Era passata una settimana dalla rivolta, Ciro era stato ricoverato in ospedale e oggi sarebbe tornato, intanto a Donna Wanda e a Don Salvatore era stata raccontata la versione decisa per evitare di rompere gli accordi tra le due famiglie. Io stavo molto meglio fisicamente e quasi tutti i segni di quel giorno erano quasi spariti.
Avevo bisogno di parlare con Ciro o con Carmine ma tutte le attività erano sospese fino al nuovo ordine. La direttrice ci aveva fatti radunare in giardino per dirci qualcosa. Arrivai stanca con due occhiaie chissà quanto grandi, psicologicamente ero distrutta, non avevo ancora realizzato e non avevo potuto parlarne con nessuno per aiutarmi. Una volta giunti in cortile arrivò un'auto da cui scese Ciro, camminava come se non lo avessero pugnalato solo una settimana fa, spavaldo e sorridente. Si mise vicino agli altri ragazzi per poi cercarmi tra le ragazze ma non appena mi vide tornò serio, non distolse lo sguardo dal mio viso nemmeno per un secondo
D: "I permessi e i colloqui non verranno ancora ripristinati ma riprenderemo con le nostre solite attività. Sono davvero delusa da questa situazione ma tenervi chiusi in cella tutto il giorno non è produttivo per nessuno" detto ciò se ne andò accompagnata dal comandante e noi rimanemmo in cortile, finalmente all'aria aperta.
Mi andai a sedere su una panca con gli occhi chiusi per il sole e Ciro si sedette vicino a me
C: "Perché stai così? É successo qualcosa?" lo guardai sconvolta, avevamo entrambi rischiato di morire e lui era tranquillo come se niente fosse accaduto
A: "É morta una persona Ciro, anzi due, e tutto per colpa mia" si avvicinò lentamente per poi prendermi tra le sue braccia e finalmente piansi liberandomi di quel peso
C: "Nun è colpa tua si chille stronzo te tene mettuto 'e mane addosso tiene capite? Nun haje fatte nulla e male ciùciù" mi strinse più forte lasciandomi tanti piccoli baci sulla testa. Rimasi tra le sue braccia per almeno mezz'ora non volendo scostarmi, mi sentivo protetta
C: "Mi hai perdonato?" la cosa giusta sarebbe stata non perdonarlo ma dopo quello che era successo e aver avuto paura di perderlo per sempre non volevo precludermi niente
A: "Tu giurami che non mi alzi mai più le mani. Questa volta davvero Ciro perché se risuccede non mi vedi mai più" gli dissi seria guardandolo dritto negli occhi. Ciro mi sorrise riprendendo ad accarezzarmi i capelli
C: "Va bene ciùciù, te lo giuro" mi accarezzò le guance per poi baciarmi. Ci stavamo ancora baciando quando ci raggiunse Carmine, mi alzai per abbracciarlo stretto sotto allo sguardo furioso di Ciro che però si stava trattenendo
Ca: "Come stai piccré?" mi chiese per poi controllarmi il collo e le labbra "ci sono ancora i segni delle sue dita" affermò per poi stringere i pugni
A: "Sì ma se ne stanno andando Ca'" lo rassicurai
Ca: "E negli altri posti?" a quelle parole Ciro mi guardò confuso
C: "Quali altri posti? Ti ha toccata?" sembrava sul punto della pazzia
A: "No Ciro, non ha fatto in tempo, ho solo un livido sul seno ma anche quello è quasi svanito" Ciro rimase in silenzio ma la sua rabbia continuava a crescere così mi sedetti sulle sue gambe per poi prendergli il viso e baciarlo per calmarlo "non è successo niente Ci', sono scappata prima ok?" mi fece cenno di sì per poi ribaciarmi. Volevo approfondire ma Ciro si fermò per posare i suoi occhi su Carmine
C: "Grazie pecoro"
Ca: "Uè, Ciro Ricci che ringrazia un Di Salvo? Attenti che domani piovono maiali" mi venne da ridere e Ciro mi guardò male "aggio fatte pe Azzurra nun pe te e continuo a penzà ca vuje nun isseve stare insieme ma si proprij ata allore ricordati e tenere 'e mane a posto pecche' 'a prossima vota te uccido ij" lo minacciò. Ciro si alzò per mettersi alla sua altezza
C: "Non succederà più" gli porse la mano che Carmine strinse prontamente. In quel momento si erano tutti fermati ad osservare quella scena compreso il comandante con la direttrice che erano riscesi in cortile
Com: "Ce vulive tu Azzurra pe mettere a poste cheste cape 'e cazzo" mi disse sorridente e io ricambiai il sorriso felice e speranzosa in un nuovo inizio
V: "Che noia, vi siete rammolliti tutti?" interruppe Viola il momento ma nessuno sembrò darle retta. Ciro si risedette prendendomi sulle sue gambe e tutti tornarono alle loro attività
C: "Ciùciù io voglio essere sincero, voglio essere migliore con te ma è possibile che io sbagli di nuovo però tu devi essere paziente, me lo prometti?"
A: "Va bene Ciro però se mi picchi di nuovo nessuna seconda possibilità sia chiaro"
C: "Chiarissimo" lo speravo veramente, a parole eravamo sempre tutti bravi ma ora bisognava vedere i fatti
E: "Piccioncini posso unirmi a voi" Ciro lo fulminò con lo sguardo ma io gli accennai di sì così si sedette pure lui
E: "Sono felice tu ti stia riprendendo nennè"
A: "Grazie Edua', sei sempre stato un appoggio in tutte le situazioni, davvero non so come ringraziarti"
E: "E allora diventiamo amici no?" mi porse la mano e io gli diedi un abbraccio ma poco dopo Ciro mi ritirò su di sè
A: "Amore sei geloso del tuo migliore amico? Ma sei serio?"
C: "Come mi hai chiamato?" appena realizzai cercai di nascondermi nel petto di Ciro che però non me lo permise alzandomi il volto rosso
C: "Come mi hai chiamato ciùciù?" mi chiese più dolcemente
A: "Perché non ti piace?" gli chiesi titubante
C: "Noni me piace troppo, r'ora a po' solo accussi' me e chiama'" risi
A: "Non prometto niente" gli risposi beffarda. Ciro mi iniziò a fare il solletico e io non riuscivo a liberarmi
A: "Ti prego basta non ce la faccio più"
C: "E allora ripetilo" mi rispose continuando
A: "Va bene amore lo ripeto" si fermò a guardarmi malizioso
C: "Come? Forse non ho sentito bene"
A: "Mi vergogno eddai" mi fece la faccia da cucciolo e io non resistetti
A: "Amore ok?" mi baciò felice.
Ciro era così, c'erano quei piccoli momenti di pura felicità in cui era così giocoso e dolce che mi faceva innamorare sempre di più così da mettere da parte tutte quelle scene intrise di sangue che già avevo vissuto con lui.
Mi bastava qualche bella parola e io subito cedevo come una stupida, era ovviamente una relazione poco sana la nostra ma più passava il tempo e più mi veniva difficile uscirne.
Non sono ancora sicura di come continuare o finire questa storia, se avete qualche idea sono ben accette! Io avevo in mente ancora un paio di scenari ma non vorrei che tirandola troppo per le lunghe diventasse un pò monotona, che ne pensate?
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So tropp 'nnamurat e te e mo comm'aggia fà? - Ciro Ricci
RomanceMio fratello sarà pure un infame ma non mi pentirò mai di essere finita in carcere per salvarlo. L'unica cosa di cui dovrei pentirmi è di aver sottovalutato cosa volesse dire stare nello stesso IPM di Ciro Ricci.