Caffè amaro

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"Alex!" disse una voce familiare.

Mi giro un paio di volte per vedere chi fosse stato. Antonio è seduto a un tavolino che mi sta salutando.

"Ciao Anto" dico io avvicinandomi con la mia tazzina di caffe cercando di non farla cadere.

"Come stai patata?" mi chiese lui sorridendo.

"Bene dai, sono appena uscita da scuola, tu?" dissi io.

"Tutto bene dai"

"Bene dai"

Calò il silenzio imbarazzante che fortunatamente Antonio spezzò quasi subito.

"Senti, ma in che anno sei?" chiese lui

"Al quinto, ancora un paio di mesi e ho finito"

"Bene dai. Dopo vuoi fare l'università?"

"Sì voglio andare a studiare statistica a Torino"

"Bella tosta eh" disse lui ridendo.

"Ci voglio almeno provare" dissi facendo spallucce.

Vi dovrei raccontare un po' di Antonio. Nella mia piccola città tutti conoscono tutti, almeno di vista. Antonio era uno di quelli di cui io conoscevo l'esistenza ma con il quale non avevo quasi mai parlato. Era un ragazzo molto solare e rumoroso. Tutte le volte che lo vedevo in giro era quello che faceva più casino tra tutti i suoi amici, in più il fatto che fosse fisicamente attraente faceva si che fosse quasi impossibile non notarlo. Mi sembrava il tipico ragazzo hipster degli anni duemila. Aveva la barba e i capelli mediamente lunghi, qualche tatuaggio e un piercing. Andava in giro spesso con un chitarra in spalla e faceva biologia all'università anche se penso fosse abbastanza fuoricorso. Ci aveva raccontato che a un certo punto si è persino preso una pausa dall'università, ma che adesso un esame alla volta sta andando avanti.

"Sai che sto pensando di vendere la pizzeria?" disse lui diventando serio.

Con il cucchiaino ha iniziato a raccogliere tutto lo zucchero sul fondo della tazzina e a mangiarlo.

"Come mai?" chiesi molto sorpresa.

"Voglio concentrarmi sull'università e sulla mia musica, sai ho una band" disse lui cercando di nascondere tutto l'orgoglio che aveva in compro in quel momento.

"Ah sì? Non ne avevo idea. Come vi chiamate?"

"Amitie" disse lui contento.

"Ah dal francese amicizia?" chiesi io

"Si, molto brava"

"Ascolterò qualche vostra canzone allora"

Tirai fuori il telefono per cercare la band su Spotify. Avevano un sacco di ascolti mensili il che mi stupì un bel po' non avendo mai sentito parlare di loro prima.

Uscimmo fuori dal bar e Antonio di accese una sigaretta.

"Vuoi fare un tiro?" chiese lui girandola.

Mi avvicinai per prendere un tiro dalla sigaretta che teneva tra le dita. Non ero molto abituata a quella sensazione, ma mi piaceva sentire il fumo entrare nei miei polmoni e sentire la testa che gira. Buttai fuori il fumo cercando di non tossire. In quel momento Antonio mi prese per la giacca, mi avvicinò a lui e mi diede un bacio.

"Non è una buona idea Anto, credimi" gli dissi io allontanandomi da lui.

"Scusami" disse lui

"Sarebbe meglio che io vada" dico salutandolo e non lasciandogli nemmeno la possibilità di rispondere.

Sono quasi arrivata a casa quando ricevo un altro messaggio di Francesco.

Francesco: "Vieni con me a pranzo domani?"

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