Capitolo 2

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Han quella mattina si svegliò prestissimo.
Non era riuscito a chiudere occhio, era troppo preso da quello che era successo la sera prima.
Decise di non pensarci troppo, cercando di autoconvincersi in qualche modo.
Riuscì ad alzarsi dal letto, ancora stordito e si avvicinò alla porta del bagno per farsi una doccia fredda, come per scacciare via tutti i pensieri.

Uscì dalla doccia e, con un asciugamano legata in vita, controllò il telefono per vedere se qualcuno gli aveva mandato un messaggio, visto che mentre si faceva la doccia aveva sentito il telefono squillare.
Per fortuna non era il suo capo ma il suo amico Felix, che gli chiedeva se quella mattina voleva uscire con lui invece di andare all'Università.
A quella richiesta Han non esitò ad accettare, avvisando l'amico della sua scelta per poi mettersi d'accordo per quando e dove.
Non c'era molto da decidere, visto che alle due Han iniziava a lavorare ma comunque voleva cercare di organizzarsi, era diventato il suo obiettivo, essendo un ragazzo molto maldestro e impacciato.

Felix 💛

ci vediamo alle 10:00 sotto casa mia, va bene?

ti devo dire una cosa importantissima

vedi di non venire in ritardo...

altrimenti sono cazzi tuoi non appena ti vedo

stai tranquillo...

mi farò trovare lì alle 9:59!  
✔️✔️

Sapeva benissimo che non ce l'avrebbe mai fatta ma era meglio tenerlo a bada, anche perché Felix non prendeva mai l'iniziativa di saltare le lezioni, in più doveva anche dirgli una cosa importante è bastò quel poco per suscitare la curiosità del ragazzo.
Si vestì velocemente, lasciando che i capelli si asciugassero da soli.
Prese il telefono, il portafoglio e le chiavi di casa e uscì correndo, scendendo le scale a due gradini alla volta.
Non appena varcò il portone, iniziò a rallentare, mentre un vuoto si creava dentro di lui.
la bici.
L'aveva lasciata alla caffetteria.
Se ne era completamente dimenticato e questa cosa lo agitò ancora di più.
Mise una mano sulla sua testa, facendo passare le sue dita fra i suoi capelli umidi.
  « e ora? »
mormorò fra se e se, continuando a controllare costantemente l'orologio.
Erano già le 9:40 , certo casa di Felix non era lontana ma non poteva lasciare la sua bici lì per sempre, anche perché nemmeno Felix aveva la macchina quindi non poteva nemmeno accompagnarlo al lavoro.
Si guardò in torno, sperando che qualche suo vicini passasse di lì ma nulla.

Fece per ritornare indietro quando i suoi occhi non ripresero a luccicare.
Appoggiata al muro del palazzo c'era la sua amata bici.
Si avvicinò con cautela, non credendo nemmeno ai suoi stessi occhi.
Sopra al manubrio, però, c'era un bigliettino.
Prima di aprirlo però, se lo portò al petto guardandosi intorno, accertandosi di essere da solo.
Lo aprì delicatamente, sentendo le guance pizzicare dal caldo non appena iniziò a leggere il contenuto.

❝ Jisung, vedi di non montarti troppo la testa e di non abituarti troppo.
Vedi... ti ho riportato la bici per pietà sapendo benissimo le tue condizioni a livello di trasporti.
Detto questo, mi devi un altro favore e ricordati, un caffè amaro e uno dei vostri cookies al fondente ❞

« ... al fondente »
lesse quella frase ad alta voce, sorridendo.
Ammirò quella scrittura così precisa ed elegante, mentre rileggeva il testo più volte senza stancarsi.
Quel ragazzo fece scattare qualcosa nel cuore di Han ma lui ancora non ne era consapevole.
I suoi pensieri vennero interrotti dalla suoneria del telefono.
Felix...
Pensò, cercando di prendere coraggio e di rispondere alla chiamata.
« pronto... »
sussurrò, preparandosi per la sgridata
« no ma tranquillo, non ti preoccupare, sarò lì alle 9:59! alla faccia del cazzo, sono le 10:20 e tu non sei ancora qui! devo aspettare un altro po'? a questo punto venivo a piedi io e a quest'ora già ero lì con te, invece no! »
gli urlò Felix, odiava quando qualcuno faceva tardi soprattutto se era molto importante.
« scusami davvero Felix, posso spiegare... praticamente ieri pioveva e una persona mi ha dato un passaggio ma sfortunatamente ho dimenticato che la bici era alla caffetteria... giuro ti stavo per chiamare e dirti che facevo tardi! credimi! »
infondo era vero, per metà.
La bici era rimasta lì ma probabilmente sarebbe stato ancora più difficile spiegargli la seconda parte della storia.
Non poteva mica dirgli che la bici magicamente era comparsa sotto casa sua e che stava ammirando un semplice pezzo di carta di un semi sconosciuto incontrato per caso a lavoro il quale aveva iniziato a nutrire un certo interesse, eh no che non poteva dirglielo.

𝘾𝙤𝙤𝙠𝙞𝙚 | ᴍɪɴsᴜɴɢ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora