Capitolo 7

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Sono immobile, totalmente congelata sul posto. Le sue nocche continuano a colpire ritmicamente la porta della mia stanza.
-Ti ho vista entrare apri questa porta.
Che cosa dovrei fare? Aprire la porta e farlo entrare sarebbe contro le regole e molto pericoloso, ma ormai ha varcato la soglia della porta di sicurezza quindi verrebbe comunque punito dai professori. Se non la apro potrebbe sfondarla e da lì le cose sarebbero potute degenerare. Cazzo.
Appoggio le dita sulla maniglia abbassandola lentamente, prendo un respiro profondo ed apro la porta.
Alzo lo sguardo per incrociare i suoi occhi cremisi, ha le sopracciglia corrucciate ed è tremante di rabbia.
-Era così difficile aprire una maledetta porta?
Voce tagliente e severa, con una falcata pesante mi sorpassa ed entra nella mia stanza, chiudo la porta e rimango di spalle. Troppo da sopportare in una volta.
-Quindi tu vivi qui? È legale avere una camera così squallida?
-La mia è una camera normalissima, siete voi Alpha che siete abituati a quelle inutili regge.
Rimango sempre di spalle mentre rispondo alla sua velata provocazione, ho praticamente insultato la sua razza, se lo guardassi negli occhi adesso probabilmente mi incenerirebbe con quest'ultimi.
-Dai un freno alla tua lingua Omega, non rischiare.
E tu non usare quel tono da superiore, avrei voluto dire, ma avevo capito troppo bene la sua provocazione.
-Che cosa ci fai qui?-mi limito a dire-Non hai il permesso di entrare in questa sezione dei dormitori.
-Il motivo non ti interessaOmega.
-E invece mi interessa visto che stai camminando sul mio tappeto Alpha.
Mi girai per guardarlo negli occhi mentre gli rivolgevo la parola. Il mio sguardo è alto e fiero, sono una briciola in confronto a lui, un sassolino, ma sono troppo testarda per lasciargli il controllo della conversazione.
-Telo richiedo, che cosa ci fai qui?.
Aspetta un po' prima di rispondere,vedo il suo petto che si alza e si abbassa con profondi e controllati respiri.
-Facciamo un gioco- Dice buttando fuori l'aria di getto-io faccio una domanda a te e tu ne fai una a me.
Perché questo ragazzo riesce a far sembrare tutto così pericoloso?
-Va bene ma prima rispondi alla mia.
Inizio a sentire un odore che mi pizzica il naso, è fresco, ma non so come, una volta inalato, mi fa bruciare il corpo dall'interno.
-Perché devi darti una calmata-ma che sta dicendo?-non hai fatto dormire nessuno questa notte, tieni a bada i tuoi pheronomi, o passerai per una ragazzina che ha appena avuto il suo primo calore.
Mi sento offesa per quello che mi ha detto?Si.
Glielo farò capire?No.
-Cosa vorresti dire con questo?
-A a a... adesso tocca a me fare le domande.
Sono arrossita dopo questo commento, causandomi un leggero rilascio dei miei odori, costringendomi a mordere il labbro  inferiore per contenermi, altrimenti gli avrei dato ragione.
-Perché quella notte eri così... agitata?
Cazzo... dirgli la verità era fuori discussione perché alla fine il motivo era lui.
-Che fai ci pensi?
Vedendomi in soprappensiero mi richiama alla realtà.
-Per motivi miei che ti importa?
-Rispondi alla mia domanda.
Quel maledetto tono di voce non lo sopporto, perché deve farmi questo effetto?
-Perché h-ho guardato u-un video.
-Pervertita...
-Disse chi voleva saperlo. Comunque adesso tocca a me.
L'atmosfera si la pesante, a lui ha fatto piacere quello che ho detto, sta sogghignando,  mi provoca una reazione, mordermi il labbro non sta bastando... .
-E dimmi... -perché si sta avvicinando?- quel video -perché la sua voce è così bassa e il suo odore così denso?- era in live?
Rimango con gli occhi sgranati è la bocca semi aperta mentre lo guardò dall'alto, ormai la sua figura sovrasta la mia, costringendo la mia schiena  a toccare la porta e bloccandomi le vie di fuga. Iniziò a respirare pesantemente, la situazione mi imbarazza ma non riesco a non percepire il mio corpo scaldarsi eccessivamente.
-Esci.
Sto cercando di allontanarlo con un tono tagliente, i suoi occhi mi stanno scaldando, i suoi odori mi stanno soffocando e i miei vestiti si stanno facendo scomodi, ma non posso perdere il controllo, non l'ho perso per sedici anni, non lo farò di certo adesso.
-Ho indovinato è... pervertita.
Dice portandomi un dito sotto al mento per chiudermi la bocca che era rimasta leggermente aperta.
-Esci dalla mia stanza, non puoi stare qui.
-Se ti è piaciuto così tanto guardare pesa se ti fossi unita a noi.
Rimango scioccata da ciò che ha detto, gli sembrò davvero il tipo?
-Fai schifo vattene.
Dico spingendolo, smuovendolo dalla sua posizione solo di poco centimetri.
-Addirittura schifo? Allora non sai quanto sarebbe potuto diventare piacevole.
Ormai non so più cosa rispondere, non è il mio settore... .
-Smettila di dire queste cose ed esci dalla mia stanza.
La mia richiesta è uscita più come una supplica dalle mie labbra. Lui mi guarda divertito, ovviamente è il suo settore.
-Adesso mene vado, ma prima voglio evitare di perdere un'altra notte di sonno.
Il suo tono è pericoloso adesso, si avvicina, mi afferra rudemente per i fianchi e mi schiaccia tra lui e la porta, lo guardò negli occhi e leggo della malizia. No... Non varrà... .
Inizio a dimenarmi dalla sua presa, cominciando a supplicarlo di non farlo, lui mi tiene ferma e avvicina il volto al mio collo.
-No no no non farlo non voglio lasciami.
Cerco di scalciare ma lui mi tiene salda.
-Stai ferma.
Voce roca che mi fa suonare le membra.
Con una mano sposta delicatamente i capelli dal mio collo, sfiorandolo e provocandomi un brivido, strofina leggermente il suo naso su di esso, poi posa le labbra sulla ghiandola che rilascia i miei odori, la bacia leggermente, stimolandola e facendole rilasciare pheromoni, lui si sposta leggermente vista la loro intensità, poi si riavvicina poggiandoci sopra i denti, conficcandoli nella mia carne. Emetto un gemito di dolore che sembra piacergli, mugolo e mi ribello, ma lui fa scivolare una mano sul mio gluteo, stingendolo e bloccandomi completamente, mi zittisco, cercando di contenere i gemiti che adesso sono di piacere.
Molla la presa sul mio collo e mi guarda.
-Questo dovrebbe bastare per un po'.
Dice guardandomi intensamente negli occhi. Mi da una sculacciata,provocando il mio disappunto misto a stupore e sene va, lasciandomi sola,immersa nei suoi odori e completamente sconvolta.
Corro verso lo specchio e osservo il mio collo, ha lasciato un marchio, ma leggero, uno di quelli che sene va dopo meno di una settimana. O che può venir tranquillamente spezzato da un calore.

Concediti -Bakugouxreader- omegaverseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora