Adesso Emiliano se ne sta con le caviglie immerse nell'acqua e, mentre fissa Gabriele ed Alessio davanti a lui, con le maschere e i boccagli che spuntano dal pelo dell'acqua, pensa a quanto pericolosa sia stata quella giornata all'orto botanico con Marilù e a quanto dovrà stare attento nei prossimi giorni.
Nel frattempo Greta l'osserva, seduta su uno scoglio piatto.
Osserva la pancia che sporge –ma non troppo- dall'orlo del costume verde, la pelle in eccesso che cala dalle braccia, e la curva troppo accentuata del rachide, che rende il padre leggermente gobbo.
L'osserva e nel frattempo le si dipinge in faccia un'espressione di disgusto, il che è una cosa nuova, perché Greta è sempre stata una cocca di papà.Ah, come il suo papà non c'è nessuno. Come la porta sulle spalle, come la solleva in alto, come monta con lei modellini di aeroplani –a volte anche case delle bambole-, come gioca con lei al parco, come corre e rincorre, fino a farsi venire il fiatone e il sudore sotto le ascelle, come si siede accanto a lei sul tavolo di cucina per aiutarla a fare i compiti, come vede assieme a lei ogni cartone o film animato, e com'è in grado di non annoiarsi mai nel raccontarle una storia prima di andare a letto, e di ricominciare da capo ogni volta che lo esorta:
«Raccontamela di nuovo!».Papà Emiliano, con quel nome un po' strano, poco comune.
Buttarsi tra le sue braccia ad ogni rimprovero della madre; prendere le sue difese in ogni battibecco; scegliere lui, sempre lui.
Ogni tanto si sente un po' ingiusta nei confronti della madre, ma cosa può farci se avverte una sintonia maggiore col padre, se concorda più spesso con lui, se, tra i due, si sono spartiti così i ruoli: mamma Francesca genitore cattivo e papà Emiliano genitore buono.«Cosa stai guardando?», chiede Gioele, mettendosi a sedere accanto a Greta.
Stamattina, si rende conto, è distratta, ha la testa altrove.
«No, niente», risponde lei, distogliendo rapidamente lo sguardo.
Ma Gioele se n'è accorto che stava guardando Emiliano, come se volesse sorvegliarlo, come se stesse sperando di coglierlo in flagrante –in flagrante di cosa, poi?-, come se avesse una sorta di presentimento.
Ed allora tentenna leggermente, si domanda se sia lecito metterla al corrente dei dubbi che lo tormentano da qualche giorno, che forse sono gli stessi che ha lei; si domanda se sia giusto raccontarle del fatto che sappia che Marilù e suo padre si scrivono su WhatsApp –l'ha scoperto per sbaglio, non volendo; si domanda se sia d'aiuto chiederle:
«Ma secondo te è normale che i nostri genitori si comportino così, come noi, come degli adolescenti in preda alla tempesta ormonale?».Alla fine, giocando con la lingua col suo piercing, si limita a dire:
«È successo qualcosa?».Greta per qualche secondo sembra decisa a parlare –apre e chiude le labbra un paio di volte-, ma poi desiste, «No», dice. In fine si alza in piedi ed indica una staccionata che si arrampica sugli scogli.
«Andiamo lassù?», chiede a Gioele, «Ci sono già stata, alla fine del sentiero si sbuca in una caletta isolata».
E Gioele annuisce, obbediente.
Per tutto il tempo camminano in silenzio, Greta davanti e Gioele dietro.
Sono scalzi, i piedi fanno un po' male quando pestano un sasso o una radice, ed adesso –è quasi mezzogiorno- il sole picchia forte: nonostante ci siano degli arbusti, la loro ombra proietta dalla parte opposta del sentiero. Entrambi sudano, respirano a fatica, hanno le gambe indolenzite, ma non accennano a smettere di camminare.Ogni tanto Gioele solleva lo sguardo e si ritrova davanti il culo di Greta, le sue cosce, le sue gambe nude ben proporzionate. Allora abbassa lo sguardo imbarazzato, ma Greta sembra non farci caso, continua, a tratti, a fare gli stessi movimenti sguaiati dei bambini –a volte sua madre glielo dice anche: «Greta, chiudi le gambe, ti si vedono le mutande», «Siediti per bene», «Abbottonati la camicetta»: non è ancora abituata ad avere a che fare con un corpo adulto.
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Famiglia tradizionale
General FictionCome ogni estate, la famiglia Russo è pronta a partire per le vacanze. Ha già prenotato i biglietti per la traversata, ha già saldato il conto con la solita agenzia, ha già preparato le valigie che giacciono, da diverse settimane, ai piedi del letto...