capitolo 19

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Ci avviciniamo al campo d'allenamento, tutti con i propri costumi e tutti nei rispettivi corridoi.

L'esercitazione di oggi consiste nelle tecniche speciali, quindi mi isolo in un angolo lontano dagli altri e lavoro sulla mia unicità, il mio punto debole è sempre stata la resistenza, quindi assorbo dal mio corpo una grande quantità d'acqua, posiziono le mani davanti a me cerco di incanalarla tra di esse, mantenendo una sfera instabile che emette vibrazioni al guardarla.

Mi concentro ancora, miro sul bersaglio d'avanti a me e cerco di fare centro, mancandolo di pochi centimetri a desta, aspettandomi un risultato molto più scarso e soddisfatta della mia tecnica proseguo. Incanalo l'acqua tra le mie mani in una forma sferica ma instabile, miro e colpisco il bersaglio. Emetto un piccolo verso di gioia, non mi aspettavo di riuscirlo a controllare così bene, durante la nostra ultima esercitazione, il salvataggio, mancavo i manichini di molti metri, rispetto a questi pochi centimetri, quindi decido di osare.

Osservo la fontana poco distante da me, con il gesto di una mano faccio salire una grande quantità d'acqua verso il cielo per poi farla venire verso di me, muovo le mani per ricreare la forma sferica, ma con una maggior quantità di acqua è molto più faticoso, mi concentro chiudendo gli occhi e percepisco la mia unicità che vibra sono la mia pelle. Riapro gli occhi e noto con piacere che il liquido ha preso una forma perfettamente sferica, muovo le mani e la seziono in tante piccole sfere concentrate di energia, le faccio posizionare alle mie spalle le le scaglio a raffica contro il bersaglio in pietra, distruggendolo.

Non credevo che riuscissi a controllarlo così bene, non mi sento nemmeno troppo affaticata. Felice del mio risultato osservo i miei compagni, Kyoka si sta allenando con i suoi jac, Asui con la sua lingua, alzo lo sguardo e noto che nel campo sopra il nostro i Beta si stanno dando da fare a loro volta, ma ovviamente è il campo superiore che cattura la mia attenzione.

Gli Alpha stanno davvero dando il meglio di loro, Midorya si allena con gli smach cercando di non fratturarsi parti del corpo, Todoroki crea del ghiaccio in forme sempre più precise per poi scioglierlo velocemente con delle lingue di fuoco e Kirishima prende a pugni una montagna con il suo indurimento cercando di resistere il più possibile, ma il più affascinante hai miei occhi è Bakugo, che salta in aria e posizionando le mani in un certo modo, crea una miriade di proiettili esplosivi che vanno a distruggere una ventina di bersagli come il mio.

Riporto lo sguardo sull'unico che ho fatto fuori e determinata, chiedo al professor Cementos di crearne altri venti per me.

Alla fine delle lezioni pomeridiane sono riuscita a distruggerne solo altri sette, ho iniziato bene, ma la fatica si è fatta sentire, quindi con i fiato pesante vado verso gli spogliatoi per farmi una doccia. Le mie compagne sono brande di sudore, ma io ho consumato i miei liquidi durante l'allenamento, quindi non ho questo problema. Mi dirigo verso la doccia e, dopo una veloce sciacquata mi dirigo verso il mio armadietto con un asciugamano intorno al corpo, passando per i corridoi dello spogliatoio non posso fare a meno di notare il leggero segno di denti sul mio collo, facendo comparire sul mio viso un sorriso sincero.

-Non lo ha ancora ripassato?

Chiede Uraraka alle mie spalle facendomi sussultare, mi volto velocemente verso di lei e copro il collo con i capelli umidi.

-Be no... non è passato molto tempo.

Lei mi guarda negli occhi con molta curiosità.

-Ah... ok, ma non farti scrupoli a parlarci se c'è qualcosa che non va!

Sorride genuinamente, al che rilascio la tensione nelle spalle e rispondo.

-Ma certo grazie ragazze.

Noi Omega con i nostri Beta ci stiamo dirigendo verso il dormitorio parlando animatamente di come sono andati gli allenamenti. 

Varchiamo la soglia dell'ingresso della "sala comune" e ci dirigiamo verso la nostra ala dei dormitori fino a quando una voce scorbutica non irrompe nella nostra accesa conversazione.

-Tu non vai più lì.

Mi giro e noto con piacere Katsuki in uniforme appoggiato al muro dietro di noi.

-Dovrei prendere le mie cose almeno.

Sbuffa e si avvicina a me con passo svogliato, per poi caricarmi in spalla e trascinarmi nella sua ala.

-Lampadina fulminata-si volta verso il diretto interessato facendomi roteare- Da oggi il percorso che deve fare porta fino all'ala Alpha.

-Ma certo capo.

Risponde ironico Denki con una mano sulla fronte in saluto militare.

Katsuki emette un rozzo suono di approvazione e si dirige verso la sua stanza ed una volta superata la porta di sicurezza proferisce parola.

-Le tue cose sono già qui, non ci è voluto molto a pagare qualcuno per farlo.

Dice buttandomi di peso sul suo letto per poi dirigersi verso la cabina armadio, mentre nella mia testa volano ipotesi su chi possa aver pagato per farlo.

Mi alzo e studio la stanza, rispetto alla prima volta in cui sono stata qui ce definitivamente un tocco più femminile portato dalle mie cose. Le mie foto sono in esposizione sulla mensole che prima erano occupate solo dalla polvere, i miei libri sugli scaffali, vicini ai suoi, e il mio materiale scolastico sulla mia scrivania, a si, c'è anche un'altra scrivania. Vado in bagno e noto tutti i miei prodotti di bellezza nei cassetti, compresi shampoo e balsamo nella doccia, perfino la piastra ha il suo spazio. Chiudo la porta ed osservo quella della cabina armadio, aprendola mi ritrovo il biondo intento a cambiarsi, ma lo ignoro per osservare tutti i miei vestiti appesi o riposti in un armadio che inizialmente era occupato dalle sue cose, porto gli occhi su di lui e noto che mi stava già osservando, a petto nudo, probabilmente aspettando una risposta o una reazione.

-Grazie- mi limito a dire- Ma chissà quanto tempio ti ha occupato.

Sorrido e mi posiziono davanti a lui.

-Tsk non ci ho messo niente.

Ed esce dalla stanza, lasciandomi ad immaginarlo mentre cerca di capire come ordinare i miei prodotti skincare. Sospiro ed inizio a spogliarmi per mettermi il pigiama, poi vado verso il bagno e mi lavo i denti per poi applicare tutte le creme del caso, raccolgo i capelli in una treccia per la notte e torno in camera, trovandolo già disteso sotto le coperte e con il telefono in mano. Mi dirigo verso il mio lato del letto e noto il caricatore del telefono già attaccato alla spina, rido leggermente guadagnandomi un'occhiataccia, mi distendo sul letto, appoggio la testa sul cuscino e mi giro verso di lui, ammirandolo in questa piccola quotidianità in cui mi ha buttata.

-Katsuki possiamo parlare?

Si gira verso di me.

-Ti ho portata qui, ma non iniziare a  riempirmi la testa con la tua lingua lunga anche a quest'ora.

Sorrido leggermente, cogliendo la sua ironia, e appoggio la guancia sulla sua spalla ed un pò insicura domando.

-Quando hai intenzione di ripassare la marcatura?

Il suo corpo si irrigidisce e si gira verso di me.

Ok... domanda imbarazzante.



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