Capitolo 8

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Durante la cena non dissi una parola, cercai di mangiare il più velocemente possibile e, una volta finito, andai nella mia stanza

"Papà, io vado in camera mia" dissi, ma non mi sentì, stava parlando con Silvia

"In camera nostra, vorrai dire" disse Federico.

Io lo ignorai e me ne andai. Mi misi le cuffie e iniziai a disegnare, non sapevo cosa fare, quindi abbozzai un viso. Strano, assomigliava a Federico. Mi concentrai e definii i lineamenti. Sì, era proprio lui. Mezz'ora dopo avevo disegnato il suo volto.
All'improvviso Federico entrò. Cazzo il disegno. Cercai di nasconderlo ma fu tutto inutile

"Cos'è?" chiese lui

"Niente, solo un disegno"

"Allora fammi vedere"

"No!" urlai. Ma fu inutile, prese il foglio e vide il disegno

"Cavolo sto ragazzo è proprio figo" disse ironicamente

"Ha ha ha"

"Non puoi fare a meno di pensare a me, vero?"disse indicando il disegno

"È solo un disegno"

"In cui, guarda caso ci sono io"
"Smettila di atteggiarti. Disegno i volti. Non c'è nulla strano" dissi confusamente. Sapevo perfettamente che quello che avevo detto era senza senso.
"Comunque che ci fai qui?" chiesi cercando di cambiare discorso

"È camera mia" disse sorridendo "E tuo padre vuole parlarci. Ha detto che è una cosa importante"

Ecco. Quando mio padre deve dirmi "una cosa importante" non è mai una cosa positiva.

"Ok, andiamo" risposi.

Mio padre ci stava aspettando, era sul divano abbracciato a Silvia.

"Ragazzi, devo dirvi una cosa. Preparate le valigie. Ci trasferiamo!"

"Che?" urlai

"Non è fantastico? È un'idea mia!" disse Silvia baciando mio padre.

"No che non lo è!" disse Federico

"E dove andremo?" chiesi io

"A Londra!" rispose Silvia

Che? Londra. Mia madre. Simona. Tutto il mio passato era lì. Tornarci era una possibilità di rincontrarle ma cosa sarebbe successo se mamma l'avesse visto con Silvia? E se invece anche mamma si era risposata? Tutte domande alle quali non sapevo rispondere. Ma ormai non potevo farci niente, quando mio padre si mette in testa una cosa niente può ostacolarlo. Ora la cosa più difficile sarebbe stato dirlo ad Emma. Come avrei potuto fare?? Non volevo perdere anche lei. Era l'unica persona che mi era stata vicina in questi anni.

"Quando partiremo?" chiese Federico

"Quando la scuola finirà" rispose Silvia.

"Papà, posso parlarti in privato?" domandai

"Certo Erika"

Andammo in camera mia e io iniziai a parlare

"Davvero vuoi tornare a Londra? Papà lì c'è tutto il nostro passato. Poi dovremo andarci con Silvia?! No! Io non parto!" urlai

"Noi ci torneremo, che ti piaccia o no!"

"Ma non pensi a mamma? Vuoi presentarti davanti a lei con un'altra donna?"

"Erika, tu non puoi capire..."

"No! Tu non riesci a capire!" dissi fermandolo

"Tua mamma aveva un altro" urlò tutto d'un fiato. Io rimasi a bocca aperta e lui se ne andò. Quindi la colpa non è di papà, cavolo che avevo combinato?!? L'avevo sempre trattato male perché credevo che fosse stato lui a tradire mamma. Ora che avevo scoperto questo avevo ancora meno voglia di trasferirmi. Decisi di farmi una passeggiata, per liberare un po la mente. Mi portai le cuffie e iniziai a camminare. Arrivai in un giardino che non avevo mai visto prima, mi arrampicai su un albero e rimasi lì per un po. All'improvviso una goccia d'acqua mi bagnò la testa, stava iniziando a piovere. Non corsi a casa, io amavo la pioggia, quindi rimasi lì, scesi dall'albero, chiusi gli occhi e alzai la testa verso il cielo. Dopo qualche minuti aprii gli occhi e vidi una persona che correva con un ombrello in mano: era Federico. Ma quel ragazzo era uno stalker o cosa?

"Ma che cazzo fai? Piove! Torna a casa!" urlò lui

"Lasciami stare! Vattene!" dissi voltandomi, ma lui mi prese il braccio e si avvicinò.

"Tu ora vieni con me" mi disse guardandomi negli occhi. Non parlai più e annuii. Lui mi spinse sotto l'ombrello e mi abbracciò. Rimasi a bocca aperta, cavolo, quel ragazzo ha gli sbalzi d'umore.

"Mi hai fatto preoccupare" sussurrò baciandomi la testa "Ora andiamo, si sta facendo tardi"

Avrei voluto che quell'abbraccio durasse per sempre, mi sentivo al sicuro con lui.
Arrivammo a casa tutti bagnati, nonostante avessimo l'ombrello.
Andai a farmi una doccia e cenammo. Mio padre ordinò una pizza e io decisi di fare un dolce. Mentre lo mettevo in forno qualcuno mi lanciò addosso della farina: era Federico.

"Stronzo!" urlai ridendo. Gli spruzzai della panna in faccia

"Stronza sei tu!" disse.
Scoppiammo a ridere entrambi. Forse non sarebbe stato così male vivere insieme. Dopo mangiato andai in camera mia, mi misi il pigiama e, come sempre, iniziai ad ascoltare della musica.

"Tu non dormi?" disse Federico.
Cavolo, mi ero dimenticata che avrei dovuto dormire con lui.

"Ehm..no, aspetto un altro po" risposi io sorridendo

"Ok, ma non fare casino e lasciami dormire" disse con aria assonnata e aveva ragione, era quasi mezzanotte. Dopo un po andai a dormire anche io, ma Federico si era preso tutto il letto, quindi lo sposta e lui cadde giù. Io stavo morendo dalle risate quando lui mi tirò per un braccio e i cadetti su di lui.

"Attenta bambolina" disse ridendo

"Perché altrimenti che succede?" chiesi io

"Altrimenti succede questo" rispose facendomi il solletico

"Smettila!" dicevo ridendo

"Se la smetto mi lasci dormire?" chiese lui

"Sì sì ma adesso basta!" urlai

"Bene" disse ridendo.

Ci mettemmo nel letto e Federico si addormentò velocemente, ma io non ci riuscivo.

"Federico" lo chiamai

"Che c'è adesso?" chiese infastidito

"Non riesco a dormire"

"E io cosa devo fare?"

"Non lo so, ma visto che sei sveglio parliamo" dissi sorridendo
Lui mi mise una mano davanti alla bocca per farmi stare zitta e poi mi strinse forte a sé. Mi addormentai sul suo petto come se fosse un cuscino. Cavolo, quel ragazzo mi faceva sentire bene.
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Ciao a tutti ragazzi!
A quanto pare Federico ed Erika stanno diventando sempre più uniti. Ma i problemi non finiscono, infatti dovranno trasferirsi. Erika avrà il coraggio di dirlo ad Emma? Per saperlo leggete il prossimo capitolo!
Votate e commentate!♡♡

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