Avevamo dormito per qualche ora, dovevo vestirmi perché questa sera saremmo usciti. Mentre Ciro si finiva di fare la doccia scelsi di mettere un vestitino nero senza particolari scollature ma che comunque lasciava ben in mostra le gambe. Iniziai a truccarmi allo specchio quando entrò Ciro con ancora l'accappatoio.
C: "Chista vesta è troppo corta" lo guardai divertita
A: "Ma che dici che è il vestito più coprente che tengo" Ciro aprì la mia borsa tirando fuori tutti i miei vestiti uno ad uno
C: "Chisti 'e puo' mettere solo cumme" disse tenendo in mano un vestito rosso con la schiena scoperta "quanne ascimme dall'ipm te ne accatte e migliori"
Ciro finì di vestirsi e dopo una mezz'ora scendemmo
P: "Ua, un piacere conoscerti finalmente, ij so' Pietro, 'o frate e Ciro" gli sorrisi gentile
A: "Azzurra piacere"
P: "Seje troppo belle piccré, sicura te possa piacere chille?" risi
A: "Pure Ciro è belle assaij" risposi sincera
P: "Per me è approvata" urlò facendo uscire dalla cucina Don Salvatore insieme ad una ragazza che aveva circa la mia età
DS: "So' Don Salvatore, tu si' 'a primma guagliona ca Ciro ce fa conoscere" arrossii leggermente sotto lo sguardo divertito del mio fidanzato
R: "Ben arrivata! Finalmente nat' femmina in famiglia" mi disse per poi abbracciarmi
C: "Rosa piano" la avvisò Ciro
R: "Pari na bambola, sicura e essere sora a Vincenzo? Me auguro siate diversi pure a altro" aggiunse seria
A: "Posso giurarlo, non mi interessano gli affari; se mai andrà male con Ciro me ne andrò e basta senza fare danni"
C: "Nun te ne putisse ji', ricordati ca pure si nu vuo' e restare cumme" lo guardai male, sapevo Ciro fosse serio ma pure io lo ero, sarei scappata se non mi fossi più trovata bene con lui
R: "Già me piaci, stasera esche pure ij co vuje" Ciro la guardò scocciato ma poi annuì prima di prendere le chiavi dell'auto
Andammo a mangiare in piazza all'aperto, prendemmo tutti pizza. Intorno a noi c'erano ragazzi di tutte le età. Ciro si alzò per andare in bagno lasciandoci sole
R: "Ca te piace e frate mij?" ci pensai un attimo
A: "Tante cose; la sua ambizione che lo rende tanto forte, il suo carisma innato e il fatto che abbia personalità da vendere, non si tira mai indietro e protegge ciò che è suo con i denti. Spesso litighiamo perché io non riesco sempre a capire ma se sono ancora con lui è perché c'è sempre una luce, una piccola fragilità in tutto quel potere; forse è questa la cosa che mi piace di più"
R: "Tu saje e libertà, seje sicura e riuscire a stare co uno comme Ciro?" mi chiese seria
A: "Non lo so... ammetto che la sua possessività mi spaventa"
R: "Nu sacce si seje ancora a tiempe pe scappare ma si rimani co isso ata essere cuntent entrambi"
X: "Vulite nu pò e compagnia bellezze?" disse un ragazzo prima di sedersi con noi seguito da un altro
R: "No e mo ve ne ata ji'" l'altro ragazzo avvolse un braccio intorno alle mie spalle prima di chiedermi
X: "'a pienze pure tu accussi' bambule?" spostai il suo braccio con un sorriso falso
A: "Sì e credo sia d'accordo anche il mio fidanzato"
X: "Ma nuje nun glielo recimme" rispose spostandomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio
C: "Nun ce sta bisogno" disse prima di afferrarlo per poi dargli una testata che gli ruppe il naso. I due ragazzi non appena realizzarono chi fosse si alzarono spaventati prima di scappare via
R: "Me ere mancate l'effetto Ciro Ricci"
Ciro mi posò un bacio sulla fronte prima di sedersi al suo posto
R: "Comunque approvata, finalmente ne hai trovata una a cui piaci p vir" per poco non mi andò l'acqua di traverso
C: "Comme mai? E ca avite ritte?" chiese malizioso guardandomi
R: "Abbiamo parlato della tua luce" rispose Rosa facendomi l'occhiolino. Volevo sprofondare
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Oggi avrei rivisto Vincenzo per condannarlo a morte, più si avvicinava l'ora e più avevo paura.
Salii in auto con Ciro per andare nel luogo prestabilito
C: "Devi stare tranquilla, nun te succederà niente" mi disse appoggiando la sua mano sulla mia coscia
A: "Non ho paura per me, è pur sempre mio fratello Ciro"
C: "Comme faje a considerarlo fratt a quell'infame? Isso ogge te venderebbe a nu' bordello ricordatelo" era furioso all'idea che io potessi preferire qualcuno a lui. Poggiai la mia mano sulla sua per calmarlo
A: "Il sangue è quello, non sto dicendo che non agirò come d'accordo anche perché l'ultima cosa che voglio è mettere in pericolo te Ci' ma devi capire che è una ferita che mi porterò dietro a vita"
C: "Nun pozze lasciarlo campa'"
A: "Lo so Ciro, significa che diventerò abbastanza forte da sopportarlo" dissi lasciando cadere una lacrima dai miei occhi. Ciro accostò per darmi un bacio
C: "A' ro' l'aggia trovata una comme a te?" mi diede un altro bacio "mi raccomando, statt accort"
Scesi dalla macchina come da piano, dovevamo arrivare separati per non destare sospetti. Io e Vincenzo ci saremmo visti al bar prima e poi Vincenzo mi avrebbe portato alla fabbrica abbandonata dove ci sarebbe stato Ciro con i suoi uomini
Era già seduto ad aspettarmi, appoggiai una mano sulla sua schiena prima di sedermi davanti a lui
V: "Azzurra sono passati due mesi, sei cresciuta ancora" mi disse sorridendo "prendi tutto quello che vuoi, offro io! Anzi, la vuoi una cioccolata calda come piace a te?" mi chiese premuroso. Cos'è l'ultimo pasto?
A: "Sì grazie Vince', voglio pure la focaccia" a sto punto tanto vale approfittarne "dove sei stato questo tempo?"
V: "Sono scappato a Torino dove ho iniziato a studiare al politecnico, voglio laurearmi in ingegneria meccanica sai?" sentirlo parlare del suo futuro mi faceva sentire in colpa
A: "Fai bene, una carriera dove si guadagna"
V: "Va bhe ma pure tu volevi fare il dottore no? Appena esci puoi riprendere a studiare" con quale coraggio? E io ho così tanti dubbi per uno come lui?
A: "Ti ricordi quando da piccoli giocavamo a palla in casa?"
V: "Ovvio! Tu ti arrabbiavi sempre perché non vincevi mai ma alla fine giocavi ogni volta che te lo chiedevo" ricordò ridendo
A: "La mamma si arrabbiava sempre perché diceva che i palloni sono per i cani ma io ti seguivo comunque perché volevo stare con te"
V: "Che c'è? Ti vedo malinconica"
A: "Mi sei solo mancato, sei l'unica persona di cui io possa fidarmi" il suo sguardo vacillò ma il sorriso rimase
V: "Pure tu mi sei mancata, se hai finito di mangiare possiamo andare a fare un giro" mi alzai per seguirlo nella buca del coniglio
A: "Andiamo ai soliti giardini?" era l'ultima possibilità che volevo dargli, magari avrebbe cambiato idea dopo avermi vista
V: "Possiamo andarci tornando ma voglio stare più tempo possibile con la mia sorellina, perché non passiamo dalla vecchia fabbrica?" e io, come ogni giorno della mia vita, lo seguii senza fiatare
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So tropp 'nnamurat e te e mo comm'aggia fà? - Ciro Ricci
RomanceMio fratello sarà pure un infame ma non mi pentirò mai di essere finita in carcere per salvarlo. L'unica cosa di cui dovrei pentirmi è di aver sottovalutato cosa volesse dire stare nello stesso IPM di Ciro Ricci.