Ero infuriata, lasciai Emma insieme a Federico, dovevo ammettere che però ero curiosa di sapere cosa si stessero dicendo. Speriamo non sia nulla di male, perché se avesse fatto male alla mia migliore amica l'avrei ucciso a quel bastardo. Wow Erika che ti prende? Non avevi mai odiato qualcuno così, non avevi mai pensato così male di una persona...cosa sta succedendo? Forse non è odio è la paura che faccia del male ad Emma, o forse ho paura che faccia del male a me. Non lo so! E la cosa che ancora più mi fa incavolare è che lui sia arrabbiato con me, io non gli ho fatto niente! Che cosa ha al posto del cervello quel cretino?!?
Andai in classe e durante tutta la lezione non feci che pensare ad altro, mi preoccupò molto il fatto che Emma non fosse entrata, forse anche lei era arrabbiata con me. Stavo impazzendo! Dopo le lezioni andai a casa di Emma. Era comunque la mia migliore amica, avevamo promesso che lui non ci avrebbe diviso. MAI! Arrivai subito a casa di sua, bussai più volte ma nessuno mi aprì. Quindi mi ricordai che Emma mi aveva lasciato la chiave nel caso fosse successo qualcosa. Subito entrai e la vidi, stava uno schifo. Era stesa sul pavimento, i suoi bellissimi capelli biondi ora erano tutti disordinati e gli occhi azzurri che prima le brillavano ora erano piene di lacrime."Cos'è successo?" urlai
"Fe-Fe Federico!" disse tra i singhiozzi
"Che ti ha fatto quello stronzo??"
"Mi ha mollata"
"Oddio" dissi, ma non era il momento adatto per dirgli che era solo un bastardo senza cuore, sapevo che non si sarebbe sentita meglio, quindi gli presi la testa tra le mani e cercai di tranquillizzarla
"Calmati. Ti faccio una tazza di tè, tu aspettami di là"
Gli feci il tè e tornai subito da lei, che sembrava un po più tranquilla.
"Vuoi spiegarmi cos'è successo?" dissi dolcemente
"Non mi ha proprio mollata, ha detto che dobbiamo prenderci una pausa"
"Perché?"
"I genitori si sono separati, sta male"
"E tu cosa c'entri?"
"Non lo so, ha solo detto di aspettare che la questione si risolva, poi tornerà tutto come prima"
"Devi aspettare che si risolva cosa? È una cazzata! Tu non c'entri niente!"
"Erika, non ti ricordi tu come ti sentivi quando i tuoi si sono separati?"
Abbassai la testa e mi venne in mente quel giorno terribile, quando abitavo ancora a Londra.
Tornai a casa da scuola con mia sorella maggiore, Simona. Noi due eravamo inseparabili, beh, piuttosto credevo che fosse così. Quando entrammo sentimmo i nostri genitori urlare, eravamo spaventate e Simona mi disse di aspettare mentre lei sarebbe andata a controllare. Salì le scale e tornò giù qualche minuto dopo piangendo. Non l'avevo mai vista piangere, era sempre stata una ragazza forte"Erika" disse lei "per un po ci separeremo, ok?
"No, non voglio allontanarmi da te" risposi io "Perché dovrei farlo?"
"Mamma e papà andranno a vivere in due case diverse, io andrò con mamma, mentre tu resterai con papà" disse, provò a sorridere, ma non ci riuscì, iniziammo a piangere entrambe, poi sentimmo dei passi: era mamma. Prese Simona per il braccio e la portò via. Non mi diede il tempo di salutarla, di abbracciarla per l'ultima volta. Quando scese papà vidi sul suo volto un'espressione che non avevo mai visto. Era arrabbiato, triste e orgoglioso allo stesso tempo.
"Erika, prepara le valigie, ci trasferiamo in Italia"
"Cosa? In Italia? Non conosco nemmeno una parola in italiano!"
"Non mi importa! Muoviti, domani si parte!" urlò.E dopo 5 anni eccomi qua, a Roma. Non ho più rivisto ne mia mamma ne Simona. Mi mancano da morire. Entrambe.
"Erika? Erika, ci sei?" disse Emma
"Sì, stavo solo pensando" risposi"E so anche a che cosa, scusami, non volevo parlartene"
"Non preoccuparti" la rassicurai "Ma non capisco cosa c'entro io con lui"
"Beh, è un po la stessa cosa, anche tu appena arrivasti qui non parlavi con nessuno, respingevi tutti ed ora guardati, sei cambiata, sopratutto grazie a me!" disse
Ci mettemmo entrambe a ridere, poi tornai a casa. Una volta arrivata, iniziai a pensare a Federico. Forse Emma aveva ragione, stava male. Forse avrei dovuto parlargli. O forse no. Non sapevo cosa fare. Starà soffrendo. Almeno credo.
Basta, il giorno dopo gli avrei parlato, dissi tra me e me.
Andai a dormire tardi, ascoltai musica fino alle 11 poi, sempre con le cuffie nelle orecchie, mi misi a disegnare, disegnai due bambini in un parco che giocavano, erano felici, non si curavano di cosa pensavano gli altri. Loro erano felici, e questo bastava.
Mi dimenticai di tutto quello che era successo qualche ora prima, abbracciai forte il mio orsetto di pezza e andai a dormire, felice.
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Ciao a tutti ragazzi! È il primo libro che scrivo e mi sto appassionando, perché sto aggiornando subito, spero vi faccia piacere :)
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Innamorata
RomanceErika ha 17 anni. È una ragazza fragile e di una dolcezza unica. Tutto però cambia quando dovrà vivere insieme a Federico, il perfetto esempio del ragazzo sbagliato. Cosa succederà a quei due? Secondo voi continueranno ad odiarsi o qualcosa cambierà...