Capitolo 17

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Nella foto è ritratto un nuovo personaggio che si chiamerà Giovanni Di Salvo e sarà il cugino di Carmine. Ho deciso di usare qualcuno di completamente inventato da me per non snaturare altri personaggi della serie

Stavamo tornando all'IPM un paio di ore prima del previsto perché io avevo bisogno di metabolizzare quello che era appena accaduto e non me la sentivo di tornare a casa di Ciro

C: "Siamo quasi arrivati" appena lo sentii "vuoi parlarmi per favore? Me staj facenne asci' pazze"

A: "Lo so scusami, è solo che non posso ancora crederci" Ciro accostò per poi farmi scendere

C: "Sei incazzata con me" non era una domanda

A: "No. Sono incazzata con me, l'ho ucciso io" Ciro rise amaro

C: "Eppure sono io quello con le mani insanguinate"

A: "Ciro ho solo bisogno di tempo ma ti giuro che non ti do la responsabilità di nulla, sono solo rimorsi, mio fratello è appena morto" dissi per poi scoppiare a piangere. Mi sentivo in colpa come non mai, era vero quando dicevo di non avercela con Ciro, mi sentivo come se fossi stata io a premere quel grilletto 

C: "É chiste 'o problem, ricordati ca l'ho ucciso ij va appost? Nun seje stata tu" mi disse per poi riempirmi di baci e coccole

Non so quanto tempo passò ma finalmente riuscii a calmarmi. Ciro aveva ragione, io non avevo ucciso nessuno e Vincenzo aveva intenzione di farmi di peggio, dovevo superare la cosa e basta.

Mi girai a guardare il profilo di Ciro, era così bello che sorrisi spontanea 

A: "Sei troppo bello" gli dissi sincera, rispose al sorriso per poi baciarmi piano, come se avessimo tutto il tempo del mondo, come se avessimo tutto il mondo

C: "Le ragazze me lo dicono spesso" rispose col suo solito sorrisetto

A: "Forse è meglio se smettono di dirtelo ora" dissi seria

C: "Quante seje belle gelosa"

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Arrivammo all'IPM, a breve ci sarebbe stato il corso di musica in sala comune ma intanto i ragazzi erano in cortile ad aspettare le guardie. I ragazzi del gruppo di Ciro avevano della strane espressioni e non appena varcammo il cancello Edoardo ci corse incontro

E: "Ciro ci sono problemi, è arrivato Giovanni Di Salvo" Ciro aumentò la presa sulla mia mano facendomi male 

A: "Mi stai facendo male Ci'"

C: "Scusa ciùciù" mi disse per poi allentare la presa e baciare delicatamente il punto in cui si stava formando un livido. Mentre continuava a scusarsi premuroso si avvicinò un ragazzo che non avevo mai visto. Era di una bellezza disarmante e non riuscivo a non spostare lo sguardo da lui che accorgendosene mi fece l'occhiolino

G: "Quanto tempo Ciruzzo"

C: "Non abbastanza da farti imparare le buone maniere" affermò coprendomi col suo corpo

G: "Chesta creatura meravigliosa è 'a gguagliona tua?" chiese aggirando Ciro per guardarmi meglio con un sorriso. Non riuscii ad avvicinarsi ulteriormente perché Ciro gli tirò un pugno abbastanza forte da atterrarlo. Giovanni non reagì ma il suo sguardo mi fece venire i brividi, si mise a ridere per poi sputare del sangue

G: "Allore è na cosa seria! Però te capische, pure ij ce stesse accuort si 'a gguagliona mij fosse accussi' belle, chissà quant' malintenzionati" si rialzò mantenendo la testa alta, era qualche centimetro più basso di Ciro 

C: "Guardala nat' vota e puo' considerarti n'uomo morto" gli disse Ciro prima di sputargli in faccia. Mi prese per mano per poi trascinarmi verso la direzione dove ci stavano aspettando. Mi girai curiosa per osservarlo ma mi pentii alla visione di quel sorriso freddo

Consegnammo il nostro rapporto alla direttrice per poi dirigerci verso la sala comune da cui si sentiva il suono del pianoforte. Ci sedemmo sul divanetto da dove si alzarono gli altri non appena videro Ciro. Sembrava calmo a vederlo ma ero sicura stesse ragionando sul da farsi

A: "Posso fare qualcosa?" mi guardò a lungo in silenzio per poi spostarmi sulle sue gambe mentre mi abbracciava dalla vita

C: "Rimani con me" rispose per poi ispirare il mio odore "mi riesci a calmare" mi girai per dargli un bacio veloce sulla guancia a cui Ciro rise

C: "E chiste fosse nu bacio?" mi prese in giro

A: "Ci sono gli altri adesso"

C: "Meglio no? Accussi' s'arricordene ca tu si' solo mij" disse per poi darmi un bacio serio. Mi nascosi contro il suo petto per l'imbarazzo non accorgendomi che qualcuno si era seduto vicino a noi

C: "Tiene deciso ca vuo' morire?" alzai lo sguardo confusa per poi capire si stesse riferendo a Giovanni il quale mi guardò per poi prendermi la mano e posarci sopra un bacio

G: "Piacere Giovanni" mi disse ignorando Ciro. Ritrassi il braccio per poi pulirmi mentre lo guardavo in cagnesco, non mi piaceva essere messa in mezzo a queste stupide gare di virilità ma sapevo come farla vincere al mio fidanzato

A: "E quindi?" risposi sotto allo sguardo divertito di Ciro su cui mi ero completamente appoggiata. Giovanni mi sorrise beffardo

G: " É buona educazione presentarsi quando qualcuno ti dice come si chiama" mi disse in perfetto italiano

A: "Non mi pare di avertelo chiesto Giorgio" sentii delle risate dietro di me

G: "É Giovanni piccré, meglio ca te 'o ricuorde pe quanne 'o urlerai 'a sotto e me" rispose leccandosi le labbra, Ciro mi strinse la coscia possessivo ma si stava trattenendo per lasciare fare a me e questo valeva più di tutto

A: "Mi spiace spezzarti il cuore Giorgio ma mi piacciono mori, alti esattamente un metro e ottantasette e soprattutto belli" dissi per poi sorridergli dispiaciuta

G: "Questo è da vedersi"

A: "Ti direi nei tuoi sogni ma ti schiferei anche lì" detto ciò si alzò con lo sguardo scuro

C: "Comme faje a sape' quante so' alto?"

A: "Ci ho azzeccato?" gli chiesi per poi ridere seguita da lui

E: "Seje troppo tosta Azzu'"

A: "Grazie Edua'" gli dissi per poi mandargli un bacio volante sotto allo sguardo geloso di Ciro


So tropp 'nnamurat e te e mo comm'aggia fà? - Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora