ricordate la stellina, baci!
#sisonodisperata----------------
«Che puzza!» mi lamentai appena misi piede dentro la cucina dopo un intero pomeriggio di pesca cospicua.
Harry si passò una mano sulla fronte sudata e mi salutò con un grugnito prima di battere con forza la lama del coltello sulla testa del povero merluzzo. Lo superai con sguardo disgustato. «Perché sei così violento con quel povero pesce?» iniziai a rondellare le patate.
«Io non sono» – si interruppe per poter mozzare il secondo pesce – «violento.»
«Mh, e io spero solo di non re-incarnare in un merluzzo.»
Harry grugnì.
«Che succede, quindi?» insistetti posando la patata fra le altre già pronte.
Harry non incrociò il mio sguardo e sfilettò il pesce con un movimento secco. Stava cercando di apparire sereno, ma la postura delle spalle era rigida e si stava mordendo l'interno della guancia visto la strana posizione delle sue labbra. E poche volte lo avevo visto così: quando stava combattendo con gli uomini della marina, quando il kraken agitava la nave, quando ero corso via da lui. Scacciai via la realizzazione che stavo davvero iniziando a conoscere il ragazzo che portava la falena con sé e che sarebbe stata la mia dannazione. Sospirai. «Allora?» Ignorai anche il fatto che sapevo che, insistendo lo avrei fatto innervosire ancora di più e alla fine...
«Non sono fatti tuoi!» - esplodere. - «Non ruota tutto attorno a te, sai? Fai il tuo lavoro e stai zitto!» posò con un tonfo il coltello sul tagliere e afferrò il panno bagnato accanto a sé, sfregandoci con rabbia le mani. «Dio, non devi parlarmi, non devi- » digrignò i denti e si avvicinò con due lunghe falcate. Mi alzò per il colletto della camicia. Lo straccio lasciato ai nostri piedi.
La sua presa ferrea avrebbero dovuto spaventarmi. Eppure.
«Non devi guardarmi e tu non!»
Lo ignorai. Posai le mani sulle sue e gli accarezzai i polsi. I suoi occhi non erano scuri di rabbia. Sembrava più un animale pronto ad attaccare per paura. «Va bene, non dico niente. Va tutto bene Harry.» Sussurrai sulle sue labbra e la sua presa si fece più leggera. Non mi ero accorto che mi aveva alzato lungo il muro fin quando non posai i piedi nuovamente a terra.
«Tu non puoi-» sospirò e lasciò cadere il viso sulla mia spalla.
Gli accarezzai i capelli corti della nuca e ignorai il cuore agitarsi. Non ero abituato a quel ruolo fra noi. Era sempre lui quello forte, quello che mi obbligava, mi spronava a far meglio, che mi consolava. Mi piaceva, però. Mi piaceva essere la sua spalla, mi piaceva sentirlo piccolo e fragile fra le mie braccia. Mi piaceva pensare che, anche se stretto fra lui e il legno, fossi io quello forte. Sorrisi sui suoi capelli e piegai leggermente il viso per lasciare un timido bacio sulla sua tempia. Lo sentii tremare.
Le sue mani scesero dal mio collo fino al petto, passarono sotto alla camicia stropicciata e mi scaldarono le viscere. Strinsero, segnarono la mia pelle e trattenni il fiato quando giocò con i miei capezzoli. «H-harry io non-»
«Zitto.» ordinò con tono duro e mi schiacciò ancor di più contro il legno. Persi il fiato quando un ginocchio si infilò fra le mie cosce e scariche di piacere mi percorsero il ventre.
Succedeva sempre più spesso. Ormai conoscevo le sensazioni, ma non mi sarei mai abituato al corpo di Harry contro il mio. Alle sue mani su di me, al mio corpo che si svegliava sotto al suo tocco. Mi morse la spalla e si strusciò contro la mia gamba. Dio, era magnifico. Alzai il viso verso il soffitto e lasciai che le sensazioni spegnessero la mente. Lasciai che l'eccitazione crescesse in me si sfogasse sfregandomi contro di lui. La mia mano stringeva con forza i suoi capelli e ad ogni spinta un gemito soffocato di Harry mi scuoteva l'anima.
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Moths in our Stomachs flying through the Sea
Fanfictionlarry stylinson in Pirates!AU Un vecchio uomo in fin di vita consegna a Louis, un semplice giovanotto, una mappa del tesoro. Louis e il suo amico Liam quindi partono alla sua ricerca, ma hanno bisogno di uomini per riuscire a governare la nave appen...