Capitolo 21

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Avevo arredato abbastanza bene la mia casa, non era molto grande, c'era solo una cucina, un piccolo bagno,una camera da letto ed infine un soggiorno.

Mi piace era piccola e accogliente.
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Quel giorno facevo 19 anni e per festeggiare mi andai a coccolare ad una Spa. Mi feci scurire i miei ricci mi diedi una sistemata alle mani e piedi ed infine mi feci le sopracciglia.

Non avevo nessuno da chiamare e festeggiare il mio compleanno. Quindi semplicemente passai al supermercato del centro e comprai del gelato, alcuno buste di patatine e pop Corn, bibite gassate e mi presi anche qualche birra, poi andai al reparto degli alcolici e presi una bottiglia di vodka, pagai al supermercato, entrai nel tabaccaio comprai 3 pacchetti da venti di sigarette e me me andai a casa.

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Aprì la porta mi levai le scarpe e mi misi una cannotta che mi andava abbastanza lunga da arrivarmi a metà coscia.

Mi portai le buste vicino al divano e mi apparecchiai tutte quelle cose che avevo comprato sul tavolino di fronte ad esso.

Misi le gambe ad indiano e accesi la televisione e mi buttai a capofitto in Titanic, inizia a fumare tanto e scolarmi le birre, riuscì a capire di quanto avessi fumato, quando alzai lo sguardo sopra la mia testa e e c'era una nuvola bianca.

Continuai a fumare e a mangiare fin quando il film finì e io mi ritrovai sola con la bottiglia di vodka sul tavolino.

spensi la TV e la luce, per ritrovarmi al buio con i miei problemi, non volevo affondare nelle lacrime per un altro compleanno passato sola, volevo divertirmi iniziare a pensare come una normale 19venne, semplicemente non ero io e il fatto di essere semplicemente me sta rompendo un pó i coglioni.

stappai il tappo dalla bottiglia di vodka e ne presi un sorso, il sapore di bruciore nella gola mi spinse a prendere un sorso e un altro ancora e ancora.

smise di bere quando iniziai a vedere sfocato e mi accorsi che ci mancava solo un altro sorso e poi la bottiglia di vodka sarebbe finita.Guardai l'ultimo sorso e lo buttai in gola, mi alzai accesi la musica e iniziai a ballare.

Non ero questo quando intendevo che volevo passare il mio compleanno felice e come una 19venne.

La musica iniziò ad essere inesistente quando mi perdo nei miei pensieri.
Lo sapevi che non sarebbe stato molto producente umbriacarmi, ma sembrava la cosa più facile da fare.

La casa per quanto sia bella e accogliente, io mi sento incredibilmente sola.

Sono sempre stata sola e questo quello che più mi fa rabbia. Sono sempre stata sola e ora la solitudine sta prendendo piano piano pezzi di me. Non sono mai stata così tanto triste per la solitudine.

spengo lo stereo e inizio a barcollare verso la camera da letto.

Non arrivo in camera da letto quando le immagini del mio sogno di Logan mi passano davanti, mi blocco e piango, piango tanto fino a cadere sulle ginocchia e piangere finché non scende neanche una lacrima, finché continuo a piangere senza acqua. Piango tanto, Piango finché mi sento prosciugato. Ho aspettato tanto questo crollo emotivo, ora che è arrivato non lo so gestire e mi trovo al centro di un vortice, distrutta.

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Se qualcuno mi chiedesse il perché nel bel mezzo della notte sono seduta nella macchina mezza ubriaca, io non saprei rispondere.

Dovevo uscire da quella casa, mi sentivo troppo sola. Il problema che non so neanche dove andare. L'alcool scorre ancora in modo sostanzioso nel mio corpo e non mi fa pensare lucidamente.

Il rumore di uni schiantarsi riporta la mia attenzione sulla strada. Quando mi rendo conto che una macchina mi ha tamponato non riesco a fermare le lacrime. Piangevo per ogni minima cazzata quella notte.

Quando qualcuno bussò con le nocche al mio finestrino, non poté fare a meno di piangere ancora più forte.

Pov Logan

Sono ubriaco fradicio, non capisco un cazzo e ci mancava solo che tamponavo la macchina davanti a me. Aspetto che scenda qualcuno invece non scende nessuno.

Arrivo fuori la portiera della macchina è una ragazza, busso con le nocche sulla macchina, la ragazza si gira e cazzo cazzo cazzo.

Alessia la ragazza che ho cercato per un fortuito anno prima di perdere le speranze non trovandola da nessuna parte è lì davanti a me con il volto ricoperto di lacrime. Si asciuga gli occhi e faccio segno di aprire la porta visto che ci sono inserite le sicure. Lei preme un bottone e sento le sicure disinescarsi, apro la porta e lei è vestita solo con una t-shirt che le arriva a malapena sulle cosce e cazzo io sono ubriaco, quando lei inizia a parlare capisco che non sono l'unico in quello stato.

《scusami》 mi dice lei tra i singhiozzi.

《No no scusami tu e che sono diciamo non stabile》 lei sorride ma poi l'ombra la rivolge di nuovo.

Forse non mi ha riconosciuto.

《Alessia》volevo averla avanti per permettere che quel nome uscisse dalle mie labbra.

《Logan》risponde e cazzo si ricorda di me.

quando capisce che le sto guardando le gambe lei tira la sua T-shirt. Il suo corpo ha preso delle nuove curve che la rendono più sexi. L'altezza è sempre quella non è per niente alta.

Lei scende dalla macchina ed è anche scalza ma che cazzo chi è che la ridotta così?

《cosa ti è successo?》 lei mi guarda e scuote la testa.

《volevo andarmene da li》mi dice guardando un punto alle mie spalle.

《da li dove?》 chiedo.

《da casa mia....vivo sola è neanche un mese fa è morta anche mia nonna e oggi compio 19 Anni e mi sento così sola, mi sono ubriacata sperando di dimenticare ma invece mi sta portando sul fondo ed brutto Logan. Ho preso in affitto quella casa ma non voglio stare li sola.》 piange, piange tanto.

la stringo in un'abbraccio. le bacio la fronte.

È morta anche mia nonna?? C'è qualcosa che non so.

《perché non mi porti a vedere questa casa che tanto non ti piace.》

annuisce con la testa ed entra in macchina.

《ti seguo l'avviso》 lei mi sorride ed io entro nella mia macchina.

Mentre seguo la sua piccola macchina tiro fuori una sigaretta e inizio ad inalare la calma che mi danno le sigarette.

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Quando si ferma è davanti un palazzo bianco.

Quando scendo mi rendo conto che sull'asfalto ci sono tanti sassolini che posso ben dire che sotto i piedi nudi non siano piacevoli.

Cammina in punte di piedi per non sentire dolore sotto i piedi.

《vuoi un passaggio?》 gli chiedo è lei ride e annuisce.

La prendo in braccio e la porta verso l'entrata del palazzo devo combattere con il mio io di non guardare le sue gambe
abbronzate. Dio sta ragazza è una dea.

Quando entriamo in ascensore lei scende dalle mie braccia e mi sussurra un grazie.
Guardo il mio telefono è sono le 4 della mattina.

Uscita dell'ascensore lei si abbassa per prendere una chiave da sotto al tappeto.

Quando apre la porta sembra casa mia tutta disordinata e pacchetti di sigarette e cicche sparse sul pavimento e bottiglie di birra vuote...quella che attira la mia attenzione è una bottiglia di vodka una delle più forti in circolazione, mi si stringe il cuore pensando che quella ragazza per non affogare cerca di reggere con quello.

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