardò, mentre gli metteva il piatto davanti.
Era soddisfatto del suo lavoro e, prima di assaggiare, aspettò con ansia la reazione del più piccolo.
« non solo sei un ottimo autista ma anche un ottimo cuoco, hai altri talenti nascosti? »
lo guardò sorridendo, addentando con gusto un pezzo di pancetta.
Minho sorrise spontaneamente per poi gonfiare il petto con fare orgoglioso.
« modestamente so fare moltissime cose... far arrossire un certo Han ad esempio »
lo guardò, alludendo a tutte le volte che Han diventava rosso in sua presenza, proprio come in quel momento.
Non gli piaceva flirtare ma con Han era molto più divertente.
« non ti pavoneggiare troppo caro, potresti pentirti »
sbuffò, cercando di non dargli troppe soddisfazioni.
Minho alzò le spalle, iniziando anche lui a mangiare.

Una volta finito, Han aiutò Minho a sparecchiare e a lavare i piatti, divertendosi a schizzarlo con la schiuma per poi ridere alla sua faccia arrabbiata.
Passarono la mattinata insieme, tra un flirt e un altro, godendo di quel tempo prezioso solo per loro due.
Passarono più di due ore insieme, parlando del più e del meno, seduti sul divano e immersi nel loro mondo.

« a che ora vai a lavoro hannie? »
domandò, mentre posava la testa sulla spalla dell'altro.
« h - hannie? »
« non ti piace se ti chiamo così? »
« oh nono, anzi lo trovo adorabile, preferisco Hannie che il tuo solito Jisung secco, comunque verso le due, perché? »
gli chiese, mettendo una mano sulla sua spalla per far stare Minho più comodo.
« che ne dici se oggi non ci vai? voglio conoscerti di più e non voglio interrompere ciò »
rispose, riferendosi all'atmosfera che si era creata tra i due.
Han ci pensò, doveva andare a lavoro, era il suo dovere, ma questo era ciò che gli diceva il cervello... mentre il cuore lo spingeva ad accettare.
« okay, ad una condizione però,
che anche domani mi preparerai la colazione »
Minho a quella risposta annuì, alzandosi di scatto per prendere la giacca dei due.
« allora chiama Chan, intanto seguimi »

Ore 17:00

Per tutto il viaggio Han non proferì parola, l'avrebbe seguito ovunque perché ormai si fidava di lui.
Dal finestrino notava che si stavano allontanando dal paese, vedendo le case diventare sempre più piccole.
Minho era sovrappensiero, aveva grandi aspettative per quella serata e niente sarebbe andato storto.
Era il suo posto preferito, lontano da tutto e tutti, sperso nel nulla e solo al pensiero di passarlo con il suo ' amato ' Han lo rendeva felice.

« eccoci qui »
esclamò, spegnendo la macchina.
Han alzò un sopracciglio, intorno a loro non c'era assolutamente nulla.
Scese dalla macchina e solo in quel momento capì del perché l'aveva portato lì.
Immensi campi di fiori decoravano quel paesaggio, all'orizzonte si poteva vedere il bagliore del loro paese grazie alle luci che si stavano accendendo.
Gli unici rumori che si udivano erano quelli degli uccellini e del venticello serale che muoveva i rami degli alberi dietro di loro.
Han ispirò l'aria fresca, per poi girarsi verso Minho e regalargli il suo miglior sorriso, che fece perdere un battito al povero ragazzo.
« questo posto è stupendo »
« aspettare di vedere la notte,
si possono vedere tutte le stelle dato che la luce del paese non raggiunge appieno quest'area »

Minho con po' di esitazione iniziale, prese delicatamente la mano gelida del giovane, allontanandosi dalla stradicciola per arrivare sul prato.
Gli fece cenno di sedersi a terra accanto a lui per ammirare il cielo e godersi di quella tranquillità.
Han si mise seduto, senza lasciare la mano dell'altro, alzando il naso all'insù per guardare il cielo ormai notturno.
Rimasero lì per un tempo indeterminato, mano per la mano, senza dire nulla.
Il telefono di Han, senza che lui se ne accorgesse, si illuminò da una notifica di un messaggio.

Felix 💛

Han, ti avviso già da adesso che tra un mese ritorno da te, ci vediamo presto ‹3

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✎❛ È tornato Felix 🌚 ~Forse questo capitolo è un po' corto ??? ma era necessario, soprattutto per fortificare il rapporto di Minho e Han

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✎❛ È tornato Felix 🌚 ~
Forse questo capitolo è un po' corto ??? ma era necessario, soprattutto per fortificare il rapporto di Minho e Han.
Prometto che i prossimi saranno più lunghi :›
Detto questo, spero che vi sia piaciuto ‹3
bacibaci - Doodle ‧᭔

𝘾𝙤𝙤𝙠𝙞𝙚 | ᴍɪɴsᴜɴɢ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora