Capitolo 5

733 22 0
                                    

S: "Azzurra muoviti che abbiamo il corso di vela oggi" mi misi velocemente le scarpe e raggiunsi le ragazze che si stavano già incamminando verso la barca che avremmo dovuto verniciare.

P: "'o avessi sapute fosse rimasto co Tyson" per un secondo mi pietrificai, davanti a me c'era Pino, perfettamente in forma mentre gesticolava qualcosa a Totò ed Edoardo. Decisi di raggiungere le ragazze in fretta ma i ragazzi, che dovevano dipingere con noi, erano diretti nella stessa direzione e mi notarono

P: "Bambulè comme va 'o carcere?"

A: "Stai bene vero? Nessun danno?" mi sentivo una mamma apprensiva ma avevo bisogno della conferma di non aver creato niente di irreparabile

P: "Staij tranquilla ca ij so' indistruttibile. Però 'a prossima vota evita e spararmi" disse gentilmente. Non mi aspettavo questa reazione, anzi, mi aspettavo del rancore. Doveva essere evidente quello che stessi pensando perché aggiunse "ho apprezzato la tua testimonianza co gli sbirri, mi hai evitato qualche anno di carcere"

Risposi con un grande sorriso per poi entrare nella struttura contenente la barca. Beppe mi mise immediatamente in mano un pennello incitandomi a darmi da fare. Dopo ormai un'ora arrivò anche Ciro, lo osservai mentre, con la calma di chi sapeva di poter fare quello che voleva, saliva sulla scaletta per arrivare a dipingere i punti più alti 

N: "Uè ti sei incantata?" seguendo il mio sguardo arrivò a vedere cosa stessi guardando "tu nun staij appost co 'a capa"

A: "Non ho idea di cosa tu stia parlando"

E: "'o sacce ij, nun ce sta niente e male, dopotutto 'o boss è nu bellu guaglione" disse Edoardo mettendomi un braccio sulle spalle. Completamente in imbarazzo mi liberai dalla sua presa e continuai a dipingere come se nessuno mi avesse detto niente

P: "Tenghe nu messaggio pe te da Don Salvatore, rice ca tu e 'a tua famiglia ne uscirete indenni si consegnerete Vincenzo entro chiste mese" lo guardai male, ancora non hanno chiaro che non venderò mai mio fratello per la mia incolumità

Beppe: "Pino, Allegra, andate a prendere altra vernice dal magazzino" ci dirigemmo in silenzio senza essere scortati dalle guardie

A: "Potete farmi quello che volete, non mi interessa" 

C: "Per quanto l'offerta mi alletti vorrei ricordati ca ce sta pure 'a tua famiglia e mezzo" disse Ciro facendomi spaventare. Non mi ero accorta ci avesse seguito. Pino uscì dal magazzino.

A: "Loro non c'entrano niente" non avevo un buon rapporto con i miei genitori ma non volevo gli succedesse qualcosa per colpa mia. Ciro si avvicinò in modo pericoloso a me, i pugni stretti e lo sguardo minaccioso

C: "Allore isse fa' comme te è state ritte" non era un consiglio. Con coraggio feci un ulteriore passo verso di lui continuando a mantenere lo sguardo 

A: "Non venderò mio fratello" Ciro mise una mano sulla mia schiena e con prepotenza mi strattonò addosso a lui. Si abbassò per arrivare all'altezza del mio orecchio "facenne accussi' staij condannando tutti, fratt è n' infame e 'o troveremo 'o stesso"

Chiusi gli occhi e appoggiai la testa sul petto di Ciro, avevo bisogno di ragionare ma mi mancavano ancora delle informazioni per poterlo fare, non sapevo se potessi fidarmi di Ciro ma non avevo molta altra scelta al momento

Senza alzare la testa chiesi :"che cos'ha fatto precisamente?". Ci fu un silenzio interminabile in cui Ciro mi accarezzava i capelli pensando a quello che mi avrebbe detto

C: "Tu 'o staij coprendo e nun saje nemmeno cos'ha fatt" mi venne da ridere, dovevo sembrare proprio stupida

C:" Vincenzo ha venduto due dei miei uomini e 35 kg di droga ai Di Salvo, li ha uccisi lui stesso a sangue freddo" mi allontanai immediatamente, non potevo crederci "mentre premeva il grilletto stava ridendo" 

A: "Zitto Ciro"

C: "Era divertito perché quelli che lo chiamavano compagno si erano fidati di lui che non aspettava altro che venderli ai Di Salvo"

A: "Zitto Ciro, zitto, zitto, ZITTO! Ripetilo guardandomi negli occhi se è vero, subito" stavo urlando ma avevo appena scoperto che mio fratello non aveva fatto altro che mentirmi, che non stavo coprendo solo un assassino ma anche un bugiardo e un traditore

C: "Fratt venderebbe pure a te pe nu pò e soldi"

A: "Tu non sai niente, non è vero" ero isterica ma non potevo crederci, non volevo crederci

C: "Se riesco a provartelo collaborerai?" Ciro si stava avvicinando lentamente come se fossi una bestiola ferita

A: "No, io non ti credo, non posso farlo. Mio fratello è buono, non lo farebbe mai" continuavo a negarlo ma in realtà ero così scossa perché infondo lo sospettavo già. Era di fronte a me, lo sguardo serio e le mani che con delicatezza raggiungevano le mie guance per asciugare le lacrime

C: "Shhh, va tutto bene" quelle parole mi mandarono ancora più in crisi. Non riuscivo a smettere di piangere ma Ciro con enorme pazienza continuava a tenere il mio volto tra le sue mani cercando i miei occhi con i suoi

A: "Provamelo" non ero mai stata così decisa in vita mia. Ciro mi guardò soddisfatto, accennò ad un sorrise e mi baciò la fronte

C: "Tra un paio di giorni ti farò chiamare nella mia cella da Lino" dopo essersi assicurato che stessi meglio mi accompagnò fuori dal magazzino

POV Ciro

Mi aveva finalmente ascoltato, stavo riuscendo a risolvere la situazione come da programma eppure provavo solo rabbia. Volevo ucciderlo io stesso Vincenzo, la disperazione di Azzurra per quell' infame mi stava facendo bollire il sangue nelle vene.

Non pensavo di poter essere così protettivo per una ragazza ma più conoscevo Azzurra e più volevo monopolizzarla. Provava le emozioni in un modo così intenso da farmi desiderare che fossero tutte per me. Mi stava facendo impazzire senza fare nulla, mi aveva sedotto come nessun altra e non ci stava nemmeno provando.

Cercava di negare l'attrazione che provava per me per poi impigliarsi nella mia rete e più si impigliava più la desideravo.

So tropp 'nnamurat e te e mo comm'aggia fà? - Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora