eight - show me the stars

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Partimmo all'alba, dopo che la ciurma fu tornata a malincuore sulla nave. Salutai tutti con delle silenziose pacche sulle spalle per rincuorarli e, con Zayn al timone, salutammo la tranquillità di Sao Michaelis.

Avremmo sorpassato le tre isole centrali per non avere problemi con gli abitanti del luogo e per impedire a Charles di causare nuovi disastri. Osservavo le enormi zolle di terra attorno a noi e le navi che regnavano i porti piccoli e grandi. Infatti, entrando definitivamente nella regione della Azzorre erano iniziate ad apparire navi di ogni dimensione e colore. Eravamo probabilmente l'unica nave della marina nei paraggi. Principalmente erano mercantili, di spezie e tessuti che avrebbero raggiunto le americhe o il continente. I marinai scendevano lentamente dalle navi per invadere le città portuali, portando confusione e vita. Le altre più piccole erano probabilmente navi di pescatori, le infinite reti e canne pendevano da ogni sponda.

Quando una nave scura e con una grande bandiera nera ci affiancò Liam strinse la presa sul timone e mi lanciò un'occhiata preoccupata: Che la falena ci avesse trovati? trattenni il fiato. La ciurma dell'altra nave fermarono le loro indaffarate mansioni per guardarci. Tutti, a lungo. Dio, eravamo su una nave della marina britannica! Ci avrebbero attaccato. Il nostro viaggio finiva lì.

Passarono minuti interi prima che il loro uomo sulla cima dell'albero centrale facesse un gesto con la mano al suo capitano e tutti tornassero ai propri lavori.

«Questa nave attira un po' troppe attenzioni...» borbottò Niall che aveva raggiunto il mio fianco.

Annuii e mi passai frustrato una mano fra i capelli. «Siamo nei guai?»

«No. Le Azzorre sono porto sicuro.» Alla mia occhiata confusa continuò «E'- una specie di legge d'onore non scritta. Tutti hanno bisogno di riposo e rifornimenti dopo il lungo viaggio che sicuramente hanno intrapreso, a prescindere da quale sponda arrivino, quindi... nessuno attacca nessuno. I marinai di ogni fazione condividono una pinta di birra e delle chiacchiere frivole. Questo non significa che non possano studiarci, però. I pirati sono sempre in agguato. Non facciamoci notare e andrà bene.»

«Dici potrebbero attaccarci appena usciamo da qua?»

Mi lanciò un'occhiata di sfuggita. «No. Andrà bene Louis, vedrai.»

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In confronto al viaggio appena affrontato, quel giorno in mare passò in un soffio. Io e Harry ci occupammo del pranzo a base di verdure fresche e uova mentre la ciurma regolava le vele così da avanzare lenti lungo le coste. Harry mi rubò un bacio in cambusa e dovetti correre via da lui per fargli tenere le mani apposto. Mi sentivo vivo ogni volta che il suo sguardo caldo si posava su di me, potevo contare i battiti del mio cuore quando le sue dita scivolarono silenziose oltre il bordo della mia maglia a cena e dovetti seppellire un gemito nella sua bocca quando, nascosti al buio della cucina in piena notte, mi spinse contro il tavolo che avevamo appena finito di sgomberare per poter saggiare ogni angolo delle mie cosce con la sua bocca. Per la prima volta, mi sentivo un giovanotto dai pensieri disordinati e il sorriso perenne.

Attraccammo al porto di Santa Cruz da Flores per l'ora di pranzo il giorno seguente. Flinn e Kevin si offrirono di portare qualcosa di caldo da mangiare. Tornarono con un grosso pentolone di verdure grigliate e pesce allo spiedo e mangiammo tutti insieme un'ultima volta. Dopo quel momento, in piccoli gruppi, i ragazzi scendevano per le strade della città mentre io e Liam ci davamo i turni. Riuscii a convincere Harry a raggiungere i suoi compagni e tornò in piena notte con le gote rosse dal vino e il passo goffo. Dovetti trascinarlo fino al suo letto perché appena mi aveva visto si era attaccato come una piovra pregandomi di portarlo a dormire. Si era divertito, comunque. Io decisamente meno mentre gli impedivo di infilare le mani nei miei pantaloni davanti a tutta la ciurma. Dannatamente sbronza, sì, ma pur sempre sveglia.

Moths in our Stomachs flying through the SeaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora