Sono immobile, totalmente congelata sul posto. Le sue nocche continuano a colpire ritmicamente la porta della mia stanza.
-Ti ho vista entrare apri questa porta.
Che cosa dovrei fare? Aprire la porta e farlo entrare sarebbe contro le regole e molto pericoloso, ma ormai ha varcato la soglia della porta di sicurezza quindi verrebbe comunque punito dai professori. Se non la apro potrebbe sfondarla e da lì le cose sarebbero potute degenerare. Cazzo.
Appoggio le dita sulla maniglia abbassandola lentamente, prendo un respiro profondo ed apro la porta.
Alzo lo sguardo per incrociare i suoi occhi cremisi, ha le sopracciglia corrucciate ed è tremante di rabbia.
-Era così difficile aprire una maledetta porta?
Voce tagliente e severa, con una falcata pesante mi sorpassa ed entra nella mia stanza, chiudo la porta e rimango di spalle. Troppo da sopportare in una volta.
-Quindi tu vivi qui? È legale avere una camera così squallida?
-La mia è una camera normalissima, siete voi Alpha che siete abituati a quelle inutili regge.
Rimango sempre di spalle mentre rispondo alla sua velata provocazione, ho praticamente insultato la sua razza, se lo guardassi negli occhi adesso probabilmente mi incenerirebbe con quest'ultimi.
-Dai un freno alla tua lingua Omega, non rischiare.
E tu non usare quel tono da superiore, avrei voluto dire, ma avevo capito troppo bene la sua provocazione.
-Che cosa ci fai qui?-mi limito a dire-Non hai il permesso di entrare in questa sezione dei dormitori.
-Il motivo non ti interessaOmega.
-E invece mi interessa visto che stai camminando sul mio tappeto Alpha.
Mi girai per guardarlo negli occhi mentre gli rivolgevo la parola. Il mio sguardo è alto e fiero, sono una briciola in confronto a lui, un sassolino, ma sono troppo testarda per lasciargli il controllo della conversazione.
-Telo richiedo, che cosa ci fai qui?.
Aspetta un po' prima di rispondere,vedo il suo petto che si alza e si abbassa con profondi e controllati respiri.
-Facciamo un gioco- Dice buttando fuori l'aria di getto-io faccio una domanda a te e tu ne fai una a me.
Perché questo ragazzo riesce a far sembrare tutto così pericoloso?
-Va bene ma prima rispondi alla mia.
Inizio a sentire un odore che mi pizzica il naso, è fresco, ma non so come, una volta inalato, mi fa bruciare il corpo dall'interno.
-Perché devi darti una calmata-ma che sta dicendo?-non hai fatto dormire nessuno questa notte, tieni a bada i tuoi pheronomi, o passerai per una ragazzina che ha appena avuto il suo primo calore.
Mi sento offesa per quello che mi ha detto?Si.
Glielo farò capire?No.
-Cosa vorresti dire con questo?
-A a a... adesso tocca a me fare le domande.
Sono arrossita dopo questo commento, causandomi un leggero rilascio dei miei odori, costringendomi a mordere il labbro inferiore per contenermi, altrimenti gli avrei dato ragione.
-Perché quella notte eri così... agitata?
Cazzo... dirgli la verità era fuori discussione perché alla fine il motivo era lui.
-Che fai ci pensi?
Vedendomi in soprappensiero mi richiama alla realtà.
-Per motivi miei che ti importa?
-Rispondi alla mia domanda.
Quel maledetto tono di voce non lo sopporto, perché deve farmi questo effetto?
-Perché h-ho guardato u-un video.
-Pervertita...
-Disse chi voleva saperlo. Comunque adesso tocca a me.
L'atmosfera si la pesante, a lui ha fatto piacere quello che ho detto, sta sogghignando, mi provoca una reazione, mordermi il labbro non sta bastando... .
-E dimmi... -perché si sta avvicinando?- quel video -perché la sua voce è così bassa e il suo odore così denso?- era in live?
Rimango con gli occhi sgranati è la bocca semi aperta mentre lo guardò dall'alto, ormai la sua figura sovrasta la mia, costringendo la mia schiena a toccare la porta e bloccandomi le vie di fuga. Iniziò a respirare pesantemente, la situazione mi imbarazza ma non riesco a non percepire il mio corpo scaldarsi eccessivamente.
-Esci.
Sto cercando di allontanarlo con un tono tagliente, i suoi occhi mi stanno scaldando, i suoi odori mi stanno soffocando e i miei vestiti si stanno facendo scomodi, ma non posso perdere il controllo, non l'ho perso per sedici anni, non lo farò di certo adesso.
-Ho indovinato è... pervertita.
Dice portandomi un dito sotto al mento per chiudermi la bocca che era rimasta leggermente aperta.
-Esci dalla mia stanza, non puoi stare qui.
-Se ti è piaciuto così tanto guardare pesa se ti fossi unita a noi.
Rimango scioccata da ciò che ha detto, gli sembrò davvero il tipo?
-Fai schifo vattene.
Dico spingendolo, smuovendolo dalla sua posizione solo di poco centimetri.
-Addirittura schifo? Allora non sai quanto sarebbe potuto diventare piacevole.
Ormai non so più cosa rispondere, non è il mio settore... .
-Smettila di dire queste cose ed esci dalla mia stanza.
La mia richiesta è uscita più come una supplica dalle mie labbra. Lui mi guarda divertito, ovviamente è il suo settore.
-Adesso mene vado, ma prima voglio evitare di perdere un'altra notte di sonno.
Il suo tono è pericoloso adesso, si avvicina, mi afferra rudemente per i fianchi e mi schiaccia tra lui e la porta, lo guardò negli occhi e leggo della malizia. No... Non varrà... .
Inizio a dimenarmi dalla sua presa, cominciando a supplicarlo di non farlo, lui mi tiene ferma e avvicina il volto al mio collo.
-No no no non farlo non voglio lasciami.
Cerco di scalciare ma lui mi tiene salda.
-Stai ferma.
Voce roca che mi fa suonare le membra.
Con una mano sposta delicatamente i capelli dal mio collo, sfiorandolo e provocandomi un brivido, strofina leggermente il suo naso su di esso, poi posa le labbra sulla ghiandola che rilascia i miei odori, la bacia leggermente, stimolandola e facendole rilasciare pheromoni, lui si sposta leggermente vista la loro intensità, poi si riavvicina poggiandoci sopra i denti, conficcandoli nella mia carne. Emetto un gemito di dolore che sembra piacergli, mugolo e mi ribello, ma lui fa scivolare una mano sul mio gluteo, stingendolo e bloccandomi completamente, mi zittisco, cercando di contenere i gemiti che adesso sono di piacere.
Molla la presa sul mio collo e mi guarda.
-Questo dovrebbe bastare per un po'.
Dice guardandomi intensamente negli occhi. Mi da una sculacciata,provocando il mio disappunto misto a stupore e sene va, lasciandomi sola,immersa nei suoi odori e completamente sconvolta.
Corro verso lo specchio e osservo il mio collo, ha lasciato un marchio, ma leggero, uno di quelli che sene va dopo meno di una settimana. O che può venir tranquillamente spezzato da un calore.
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Concediti -Bakugouxreader- omegaverse
FanfictionMi sento così sottomessa, così usata anche se non ho concesso niente di me, neanche un gesto. Lui non ha diritti su di me, non ha precedenza, non ha contatto Eppure, quando cammino per i corridoi della scuola, gli unici occhi che pretendo mi sbranin...