4. La fuga

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NOTA BENE: saranno presenti parti in lingua non italiana, troverete la traslitterazione e la traduzione nel commento a lato. Inoltre, alcuni personaggi avranno linguaggio scurrile oltre che a doppio senso, a chi dà fastidio sconsiglio la lettura.

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La compagnia tornò all'interno del labirinto di pungitopo, lo attraversarono, ed entrarono in un altro di aghifoglie.

Ogni volta che giravano in un nuovo corridoio, si sentiva un lungo sospiro di sollievo dei ragazzi che allentavano la presa sulle spade, per poi tornare a tenerle saldamente poco prima di una nuova svolta.

Al contrario le fate sembravano più tranquille: camminavano a passo sicuro e rallentato, come se stessero semplicemente passeggiando.

Alla fine, entrarono in corridoio che si apriva, qualche metro in avanti, in una via più larga: l'uscita dal labirinto. Poco prima della fine della siepe, Shoto si schiacciò contro la parete di arbusti, facendo segno agli altri di fermarsi. Strinse la mano introno alla spada, fino a indolenzirla, aveva il suo solito sguardo privo di emozioni, ma quella stretta diceva tutto: era nervoso e aveva paura. Non poteva esporsi senza che lo vedessero, né poteva sfoderare la spada, per il rumore e il riflesso che avrebbe causato.

Mentre il ragazzo cercava di raccogliere la poca calma rimasta e capire cosa fare, una mano gli si appoggiò sulla spalla, il tocco inaspettato lo fece quasi sobbalzare. Volse lo sguardo dietro di sé e trovò Core a pochi centimetri dal suo viso, che lo guardava fredda, quasi cattiva. La fata lo portò con sicurezza alle sue spalle e, prima che lui potesse rendersene conto, anche Tsuyu e Ochaco lo superarono, mettendosi a pochi passi dalla principessa.

Core estrasse da sotto la gonna un piccolo coltello da caccia e si avvicinò così tanto alla siepe, da diventare tutt'uno con essa. Con una lentezza innaturale, mosse la mano che teneva l'arma per guardare la situazione oltre l'angolo di siepe.

Il coltello era coperto da una patina opaca, data probabilmente dall'usura e che rendeva impossibile la creazione di riflessi luminosi, ma riusciva benissimo a dare un immagine abbastanza chiara dell'ambiente circostante.

Proprio mentre stava per mettere il coltello nella giusta angolazione, un grido soffocato e il fruscio della siepe, la distrassero facendole voltare la testa: Eijiro aveva bloccato Katsuki e gli aveva tappato la bocca.

Lo sguardo del ragazzo biondo aveva poco a che fare con il suo solito modo di fare: aveva il volto pallido e gli occhi sbarrati. Shoto si era girato verso i due, dato che il barbaro cercava di fare resistenza. Invece, Izuku guardava preoccupato avanti e dietro di lui non capendo dove intervenire. I due cavalieri erano delle statue di marmo, di cui si muovevano solo gli occhi, animati dal terrore. Core inclinò di poco la testa, facendo un piccolo sorriso, per rassicurarli, poi tornò ad osservare l'ambiente esterno attraverso il coltello.

La zona era particolarmente sorvegliata: quattro guardie proteggevano il muro proprio davanti all'uscita del corridoio di siepi e sulla mura ce ne erano altre tre, ma davano le spalle al giardino.

La ragazza tornò a guardare il gruppo, con le mani, fece prima il numero quattro, poi indicò verso l'alto e fece il numero tre. Dopo essersi assicurata che avessero capito, osservò ancora per pochi istanti il riflesso, poi, lentamente, si avvicinò sempre di più al margine e con la coda dell'occhio cercò di osservare l'immagine reale. Senza staccare gli occhi dalle guardie, allungò il braccio verso Ochaco, che tirò fuori quattro coltelli da lancio dal vestito e glieli appoggiò sulla mano. Core attivò il dominio del metallo e le lame iniziarono a fluttuarle sul palmo.

Spaventati, i ragazzi osservavano le armi roteare lentamente, poi la mano si chiuse e i coltelli sparirono, mentre sentivano la fata dell'aria pronunciare qualcosa a fior di labbra.

Sunshine - La luce di EuridiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora